Ratzinger, cosa ti aspettavi?

La Sapienza  La notizia da cui prendo spunto è che una settantina di scienziati dell’Università “La Sapienza” di Roma hanno inviato una lettera al rettore dell’istituto romano chiedendo che il discorso di Papa Ratzinger, inizialmente previsto al termine della cerimonia di apertura dell’anno accademico, non si tenga. Naturalmente la replica del Vaticano è immediata, e definisce “assurdo contestare il papa”.

Ora, tralasciando il far notare come il papa sia infallibile solo per i credenti, e questo almeno coloro che si occupano di pubbliche relazioni in Vaticano dovrebbero saperlo, la lettera degli esimi scienziati romani non mi stupisce minimamente.
Pur ritenendo infatti che la libertà di parola debba essere garantita a tutti, compreso il santo padre (nonostante le opinioni a me poco gradite che il papa va pronunciando da lungo tempo), e che sotto questo profilo il discorso a cui si fa riferimento nell’articolo sia da confermare, quella degli scienziati romani è la prevedibile reazione alle miopi dichiarazioni che quotidianamente la Santa Romana Chiesa Apostolica rilascia, spesso e volentieri aspre e duramente critiche nei confronti proprio di quella scienza che ora si ribella.

Quando si viene a sapere (dalla lettera in questione) che:

Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella città di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un’affermazione di Feyerabend: “All’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto”

ci si può forse aspettare che venga accolto a braccia aperte in Università? Non si tratta di censura (di cui per altro la Chiesa ha una secolare esperienza), ma di una normale reazione alle continue ingerenze ecclesiastiche nel dibattito scientifico (stavolta non parliamo di politica, ma il discorso non è diverso), alle accuse che anche di recente hanno visto protagonista proprio il Santo Padre.

In ogni caso, che il papa si faccia parlare. Non è giusto, come dicevo, impedire a lui di esprimere le sue opinioni, cosi come non fu negata libertà di parola ad altri fautori di teorie anche decisamente meno illuminate. Che la Chiesa non si stupisca però nell’assistere a queste reazioni, perché cominceranno a moltiplicarsi se persevererà con questo atteggiamento da “partito politico” (e non venitemi a dire che non si comporta da tale, quando si piega persino alle più becere manovre a livello di comunicazione, quali attaccare pubblicamente Veltroni salvo poi far ritrattare in sordina dall’ufficio stampa).

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2 pensieri su “Ratzinger, cosa ti aspettavi?

  1. Francesco

    1)Le consiglio di leggersi esattamente le frasi pronunciate dal papa del suo discorso, nonchè di documentarsi sul senso delle affermazioni del Fayerband e chi fosse questo epistemologo: le sarebbe chiaro che Benedetto XVI non ha pronunciato quanto a lui attribuito. Anche la figura di Galileo dovrebbe essere meglio conosciuta e bisognerebbe distinguere la sua figura di scienziato, quella di uomo dei suoi tempi, e le teorie che ha prodotto: se le ultime sono indiscutibilmente pietre miliari nella storia della scienza, lo scienziato Galileo era più complesso e molto meno “ortodosso” nei suoi metodi di quanto ci viene raccontato nelle solite “agiografie” che ci fanno imparare a scuola.
    2)Benedetto XVI è stato professore universitario nonchè vicerettore di università e sicuramente può essere una voce importante da ascoltare sul rapporto fede-ragione e questo a prescindere dall’ideologia di chi ascolta: mi pare che alla sapienza si insegni anche filosofia, no?.

    Cordiali saluti
    Francesco Calamelli

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  2. alt-os Autore articolo

    Gentile Francesco, non era assolutamente mia intenzione schierarmi. Sono profondamente convinto che la libertà d’espressione fosse da garantire a tutti, papa compreso, al di la delle opinioni specifiche (condivido d’altronde l’inopportunità dell’occasione, ma di cose “inopportune” ne capitano tante…).

    Non era neppure mio intento difendere la persona di Galileo Galilei (che stimo come scienziato, perché quello è il suo contributo significativo alla mia formazione personale, sul quale mi documenterò, in ogni caso, raccogliendo il suo invito), ne criticare la formazione scientifica ed ecclesiastica di papa Ratzinger.

    Mio intento era solo segnalare quanto fosse prevedibile una simile reazione quando la Chiesa va “accendendo” periodicamente il dibattito, con posizioni piuttosto rigide, su tutte le questioni che in qualche modo vadano a sfiorare i precetti che propugna…

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