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Test ride: Yamaha FZ1 Fazer

Yamaha FZ1 Fazer

In occasione del test drive della nuova naked FZ8, mi è stata gentilmente data la possibilità di fare un “confronto sul campo”, guidando per una mezz’oretta una FZ1 Fazer, la versione semi-carenata di una delle naked 1000cc più potenti in circolazione, la FZ1.

Il look

Sebbene non sia un’amante delle carenate e semi-carenate, il look della FZ1 Fazer non è sgradevole: le linee del muso richiamano decisamente alle supersportive della casa di Iwata, anche se ormai risultano un po’ datate (l’ultimo restyling risale a quasi 4 anni fa). Quattro i colori a disposizione: bianco, nero, blu e “rosso lava”.

Il motore

Nonostante la FZ1 Fazer passi per una “turistica”, c’è ben poco di tranquillo quando si hanno 150 cavalli all’albero (a 11.000 giri) e 106nm di coppia massima (a 8000 giri), soprattutto quando vengono erogati con una brutalità davvero notevole: uscendo un po’ più “decisi” da una rotonda, anche in seconda, si rischia puntualmente di sentir “scivolare via” il posteriore, anche se difficilmente la situazione si complica oltre il prevedibile, grazie all’ottimo lavoro del “gommone” da 190mm montato al posteriore. Quando la strada lo consente, è davvero un divertimento lasciar sfogare tutto questo “ben di dio”, grazie anche ad una trazione davvero notevole e ad una ciclistica che ha poco da invidiare alle più titolate “YZF”.

La ciclistica

La ciclistica è quella della FZ1, pari pari: forcelle telescopiche rovesciate anteriori da 43mm, forcellone posteriore oscillante a leveraggi progressivi, forse tarato un po’ “secco”. Il baricentro della moto è decisamente alto, forse a causa dei 4kg in più di carenatura rispetto alla nuda FZ1: molto veloce a scendere in piega, richiede qualche sforzo in più per “rimetterla dritta”.
Il reparto freni è di tutto rispetto: doppio disco anteriore da 320mm su cui lavorano pinze monoblocco a due pistoncini, disco singolo da 245 al posteriore; molto potente, ha poco da invidiare (almeno nel misto) agli impianti di cui sono dotate le sportive.
Molto lontani gli specchietti, che garantiscono una visuale molto nitida di ciò che si trova alle spalle del pilota. Lo sterzo ampio e alto, grazie anche al notevole angolo, garantisce adeguata agilità e facilità di manovra, anche da fermi.

Conclusioni

La FZ1 Fazer è forse più vicina ad una supersportiva che ad una turistica vera e propria. Nonostante la copertura aerodinamica sia piuttosto comoda, questa moto eredita dalla naked da cui deriva tutta la cattiveria di un motore che, per quanto ritoccato, è quello della YZF-R1. Divertentissima nel misto risulta forse un po’ “cattiva” nella guida cittadina. L’unica cosa “contenuta” di questa moto è il prezzo: 11.190 euro franco concessionario, per una mille con queste caratteristiche, sono (quasi) un regalo…

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Test ride: Yamaha FZ8

Yamaha FZ8

Questo weekend, in occasione della presentazione al pubblico, ho avuto la possibilità di fare un giretto a bordo della nuova e fiammante Yamaha FZ8. La nuova naked di Iwata arriva sul mercato italiano con un prezzo piuttosto aggressivo (8.190 euro franco concessionario) con l’obiettivo dichiarato di dare del filo da torcere alla regina di vendite della classe, la Kawasaki Z750.

Il look
La prima cosa che si nota avvicinandosi al “giocattolo”,  è una certa somiglianza con le due “sorelle”, la FZ1 e la FZ6. Ad una seconda occhiata però, più da vicino, si scoprono tutta una serie di segni distintivi, a cominciare dallo scarico nero, completamente ridisegnato (ed a mio avviso piuttosto bruttarello, soprattutto se confrontato con quello dell’FZ1, tutt’altro che anonimo), dalle linee del serbatoio e del faro anteriore, che le danno un aspetto più “cattivo” e proiettato in avanti: ancora più aggressiva diventa scegliendo la colorazione nera, insieme alla quale verrete dotati di una coppia di cerchi neri davvero azzeccati. Gli altri colori disponibili sono un “mai banale” bianco ed un blu scuro, forse quello più anonimo tra i tre disponibili.

