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Energia, rifiuti ed iniziative del Governo

v2-day Emergenza Rifiuti 30.01.2008 Ieri mattina, in aereo, ho sentito gente contenta dei primi provvedimenti presi dal Governo Berlusconi IV. Ora, mi scuserete, ma due cose sulla questione voglio dirle (poi Alberto dice che faccio l’antagonista: che ci devo fare, è più forte di me, evidentemente).

Della questione straordinari ho già scritto, ma riprendere l’argomento non farà male. Innanzi tutto, valutiamo per quella che è l’entità della manovra: un miliardo di euro, spalmato su due anni; se l’intera manovra straordinari-ici avrà un costo 2,6 miliardi ed il taglio dell’ici vale solo per quest’anno 2,2 miliardi di euro, avanzano addirittura 400 milioni di euro per la manovra. Dopodiché consideriamo il fatto che un’ora di straordinario costa (già di per sé) il 60% in meno all’azienda, che ora potrà giovarsi ulteriormente del provvedimento per incrementare la quantità di straordinari, riducendo magari il carico di lavoro “normale”. Per di più, ora diamo pure un bel taglio alle tasse, così rendiamo ancora più interessante la cosa. Si spiega, così, la felicità con cui Confindustria ha accolto il provvedimento!

C’è poi, naturalmente, la soluzione dell’emergenza rifiuti. Ci tengo a sottolineare, su questo aspetto, che l’emergenza rifiuti non è cosa dell’altro ieri, da quando cioè i mass media hanno deciso di renderla (nuovamente) pubblica: la dichiarazione dello stato d’emergenza risale al 1994 (poco prima dell’inizio del primo governo Berlusconi), e in questi 14 anni si sono alternati governi di vario colore e composizione, ognuno dei quali avrebbe tranquillamente potuto perseguire vie diverse per trovare una soluzione al problema. Invece la classe politica italiana è da almeno 20 anni intenta a guardarsi reciprocamente l’ombelico, dimenticandosi dei veri problemi del paese, che prima o poi trovano la favorevole congiuntura tra attenzione dei mass media ed esasperazione del popolo e diviene (a periodi alterni) “emergenza”.
Tornando alle soluzioni proposte dal Governo per quanto riguarda la situazione rifiuti, trovo tanto populismo e poca sostanza. L’impiego delle forze armate per contribuire alla soluzione dell’emergenza (per altro senza avvertire il neoministro della difesa La Russa, che è rimasto pare piuttosto piccato dall’inaspettata decisione) era già stato proposto dal precedente Governo ed è sicuramente un’idea utile ma circoscritta esclusivamente alla risoluzione della attuale situazione di crisi: spostare in nuove discariche le tonnellate di spazzatura che ancora ingombrano le strade campane (e sul fatto che il problema sarà presto risolto, non nutro dubbi: Berlusconi ci ha messo la faccia, ora deve dare un segnale forte).
Del “dopo”, nessuno se ne occupa: per costruire i termovalorizzatori (sempre che bastino e si costruiscano davvero) serve tempo, nel frattempo continueremo ad inviare, a caro prezzo, la nostra monnezza in Germania, alle aziende di proprietà degli stessi incaricati dello smaltimento dei rifiuti di Napoli? Gli interventi che servono per l’emergenza rifiuti devono essere strutturali, non populistici. Non basta.
Oltretutto c’è la questione dei siti segreti: come negli Stati Uniti, dove l’ubicazione delle centrali nucleari è coperta da segreto di stato, anche in Italia dovremo cominciare a girare con i paraocchi per non vedere, sia mai, una delle nuove discariche (come se non bastassero l’odore e le infiltrazioni nella falda a rintracciarle, anche a chilometri di distanza).

Il problema più grande, in ogni caso, è questa intenzione di tornare al nucleare. Non che io abbia nulla contro il nucleare in sé (nutro dubbi maggiori sulla qualità delle infrastrutture costruite dagli italiani, ed il Vayont fa storia), ma consideriamo quanto accaduto dal giorno del referendum contro il nucleare ad oggi. Perché votammo (votaste) contro il nucleare? Perché c’era la proposta di sostenere le fonti alternative, l’energia rinnovabile, tutte le belle cose che la scienza e la tecnologia ci mettono a disposizione per consumare meno e meglio. Di tutto questo, manco l’ombra. A questo punto, tornare sui nostri passi suona come una pesante sconfitta su tutta la linea: il paese europeo con più sole, montagne, fiumi, vento e via dicendo non riesce a mettere in piedi due pale del ca**o per una centrale eolica, a costruire centrali idroelettriche, mettere i pannelli fotovoltaici sui tetti dei palazzi, mentre compra il 70% della propria energia dall’estero, consumando allo stesso tempo come mezza Europa dell’est. Le centrali nucleari, anche fossero fatte, quanto fabbisogno potrebbero coprire? Il 5%? Il 10%? Esageriamo, il 20%; significa che il 50% del nostro fabbisogno energetico sarebbe comunque coperto da acquisti all’estero, rendendoci per altro vulnerabili sul piano strategico mondiale (questione Gazprom dice nulla?) tanto caro ai nostri attuali governanti. Dove pensiamo di andare, con un paese in queste condizioni? Per quanto tempo potremo ancora permetterci di andare in giro con un foro così grande sul fondo del serbatoio?
Bisogna investire nel rinnovabile, farlo subito e farlo pesantemente, soprattutto ora che Kyoto ha indicato la via.

