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Dell’auto-isolamento di Google Plus

Sto inutilmente cercando da almeno 20 minuti un plugin di WordPress, un tool, una qualche funzionalità che mi consenta di aggiornare (come faccio con twitter nativamente, con Facebook via Twitter e/o NetworkedBlogs) il mio profilo di Google Plus; vorrei che apparissero le cose che dico (solitamente su Twitter) e/o i miei post su questo blog. Quello che, insomma, si vorrebbe far apparire su un Social Network. Invece non trovo nulla, e non è la prima volta che cerco. “Sembra quasi” che a Mountain View abbiano deciso di tenere Google+ il più chiuso possibile in se stesso, esattamente all’opposto di quanto Buzz faceva (integrando in modo piuttosto interessante per la verità post provenienti da un sacco di fonti diverse).

Non mi piaceva particolarmente, Google Buzz ma trovo piuttosto fastidioso Google Plus da questo punto di vista. Non so se sia io ad essere inacidito (leggere “vecchia zitella acida”), ma a distanza di vari mesi dal suo lancio in grande stile, Google Plus è, per quanto mi riguarda, solo “un altro” Social Network, e non un reale rivale di Twitter o (meglio) Facebook.
Ha introdotto features interessanti e soprattutto ha portato ad una revisione e ad una maggior integrazione delle altre Google Apps che uso (il lungo lavoro non è ancora finito, ma non disprezzo la visualizzazione delle “cerchie” in Google Contacts, l’unificazione dei profili di Gmail e via dicendo). Solo che il mio profilo non è aggiornato: non ho alcuna intenzione infatti di inviare il mio post a 15 social network diversi manualmente, quindi ciò che può essere aggiornato automaticamente da una singola fonte ben venga, il resto rimane vuoto.

Fatico in realtà (ed è questa la ragione per cui scrivo qui) a spiegarmi quale sia l’ingrediente mancante in Google Plus. Facebook ha probabilmente “la massa critica” per essere interessante come Social Network: ho faticato per mettere in piedi NetworkedBlogs una volta che i Facebook Developers hanno eliminato la possibilità di inserire Note attraverso il vecchio plugin di WordPress perché ricevo mediamente molti più commenti via Facebook che attraverso i commenti stessi del blog. Che sia solo la “massa critica quindi”? Non saprei: Twitter non ha certo la stessa massa critica di Facebook (per quanto in crescita) e forse neppure di Google Plus… eppure risulta interessante per la qualità dei commenti che si ricevono, per la pervasività che un’informazione riesce a raggiungere.

Finito il post, resto con i dubbi di quando l’ho cominciato. Magari qualcuno dei miei lettori ha una chiave di lettura migliore della mia…

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Un nuovo Facebook boom: strano?

facebook E’ curioso constatare come negli ultimi giorni, il “rumore” attorno a Facebook sia aumentato in modo sensibile, in Italia. Ne hanno cominciato a parlare i telegiornali (con le solite notizie scabrose, ovvio, ma di più non ci si può aspettare), ne ha cominciato a parlare la gente e si riscontrano incrementi nelle registrazioni assolutamente notevoli: si parla di italiani iscritti triplicati in 2 mesi, dato assolutamente non trascurabile visto che parliamo di oltre 2 milioni di italiani, con qualcosa intorno alle 35.000 nuova iscrizioni quotidiane.

Viene spontaneo chiedersi quale sia la causa di questo improvviso successo, soprattutto se consideriamo che Facebook non è esattamente quello che potremmo chiamare “una novità del web”, essendo nato oltre 4 anni fà

Cercando tra le news pubblicate dai giornali online che riguardino il famoso social network, scopriremo una certa prevalenza legata al sostegno a Roberto Saviano di qualche settimana fà: sarebbe bello pensare che sia questo il motore che ha spinto tanti italiani a registrarsi,ma che probabilità ci sono che sia vero? Il fenomeno di incremento esponenziale delle registrazioni (che ha un comportamento analogo a quello caratteristico del passa parola) si era in realtà già avviato ed è quindi molto più probabile che il sostegno degli utenti di Facebook a Saviano sia una causa della loro più massiccia presenza che non una giustificazione per il loro aumento.

Sembra purtroppo molto più probabile che tutto dipenda banalmente dall’introduzione della traduzione italiana, datata 14 maggio 2008… E’ mai possibile che ancora oggi gli italiani siano tagliati fuori dalle “rivoluzioni” (mi rendo conto che la parola è esagerata se associata a Facebook, ma volevo allargare il concetto all’uso avanzato di internet nel suo insieme) perché non padroneggiano gli strumenti di base (la lingua!) per comprendere ciò che accade?

aNobii.com out of beta!

