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Discutendo di scuola ed istruzione…

Blackboard No, non sono un insegnante. Eppure di scuole pubbliche italiane ne ho girate diverse (soprattutto in relazione all’avvicinamento o all’utilizzo di Linux nella didattica), ho parlato con i professori, mi sono fatto delle idee. Faccio persino da consulente per alcuni istituti, il che mi consente di sentire le diverse campane.

Proprio pochi giorni fà, a ridosso della votazione della nuova “riforma” della scuola voluta dal ministro Gelmini, mi sono trovato ad una riunione nella quale erano coinvolti alcuni insegnanti, dei responsabili del bilancio scolastico, un paio di presidi. Discutendo a ruota libera, in attesa che arrivasse l’immancabile ritardatario, siamo finiti a parlare di bilancio, di soldi, di investimenti prioritari. La situazione che emerge, ogni volta che si affrontano questi argomenti in una scuola, è da latte alle ginocchia: si deve scegliere se riparare i muri o pagare per la manutezione delle aule informatizzate, con professori (già sottopagati) a cui vengono costantemente richiesti straordinari, sforzi, impegno, rischi (si, si assumono anche dei rischi, alle volte). Strutture in alcuni casi davvero fatiscenti (mi trovavo in un’aula con un impianto elettrico che definire “marcio” era fargli un complimento), ma soprattutto senza alcuna prospettiva per quel che riguarda il futuro.

Per di più, con la riforma Gelmini, si taglia ulteriormente: 8 miliardi in meno, 90.000 professori in 3 anni, meno ore per i professori. A questo si aggiunge l’accorpamento degli istituti con meno di 500 alunni, per mano del decreto Sanità: significa circa 4000 scuole in meno, soprattutto elementari e medie, proprio quelle che maggiormente avrebbero bisogno di essere diffuse sul territorio, consentendo un più agevole accesso ai più piccoli, spesso non in grado di sobbarcarsi chilometri e chilometri (immaginate cosa succede nelle vallate montane) per raggiungere l’agglomerato urbano più vicino.

Sono queste le condizioni in cui mandiamo a formarsi i nostri giovani, questa la terra in cui facciamo crescere il futuro della nostra società. I primi risultati li vediamo già: i giovani che in questi ultimi anni affrontano l’università ed il mondo del lavoro sono sempre più ignoranti, sempre meno preparati, sempre meno “appassionati”. Puntano a fare i calciatori o le veline, non hanno gli strumenti per capire ed interagire con i cambiamenti che il nostro mondo stà attraversando.

In tutto questo si potrebbe vedere della mala fede: una società ignorante è una società più facilmente controllabile ed influenzabile, grazie al sempre maggior potere dell’informazione canalizzata. Possibile che la situazione sia già così disperata che nessuno se ne rende conto?

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Hahaha, che ridere.

Che ridere quando ti dicono “c’è da mettere in linea un sito web” e ti consegnano le screenshot delle pagine. Davvero da ridere.

Morale della favola: 5 ore passate a tagliare ed incollare immagini da una screenshot, componendo lentamente e con molta fatica (vim e css alla mano) una pagina identica alla screenshot. Tanto sono pagato. Profumatamente. Capiranno…

Il giorno che l’Italia scopri l’infrastruttura di Rete

Andamento in borsa di Telecom (ultimo mese)Impazza in questi giorni la discussione riguardo Telecom e le offerte per il suo acquisto provenienti dalla cordata messicano-statunitense della AT&T. L’offerta pervenuta al CDA dell’azienda di telecomunicazioni italiana infatti, è molto allettante (oltre 2.82 euro per azione, quando il loro valore prima che si diffondesse la notizia dell’offerta si assestava intorno ai 2,13) ed ha già portato un notevole incremento del valore delle azioni stesse in borsa (con l’impennata di ieri, il titolo è passato da 2,13 a 2,34 euro per azione) che taglierà ulteriormente fuori dai giochi la fantomatica cordata italiana che avrebbe dovuto fronteggiare “lo straniero” e assicurare Telecom a mani italiane.

