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Quando si sfiora l’assurdo

Pinarello Sono favorevole alla lotta al doping. Ci mancherebbe altro, non mettetelo nemmeno in discussione. Ne ho scritto e riscritto, mi sono incazzato ed indignato, a volte ho pure provato a dare qualche suggerimento (senza naturalmente sperare che qualcuno leggesse).
Ma essere a favorevole alla lotta al doping non significa non guardare in faccia la realtà.

Lunedi sera (alle ore 23:00 circa) Damiano Cunego e Alessandro Ballan, due dei nostri più promettenti campioni, in ritiro con la squadra (la Lampre) a San Vincenzo di Livorno, si sono visti piovere i mitici “controlli a sorpresa” del Coni. E fin qui, tutto molto bello e lodevole: i controlli a sorpresa sono importanti tanto quanto quelli prima e dopo le gare. Peccato che i due corridori non fossero in albergo, nel momento in cui sono arrivati gli ispettori, ma al ristorante, non molto distante dall’albergo, così che a Ballan e Cunego è stata contestata l’infrazione della regola della reperibilità, che prevede che ogni corridore segnali i propri spostamenti, in modo che gli ispettori sappiano eventualmente dove trovarlo per poter effettuare i controlli, ed ora rischiano un deferimento da tre mesi ad un anno.
A me sembra onestamente assurdo: si deve segnalare quando si esce per andare al ristorante? E quando si va al cesso no? Oppure quando si respira! Si! Raccomandata con ricevuta di ritorno! Eddai… non è tollerabile una cosa del genere…

Oltretutto, controlli che vengono fatti dalle 23:00 in poi (in questo caso si sono conclusi ben oltre le 3:00 di notte): che senso ha? Non sanno forse che il sonno è fondamentale per un atleta in fase di preparazione (figuriamoci durante le gare)? Sento dire (ne parlavano su radio rai questa sera) che secondo qualcuno dopo certi orari certe sostanze sarebbero “più facilmente reperibili”: perchè se il controllo lo fanno la mattina quando i corridori si alzano, non è la stessa cosa?

Per la lotta al doping si cerca di giustificare qualsiasi cosa: test del dna, orari assurdi, pretese di reperibilità fuori da ogni logica, ma è ora di tornare con i piedi per terra ed agire nell’interesse del ciclismo, non secondo le paranoie della wada…

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