Il motore
Sotto il profilo del motore, nessuna sorpresa: chi immaginava già l’adozione del motore a “scoppi irregolari” della nuova R1 anche sulle naked della serie FZ resterà a bocca asciutta. Il propulsore della FZ8 è il classico giapponese 4 cilindri in linea inclinato fronte marcia, rivisto per l’occasione “solo” nella cilindrata (779cc) che rappresenta un po’ “la nuova moda” per le medie: qualche centimetro cubo in più rispetto alle classiche 600, non da forse un gran incremento in termini di potenza massima (molto simili per la verità), ma consente un’erogazione di coppia molta più corposa e (soprattutto) la possibilità di far lavorare il motore in modo più sano e lineare, a tutto vantaggio del piacere di guida. Sulla falsariga si sono già mosse, negli ultimi anni, Kawasaki (battistrada con la Z750, per l’appunto), Triumph (con la Street Triple), Ducati (con le varie versioni 796cc), BMW (con la F800R) ed Aprilia (con Shiver e Dorsoduro).
Da un motore simile, non si potrebbe dunque non aspettarsi coppia a secchiate: gli 82nm a 8000 giri (che certo non sono pochi) non rendono merito alla curva d’erogazione, molto lineare e godibile; la potenza massima (106 cv) si ottiene a 10.000 giri, dopodiché il motore “si spegne”, ad ulteriore riprova della volontà di Yamaha di puntare al piacere di guida e non più alle prestazioni numeriche pure (gioia e dolore dei possessori dell’FZ1).

La ciclistica
Tecnicamente i numeri della ciclistica sono quelli delle sorelle dirette: la maggiore e più cattiva FZ1 (150 cavalli che ne fanno una vera streetfighter) e la più piccola (e probabilmente in dismissione) FZ6. A dir la verità, molti componenti (tra cui i freni) vengono direttamente dalla “sorella maggiore”, con il risultato di vedere una moto ricca e curata. Il telaio a diamante in alluminio come il forcellone è sorretto sull’anteriore dalla classica forcella da 43mm a steli rovesciati che ormai rappresenta lo standard sulle moto di media e grossa cilindrata (non regolabile purtroppo, al contrario dell’FZ1), mentre dietro il monoammortizzatore (regolabile solamente nel precarico) risulta un po’ “libero”, con il risultato che nei trasferimenti di carico (ad esempio nelle frenate decise) la moto tende a lasciarsi andare in un fastidioso ondeggiamento longitudinale (forse il neo principale dell’FZ8).
Decisamente impressionante il reparto freni, invece, praticamente identico a quello della FZ1, eccezion fatta per le dimensioni dei dischi: la coppia da 310mm dell’anteriore (su cui lavorano pinze monoblocco a due pistoncini), insieme al singolo disco da ben 267mm montato sul posteriore non hanno certo difficoltà ad arrestare in spazi ridottissimi i 211kg (peso dichiarato dalla casa madre “in ordine di marcia”) della nuova nata in casa Yamaha. Peccato solo per il ritardo con cui verrà introdotto l’ABS, sul mercato solamente a partire dal 2011.

La guida
Una volta saliti in sella, la moto si mostra in tutte le sue dimensioni: il serbatoio piuttosto largo che costringe a tenere le gambe piuttosto large non disturba però l’appoggio a terra, nonostante l’altezza della moto (815mm alla sella, come quelli di Z750 ed FZ1, ben 15 più della Honda Hornet). La sella è divisa in due, cosa “strana” per chi viene dalle altre medie, che hanno invece solitamente una sella unica. Altra “stranezza” è la mancanza delle maniglie posteriori per il passeggero, che invece verranno montate sulla versione semicarenata Fazer in arrivo a giugno.
La moto è agile ed intuitiva, per nulla intimidita dall’automatico paragone con la più nota FZ1, dalla quale anzi non eredita il carattere “brutale” dell’erogazione, che ne rende meno piacevole l’uso cittadino. Morbida la frizione e sufficientemente preciso il cambio, non perfetti gli specchietti retrovisori, che d’altra parte non possono essere allontanati più di tanto dal manubrio.

Conclusioni

In definitiva, la nuova FZ8 è una media “coi fiocchi”: derivando dalla più costosa FZ1 ci si sarebbe forse potuto aspettare qualcosina in più dalla ciclistica (soprattutto per quel che riguarda il reparto sospensioni), ma questa moto resta divertente e facile da guidare, anche in città, sicuramente più godibile delle “appuntite” 600 e meno impegnativa (anche economicamente con 8390 euro chiavi in mano contro i quasi 10.000 euro) delle più prestanti 1000.