La preoccupazione, stranamente, dei politici e dei giornalisti (e dei cittadini di conseguenza) è in particolarmente puntata sull’infrastruttura di rete, che (paradossalmente) è di proprietà di Telecom, nonostante sia un bene prezioso per la vita stessa dello Stato, mettendosi al riparo da pericolose ingerenze straniere, e per garantire la concorrenza sul mercato (cosa di cui ci si lagna già da parecchio tempo ormai nel settore). Dopo aver malamente svenduto un bene dello Stato in una pura ottica di privatizzazione barbara, buttanto letteralmente nel cesso miliardi di investimenti (Telecom vanta tra le altre cose una grossa rete in fibra ottica, già posata, completamente in disuso) e senza l’accortezza di dividere il controllo del mezzo fisico dalla fornitura dei servizi, ora lo Stato (nella sua accezione piu generale, inteso come “i cittadini italiani”) si rende conto che la sua libertà di comunicazione (e di intercettazione, ho letto, “doh!”) è in pericolo. Te la sei cercata, Italia. Te la sei cercata come cercano la multa coloro che superano la coda sulla corsia d’emergenza. Hai voluto far la furba? Ed ora resti scottata.

A questo punto, quello che spero sincerament, è che il Governo Prodi metta da parte il buonismo che ostenta per paura di critiche, e faccia (anche in questo caso) il bene del Paese, separando per legge infrastruttura fisica e fornitura del servizio (e ci sono motivazioni a livello di concorrenza che metà bastano, per farlo). Questo era già nei piani di Rovati in realtà, ma il buon Tronchetti Provera, che deteneva il controllo di Telecom (e la sua presidenza) con il suo 0,8% di azioni, non aveva trovato l’iniziativa di suo gradimento, e non se ne era fatto piu nulla.

Ora è giunto il momento di fare le cose con la forza. Statalizzare l’infrastruttura. Come sono/devono essere statali le autostrade, gli acquedotti, la rete elettrica, l’acqua…

Dal Corriere: l’euro ed i rincari

PRODOTTI 2001 2006 VARIAZIONE %
ACCENDINO 0.52 1.00 +92.3%
LOTTO GIOCATA MINIMA 0.52 1.00 +92.3%
PENNA A SFERA 0.26 0.50 +92.3%
LAVANDERIA CAPPOTTO 2.58 4.50 +74.4%
DETERSIVO PIATTI 1 L 1.15 1.90 +65.2%
SALE 1 KG 0.47 0.75 +59%
PARRUCCHIERE MESSA IN PIEGA 9.81 15.00 +53%
SIGARETTE 2.17 3.30 +52%
FUMETTI 1.65 2.50 +52%
PIZZA MARGHERITA 3.36 5.00 +48.8%
UOVA CONFEZIONE DA 6 1.09 1.60 +46.7%
RISO 1 KG 1.52 2.20 +44.7%
CANDEGGINA 1 L 0.70 1.00 +42.8%
FARINA 1 KG 0.57 0.80 +40%
JEANS 64.56 90.00 +39.4%
QUADERNONE 1.08 1.50 +38.8%
LIMONI 1 KG 1.37 1.90 +38.6%
SPAZZOLINO DA DENTI 1.81 2.50 +38.1%
OLIO DI SEMI 1.39 1.90 +36.6%
COLLANT 3.31 4.50 +36%
DEODORANTE STICK 2.30 3.10 +34.7%
DETERSIVO LAVATRICE 5.05 6.80 +34.6%
GAMBALETTI 1.38 1.85 +34%
SCATOLETTA GATTO GRANDE 1.14 1.50 +31.5%
CEREALI COLAZIONE 1.83 2.40 +31.1%
BIRRA 0,66 CL 1.03 1.35 +31%
BOLLETTINO C/C POSTALE 0.77 1.00 +30%
BIGLIETTO AUTOBUS 0.77 1.00 +30%
SUPLLÌ (1) 0.77 1.00 +30%
TONNO IN SCATOLA 7.09 9.99 +26.7%
BAGNOSCHIUMA 2.06 2.60 +26,2%
DADO 10 PZ 1.19 1.50 +26%
ASPIRINA 2.79 3.50 +25.4%
SAPONETTA 0.72 0.90 +25%
SCATTO TELEFONICO 0.062 0.078 +25%

Che dire… mi piacerebbe chiedere all’Istat che ne pensa, dove pensano di mettersi il paniere… se l’inflazione è davvero al 2 percento… Che poi… non sempre si trovano, i prezzi indicati in tabella… spesso sono piu alti…