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Onorevole Carlucci, per favore, lasci perdere…

gabriella-carlucci.jpg[ Fonte: Ecco l’errore di Maiani ]
Praticamente il Prof. Maiani ha confuso una cosa che pesa 3 e non ha carica elettrica con una che pesa 30 e ha carica elettrica!

Onorevole Carlucci, tanto per cominciare, la informo che in fisica è usanza postporre ai valori numerici una unità di misura: “pesa 3” cosa, conigli?

Dopodiché, ho provato a dare un’occhiata ai documenti che lei presenta allegati al post, e non ho nessuna difficoltà ad ammettere di non capirci quasi nulla. Si tratta di studi di ricerca, in cui è piuttosto comune commettere degli errori (anche potendo ammettere, dal basso delle mie competenze, che il professor Maiani ha torto nella sua ipotesi): se così non fosse (e quindi fosse tutto già noto), che cavolo di ricerca sarebbe?

Quello che mi stupisce maggiormente, onorevole Carlucci, è che da un lato lei afferma di saperne più del professor Maiani (visto che lo corregge), dall’altro sembra ignorare i più semplici principi che guidano la ricerca scientifica. E’ possibile, in campagna elettorale, che considerando il suo orientamento politico non mi aspettavo certo niente di più, e che dovrebbe imparare a cogliere (come diversi suoi colleghi) l’occasione per tacere?

Non è che è leggermente in malafede, e attacca il professor Luciano Maiani (candidato a diventare presidente del Cern, dopo aver compiuto del lavoro con Sheldon Glashow, premio nobel per la fisica, che per altro lo elogia, mica noccioline) a causa della sua firma sul documento che chiedeva al rettore della Sapienza di Roma di rimandare la visita di papa Ratzinger ad altra occasione che non l’apertura dell’anno accademico?

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Alla fine ha vinto il papa

papa tre Ben, alla fine vince papa Ratzinger. Per ko tecnico.

Eh si, perché di fronte ad una situazione critica come quella de La Sapienza di Roma, di fronte alle contestazioni di professori e studenti, nel quasi completo silenzio della classe politica (si è sentito giusto un appello di Mussi, che non poteva proprio tacere, in qualità di ministro per l’università), Ratzinger ha dato scacco matto a tutti e portato a casa il risultato pieno.

Ha rinunciato alla visita, dimostrando da un lato “grande rispetto” per le opinioni altrui; di fatto “costretto” dalla situazione venutasi a creare a rinunciare all’evento (al quale certamente teneva moltissimo, se glielo si chiede), ha dall’altro incassato l’unanime coro di conforto e solidarietà di politicanti e giornalisti di tutte le speci, forme e colori (d a Fiamma Tricolore a Rifondazione Comunista, dal Governo al Presidente, dai senatori a vita, da Repubblica a Libero, l’unanimità del coro lascia stupefatti: degni di cantare alla Scala), isolando i “contestatori” nel limbo dei “dissidenti cattivi” che giustamente spetta loro, affibbiando nel contempo una durissima e sonora batosta al “movimento laico” nel suo complesso. Chi oserà ora parlare di “laicità dello Stato”?

Allucinante notare anche come i politicanti e giornalisti di qui sopra si siano letteralmente buttati “a pesce” nell’attacco alla censura preventiva, dimostrando di non aver capito “un’emerita fava” (come solo diplomatico…) del motivo per cui i “contestatari” avevano scritto al Rettore. Cito da quanto riportato da L’Unità:

Gli scienziati vogliono precisare che il loro no alla presenza del Pontefice era strettamente limitato all’occasione, in questo caso l’inaugurazione dell’anno accademico dell’ateneo romano «cui partecipa un pubblico di docenti e studenti di diversa formazione politica e religiosa». Invitare il Papa alla cerimonia di inizio anno, invece, «propone un’interpretazione e lettura del mondo ben precisa, che pone la fede innanzi ad ogni percorso della conoscenza». Per questo, sottolineano ancora i docenti, «in un altro, diverso contesto la visita del Papa alla Sapienza sarebbe benvenuta, come qualsiasi forma di dialogo e confronto fra culture diverse».

Una mossa mediatica non indifferente, quella del Vaticano, che anzi al Governo dovrebbero attentamente studiare, e cercare di imitare (fin dove le più ridotte capacità politiche glielo consentono) in previsione della prossima campagna elettorale, per ridurre (almeno un po’) la sonora sconfitta che si prospetta…

Ma voglio lanciare lo stesso una provocazione (perdonate, non resisto…): se al posto del Papa, all’inaugurazione dell’anno accademico de La Sapienza avessero invitato qualche importante esponente musulmano (visto che nell’Islam non ci sono gerarchie, la cosa non ha ovviamente la stessa valenza), che si sarebbe detto?

Ratzinger, cosa ti aspettavi?

La Sapienza  La notizia da cui prendo spunto è che una settantina di scienziati dell’Università “La Sapienza” di Roma hanno inviato una lettera al rettore dell’istituto romano chiedendo che il discorso di Papa Ratzinger, inizialmente previsto al termine della cerimonia di apertura dell’anno accademico, non si tenga. Naturalmente la replica del Vaticano è immediata, e definisce “assurdo contestare il papa”.

Ora, tralasciando il far notare come il papa sia infallibile solo per i credenti, e questo almeno coloro che si occupano di pubbliche relazioni in Vaticano dovrebbero saperlo, la lettera degli esimi scienziati romani non mi stupisce minimamente.
Pur ritenendo infatti che la libertà di parola debba essere garantita a tutti, compreso il santo padre (nonostante le opinioni a me poco gradite che il papa va pronunciando da lungo tempo), e che sotto questo profilo il discorso a cui si fa riferimento nell’articolo sia da confermare, quella degli scienziati romani è la prevedibile reazione alle miopi dichiarazioni che quotidianamente la Santa Romana Chiesa Apostolica rilascia, spesso e volentieri aspre e duramente critiche nei confronti proprio di quella scienza che ora si ribella.

Quando si viene a sapere (dalla lettera in questione) che:

Il 15 marzo 1990, ancora cardinale, in un discorso nella città di Parma, Joseph Ratzinger ha ripreso un’affermazione di Feyerabend: “All’epoca di Galileo la Chiesa rimase molto più fedele alla ragione dello stesso Galileo. Il processo contro Galileo fu ragionevole e giusto”

ci si può forse aspettare che venga accolto a braccia aperte in Università? Non si tratta di censura (di cui per altro la Chiesa ha una secolare esperienza), ma di una normale reazione alle continue ingerenze ecclesiastiche nel dibattito scientifico (stavolta non parliamo di politica, ma il discorso non è diverso), alle accuse che anche di recente hanno visto protagonista proprio il Santo Padre.

In ogni caso, che il papa si faccia parlare. Non è giusto, come dicevo, impedire a lui di esprimere le sue opinioni, cosi come non fu negata libertà di parola ad altri fautori di teorie anche decisamente meno illuminate. Che la Chiesa non si stupisca però nell’assistere a queste reazioni, perché cominceranno a moltiplicarsi se persevererà con questo atteggiamento da “partito politico” (e non venitemi a dire che non si comporta da tale, quando si piega persino alle più becere manovre a livello di comunicazione, quali attaccare pubblicamente Veltroni salvo poi far ritrattare in sordina dall’ufficio stampa).