Cara Radio Popolare,
sono ormai diversi anni che seguo con interesse le tue trasmissioni.
Ho scelto, un paio d’anni fa e nonostante le ristrettezze economiche, di sostenerti con un abbonamento; non solo perché ritengo che sia dovere di ogni cittadino fare il possibile per sostenere la libertà e l’indipendenza dell’informazione (soprattutto in momenti bui come quelli in cui viviamo), ma anche perché ho sempre riscontrato nelle vostre trasmissioni (e informazioni pubblicitarie) una serietà ed una coerenza che difficilmente si riscontra in altre emittenti.
Tutto questo l’ho fatto più che volentieri, così come volentieri aderirò all’Operazione Primavera 2011.
Nell’ultimo periodo però una macchia è venuta a deturpare la limpida immagine che avevo di Radio Popolare: la pubblicità dell’omeopatia.
Come saprete l’omeopatia non ha a suo supporto alcuno studio scientifico che ne dimostri un’efficacia superiore a quella dell’effetto placebo, perciò pubblicizzarla attraverso i mass media rasenta l’incitamento alla truffa. Immagino che in redazione ci siano state (come per le altre pubblicità) approfondite discussioni in materia e mi piacerebbe sapere quale in particolare è stato il dato che ha fatto propendere per l’accettazione di una simile campagna pubblicitaria.
Riponendo in una vostra risposta tutta la fiducia di un fervente ascoltatore, colgo l’occasione per augurare a tutti voi un felice natale ed nuovo anno migliore di quello che volge a conclusione.
Condivido il tuo disagio (anch’io sono ascoltatore e abbonato da oltre un decennio).
Spero che RP risponda, anch’io sono curioso di conoscere le loro motivazioni.
Avendo effetti paragonabili e quelli di un placebo è sicuramente molto più sicura ed efficace di moltissimi farmaci e di quasi tutti i farmaci usati in malo modo quindi non sottovaluterei l’omeopatia 😉
A parte la considerazione a metà tra l’ironico e il serio trovo il tuo dubbio “etico” lecito.
Ho avuto la tua stessa perplessità quando ho sentito di recente una pubblicità di una marca di prodotti omeopatici su Lifegate Radio.
Alberto, l’effetto placebo non è efficace contro le malattie propriamente dette.
Può “curare” il rossore agli occhi, o un raffreddore (perché non sono reali malattie). Purtroppo la pubblicità di questo genere spinge persone “poco accorte” a ritenere plausibile il ricorso all’omeopatia anche per curare malattie vere e proprie…
Sull’uso errato (ed esagerato) dei farmaci normali, sulla loro composizione e/o indicazione terapeutica il problema è di altra natura e non riguarda in alcun modo l’omeopatia: se si cominciasse a considerare la medicina in modo meno “economico” (e basterebbe partire dall’abolizione dei brevetti sui farmaci, TUTTI), tutto tornerebbe ad essere più vincolato alle necessità terapeutiche del paziente…
In effetti anche io inorridisco quando sento quello spot.
Bah, conosco un sacco di persone che, placebo o no, dall'omeopatia han tratto giovamento. Farne una questione per una pubblicità mi pare fuori luogo.Detto tral'altro da uno che non appezza nemmeno troppo RadioPop.
non credi nell'omeopatia ma mi risolve sempre un problema ricorrente, sempre, non qualche volta però continuo a non crederci….
Pubblico la risposta arrivatami da Radio Popolare, con relativa replica e contro-replica.
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Caro Giacomo,
ti ringrazio per le parole di elogio che indirizzi a Radio Popolare, ma anche per le critiche che ci rivolgi a proposito dello spot pubblicitario su un prodotto omeopatico.
La tua valutazione è molto secca e parte dal presupposto che l’omeopatia sia una truffa per cui anche noi che accettiamo di trasmettere ( a pagamento) della pubblicità saremmo “complici”.
In realtà le cose non stanno proprio così.
L’omeopatia e la sua efficacia è una realtà molto controversa.
Molti sostengono le tue tesi , molti altri all’opposto ne sostengono la utilità terapeutica tal punto che. come ovviamente saprai, in Francia ed in Inghilterra specialità omeopatiche sono dispensate dai rispettivi servizi sanitari nazionali.
Per cui non abbiamo trovato niente di scandaloso nel mandare in onda lo spot pubblicitario.