Infine c’è da segnalare che, come al solito, Berlusconi si sta prendendo il suo solito “riscontro” per il bene che fa al paese: un paio di righine “ad personam” per risolvere un altro paio di problemini. In primo luogo, c’è la questione Rete4: l’Italia è sotto procedimento di infrazione da parte della Commissione Europea per 14 rilievi alla Legge Gasparri e sarà condannata a pagare (retroattivamente dal luglio 2006, che la cosa trovi o meno i favori di Belpietro) una ingente cifra, 300 mila euro ogni singolo giorno. Naturalmente Berlusconi non ha nessuna intenzione di dare ad Europa 7 le frequenze che gli sono state in tutte le salse confermate (anche perché se no lo avrebbe già fatto) ed ecco che tra una riga e l’altra dei vari decreti inserisce un tentativo di far slittare ulteriormente i termini della questione, che si trascina dall’ormai lontano luglio 1999. La nota positiva, su questo versante, è che finalmente anche il Partito Democratico ed il suo Governo Ombra si sono uniti all’opposizione, su un tema che si erano “dimenticati” durante la campagna elettorale. Era ora.

Se comunque il “Salva Rete4” potrebbe non sembrare una legge “ad personam”, decisamente diverso è il discorso per l’altro emendamento, quello lungo 13 righe ed inserito dall’onorevole Niccolò Ghedini (avvocato di fiducia di Berlusconi) nel decreto sicurezza, che consentirà a Berlusconi di allungare di un paio di mesi i termini del processo Mediaset, che lo vede imputato per falso in bilancio, appropriazione indebita, frode fiscale e corruzione del testimone Mills. Proprio quel paio di mesi che gli mancano per giungere indisturbato alla prescrizione, guarda un po’.

Abbiate pazienza, ma come fare ad essere fiduciosi con un inizio simile?

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Detassare gli straordinari: perchè!

Tempi moderni / Modern times Non capisco, o forse capisco troppo bene, non sò. Tra le prime iniziative proposte dal governo Berlusconi c’è l’attuazione di uno dei punti del programma, ovvero la detassazione degli straordinari.

La mia considerazione su questo punto, che avevo già espresso nel chilometrico post dedicato all’analisi del programma di governo del Popolo delle Libertà, è invariata e giudica l’idea un vero e proprio furto. Infatti detassando gli straordinari non si farà altro che incentivare le aziende a:

  • Assumere meno: molto più conveniente costringere a carichi spropositati di straordinari i dipendenti già assunti, in modo da avere molto meno lavoro soggetto a tassazione
  • Assumere part-time: molto più conveniente far fare mezza giornata di lavoro a qualcuno e “straordinari” per il resto del periodo lavorativo necessario
  • Ridurre gli stipendi: lasciare lo stipendio netto praticamente uguale, riducendo la quantità di tasse pagate tramite l’incremento degli straordinari

La logica conseguenza di tutto ciò, sarà banalmente

  • Incremento dell’insicurezza sul lavoro, conseguentemente all’incremento dell’affaticamento da straordinari
  • Aumento delle tasse, conseguentemente al minor gettito dovuto alla riduzione delle tasse pagate

A me sembra onestamente una follia e mi chiedo come parte degli italiani possa essere talmente miope da non vedere una cosa che a me appare così lampante…

Aveva ragione Silvio…

Fabbrica del vaporeForse aveva davvero ragione Silvio Berlusconi quando durante l’ultima campagna elettorale dava dei “coglioni” agli elettori del centro sinistra. Forse siamo coglioni davvero.
Perché come possono chiamarci, se non “coglioni”, quando ci pieghiamo a massacranti ore di straordinari in fabbrica, magari quattro, dopo otto ore di duro lavoro davanti ad una fornace…
Quando paghiamo le tasse fino all’ultimo centesimo di euro, senza cercare di fare i furbi…
Quando paghiamo perfino il canone anuale alla Rai (“Rai: ma tanto non controllano mai!”) e poi non riusciamo nemmeno a guardare la televisione, stanchi come siamo…
Quando ci rassegnamo davanti alla mancanza di sicurezza in fabbrica, dove rischiamo la pellaccia tutti i santi giorni…
Quando vediamo morire colleghi di lavoro, travolti da un camion in autostrada, schiacciati da una pressa in fabbrica, per l’amianto o per l’uranio impoverito, e pensiamo che “magari la prossima volta tocca a me”…
Quando ci scopriamo “flessibili da morire“…

Si, dobbiamo essere proprio coglioni, perché dall’altra parte cosa ne arriva? Arriva menefreghismo, imprenditori che vivono per risparmiare le tasse, aumentare il fatturato, la produzione, senza alcun rispetto del lavoro dei dipendenti, senza curarsi della loro vita, del loro futuro, delle loro famiglie: sottopagati, sfruttati e poi abbandonati con un calcio nel culo quando non servi più.

Si, siamo decisamente coglioni.