Il mondo del software libero è qualcosa di davvero strano. Tutti hanno ben chiare le regole del gioco, tutti hanno ben chiaro il perché si faccia fatica a fare i furbi, eppure di tanto in tanto (a cadenza per altro piuttosto regolare) qualcuno se ne esce con storie al limite dell’inverosimile, che sollevano il panico tra gli utenti meno esperti e costringono sviluppatori e CEO a fornire inutili spiegazioni sulla direzione che vogliono prendere nello sviluppo.
L’ultima storia della serie, è senza dubbio rappresenta ta dall’annuncio che Sun Microsystem, dopo aver acquistato MySQL per oltre 1 miliardo di dollari qualche tempo fà, avrebbe deciso di rendere proprietario il prodotto. Ora, anche volendo per un attimo credere alla storia, ci sono alcune cose che dovrebbero far quantomeno venire la puzza sotto il naso:
- Pare logico che Sun spenda 1 miliardo di dollari per comprare un software leader del mercato (proprio per il fatto di essere libero) e poi lo snaturi al punto da impedirne di fatto l’uso? La cosa funzionerebbe se Sun avesse tra le mani una valida alternativa da proporre, ma visto che non ce l’ha…
- Se il codice sorgente della versione 5.0 di Mysql viene rilasciato sotto GPL, non c’è modo che venga chiuso. Sun potrebbe decidere di proseguire lo sviluppo sotto licenze proprietarie da un certo punto in poi, ma non potrebbe chiudere il codice precedentemente rilasciato, a partire dal quale un team di sviluppatori potrebbe tranquillamente proseguire il lavoro (esattamente come successo con XFree e Xorg, per chi non ricordasse).
E’ il software libero, è così, non si scappa.
Come da prassi, negli ultimi giorni è giunta la smentita ufficiale, direttamente per bocca di Marten Mickos, ex CEO di Mysql AB (l’azienda che possedeva di fatto mysql) ed attuale SVP di Mysql per conto di Sun, il quale ha dichiarato che la decisione è stata presa ben prima dell’acquisto da parte di Sun (la quale anzi starebbe spingendo in direzione opposta) e riguarda solo ed esclusivamente lo sviluppo di add-on professionali dedicati ai clienti Enterprise (sulla cui licenza di rilascio non sono per altro ancora state prese decisioni formali), al punto che le nuove funzionalità avanzate di backup saranno incluse nella versione rilasciata sotto GPL.
Il mio parere è che ancora una volta si gridi “aita aita” ogni qual volta un’azienda si avvicini (anche se con le migliori intenzioni) al software libero. E’ davvero ora che la “comunità” prenda coscienza che il software libero è maturo per entrare nel mondo del business, mentre la comunità stessa non lo è, per certi versi…