Dato che la pubblicità non ci condiziona dal punto di vista della nostra linea editoriale,e cioè non ci sarà una campagna editoriale tesa a convincere della bontà dell’omeopatia, deciderà liberamente ciascun ascoltatore.
Cordiali saluti Sergio Serafini
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Buongiorno Sergio
grazie mille per la risposta, chiara e puntuale.
Posso capire la posizione “agnostica” nei confronti dell’omeopatia: non esistono prove scientifiche inoppugnabili (vale a dire, banalmente, una ripetitività scientifica) che l’efficacia dell’omeopatia vada oltre l’effetto “placebo” (che di per se, bada bene, è un valido ricorso terapeutico, “potere della mente”). Se fermassimo la considerazione a questo punto, nulla da eccepire sul fatto che qualcuno distribuisca prodotti omeopatici e li pubblicizzi.
Purtroppo va considerato il fatto che negli ultimi anni il sempre più “largo” successo dell’omeopatia spinge alcuni cittadini a ritenere plausibile il ricorso all’omeopatia non “in affiancamento” della farmacologia tradizionale (o alla banale visita dal medico generico), ma in “sua vece”, giungendo così ad un aggravamento della sintomatologia spesso grave prima di ricorrere a metodi scientificamente efficaci (pur con tutti i problemi che sappiamo, di varia natura). Trasmettere informazione pubblicitaria che potenzialmente promuove questo atteggiamento significa in un certo senso rendersi “partecipi” (non “complici” di una truffa in senso stretto, lungi da me) di quello che (a mio avviso, naturalmente) è un grosso problema.
Capisco ed approvo, d’altro canto, la linea del “non nuoce alla libertà editoriale” (che è poi uno dei primi valori di Radio Popolare per i quali la ascolto), così come capisco la necessità di sopravvivere ai tagli ed alle ristrettezze economiche che colpiscono in modo particolare noi abitanti di questo paese in periodo di magra per tutta l’Europa (che da noi rasenta la morte per inedia). Ho letto sul numero di Dicembre 2010 di Errepi delle difficoltà sopratutto nel settore pubblicitario e capisco che il contributo di una azienda importante come quella di cui stiamo nella fattispecie parlando possa rappresentare una boccata d’aria maggiore delle promozioni magari più etiche di un piccolo negozio locale.
Aggiungo infine che, avendo pubblicato la mia lettera a voi sul mio blog (http://www.free-os.it) ed avendo ciò sollevato alcuni commenti, mi piacerebbe pubblicare la vostra risposta a chiusura dell’argomento e beneficio dei lettori che hanno commentato, ma attendo chiaramente una vostra conferma.
Grazie ancora
Giacomo
— CUT —
Caro Giacomo,
nel risponderti ancora approfitto per augurarti un buon anno e per darti ovviamente l’ok per la pubblicazione della mia risposta sul tuo blog.
Solo un’ultima considerazione sulla tua seconda lettera.
Per le cure mediche ; per la nostra costituzione (per fortuna che c’è);vale la volontyà del paziente o quella di chi ne ha la responsabilità.
Forse in questi utilizzi “completamente alternativi “dell’omeopatia, come in altri casi(vaccinazione/non vaccinazione) bisognerebbe fossa garantita l’informazione(da parte dei medici?)
Ancora saluti Sergio Serafini
— /CUT —
Come chimico ho sempre avuto una avversione innata verso l’omeopatia – che a mio avviso è semplicemente la negazione di ogni principio scientifico. Credere che una “diluizione infinita” di un principio attivo (anche oltre i limiti della rilevabilità strumentale) mi pare sia contrario alla logica e molto vicino alla superstizione…. Mi torna in mente Paolo Attivissimo che in qualche occasione pubblica prende un paio di FLACONI di sonnifero omeopatico (dose consigliata: poche gocce) per dimostrarne l’assoluta inefficacia.
Riguardo agli effetti negativi, vi pongo l’esempio della pediatra omeopatica di mio figlio. Una decina di anni fa vivevo in un piccolo paese della provincia, e l’unica pediatra del SERVIZIO SANITARIO era omeopatica. Mio figlio piccolo aveva 40 gradi di febbre da tre giorni e ho dovuto minacciare di denunciarla ai carabinieri per farmi prescrivere un antibiotico invece dei costosissimi medicinali omeopatici ….
Potete immaginare cosa provo quando sento quegli annunci pubblicitari. Anche se ovviamente l’abbonamento non si tocca!