Sono giorni che ne leggo, alla fine ho deciso di scrivere due righe per commentare la crescente paura riguardo l’impossibilità di effettuare intercettazioni con Skype, venuta alla luce in concomitanza con la scoperta che strumenti analoghi sarebbero usato da terroristi e mafiosi di tutto il mondo per comunicare segretamente tra di loro.
Tralasciando l’imbarazzante livello tecnico dell’articolo appena uscito su BlogVoip (che consideravo attendibile, con ovvio mio errore di valutazione: mi sarei aspettato un articolo simile da una testata generalistica come Repubblica, non da un blog tecnico come questo), la notizia è già stata ripresa da più parti e se ne è discusso abbondantemente.
Troppe le opinioni che sembrano puntare decise verso il trovare una valida possibilità per applicare il meccanismo delle intercettazioni telefoniche anche al VoIP e non escludo (visto l’andazzo degli ultimi anni) che venga avanzata una proposta di legge che rende illegare l’uso della crittografia su internet (-.-).
Anche stavolta (curiosamente dirà qualcuno) mi trovo a fare la voce fuori dal coro: ma perché, i cellulari criptati non esistono? O vogliamo impedire ai mafiosi di usare parole in codice nelle loro frasi? Facciamogli impostare l’evil bit (per i nerd che capiscono la battuta)!
Si parla di privacy su internet, di necessità di essere padroni delle nostre informazioni e ci si spaventa di fronte alle prime conseguenze dirette di tutto ciò? In ogni caso i malintenzionati troveranno una strada per aggirare qualsiasi normativa di legge in questo senso: la crittografia esiste ed è inviolabile, non ci sono santi che tengano. Urlare contro “babau” e “uomo nero” non aiuterà a renderla meno efficace e (soprattutto) non impedirà ai malintenzionati di utilizzarla.
Cerchiamo di usare il cervello e di evitare che questa storia finisca come il Decreto Pisanu, che tutt’ora ci impedisce di usare wifi libero nelle nostre città perché “potrebbe essere usato dai terroristi per comunicare”…