Books E’ appena arrivata la notizia che aNobii.com, il social network di condivisione di libri più usato in Italia, esce ufficialmente dalla “beta” dopo aver raggiunto oltre 7.000.000 di libri. Si tratta di un passo importante (anche se non propriamente epocale, come si può facilmente dedurre dal post sul blog degli sviluppatori).

Sarebbe bello vedere aNobii.com sempre maggiormente integrato tra gli altri strumenti di social network, su tutti FriendFeed, che nonostante le numerose e ripetute richieste, non lo ha ancora aggiunto tra le fonti ufficiali (è vero che si può usare un classico feed rss, però…): gli sviluppatori infatti continuano ad affermare che stanno lavorando ad un supporto più ampio, customizzabile, da offrire gli utenti affinché ognuno possa aggregare le proprie fonti a prescindere dal supporto che FriendFeed offre.

Vedremo, nel frattempo… beh, scegliete uno di quei 7.000.000 di libri e buon viaggio 🙂

FriendFeed sta sfondando?

La nascita di web applications più o meno sociali, non è certo una novità. Non molto tempo fà, ho scritto (male per altro) di Plurk, l’ennesimo tentativo di spodestare twitter dal trono sul quale i blogger lo hanno posto. Spesso i nuovi social network nascono, fanno “il botto” e poi rapidamente muoiono, tornando nell’oblio da cui sono venuti (portandosi per altro dietro un carico di dati legati alle persone che vi si sono iscritti non sempre privi di valore).

Per FriendFeed invece, nonostante sia piuttosto giovane, le cose sembrano prendere una piega diversa: ha già raccolto l’adesione di numerosissimi esponenti di spicco della “blogopalla”, che ne stanno facendo un uso intensivo (tardando per altro a far nascere polemiche a riguardo, buon segno), rendendolo già piuttosto interessante per un nuovo iscritto.

I motivi del suo (possibile) successo sono diversi, ma quello principale è a mio parere l’approccio, che si discosta nettamente rispetto a molti altri social networks: non più la necessità di registrarsi, inserire montagne di contenuti, linkare “friends”, e poi dover mantenere aggiornato un account di un network che verte su un argomento che se anche scatenasse il nostro entusiasmo, difficilmente troverebbe lo stesso apprezzamento in tutta la folta schiera di amici che abbiamo linkato. In questo modo, infatti, la frequenza di aggiornamento si riduce, l’interesse medio per il social network proporzionalmente viene meno e presto o tardi la “bellissima piattaforma proposta” cade nel dimenticatoio.
FriendFeed propone un approccio diverso (degno una volta tanto di prendere davvero la “certificazione web-2.0”): integrazione ed aggregazione di moltissimi altri servizi già esistenti, consentendo di tenere sotto controllo, in un’unica paginata, tutta la vita “web sociale” che ci circonda, fornendo per altro una serie di funzionalità aggiuntive, quali la possibilità di commentare ed “apprezzare” azioni (di qualsiasi natura) di altri utenti.
Da questo punto di vista, potrebbe assomigliare per certi versi a Google Reader (del qual per altro aggrega le Shared Pages degli utenti), ma con un aspetto più spiccatamente sociale. Ho perfino letto da qualche parte che potrebbe prenderne il posto, anche se questa eventualità mi lascia piuttosto dubbioso: sono molto più propenso a ritenere che lo sprone “sociale” di FriendFeed gioverà a Google Reader, che ha proprio in questo aspetto una carenza piuttosto evidente (soprattutto nel vincolo con l’account Google Talk), facendogli fare un salto in avanti (sia questo nella direzione dell’eliminazione dell’aspetto sociale o del suo potenziamento ed allargamento).

Molto interessante la funzionalità degli “amici immaginari”, che consentono di sostituire un utente non registrato inserendo manualmente i feed e gli account ad esso relativi, in modo da poter sopperire alla sua mancanza sulla piattaforma (pecca, sotto questo punto di vista, nel segnalare la presenza di un account reale che riporta gli stessi dati che vengono inseriti o la possibilità di aggiungere feed ad utenti già esistenti, anche se solo localmente); in un certo senso questa possibilità va contro l’interesse stesso di FriendFeed (al quale gioverebbero invece le registrazioni), ma lo staff deve avere molta fiducia nel nuovo portale, al punto da potersi permettere di attendere un ritorno nel medio termine anziché immediato.

Altro aspetto interessante, è quello di consentire l’allargamento della propria schiera di conoscenze tramite la visualizzazione delle attività degli amici di amici (spesso interessanti tanto quanto gli amici stessi) e l’assoluta mancanza di “punteggi” (che hanno invece fatto in parte la rovina di Plurk).

Inutile dire che non tutte le ciambelle riescono al primo colpo con quattro o cinque buchi, che non è tutto oro ciò che luccica, che si inciampa sempre in qualcosa: la piattaforma attualmente coperta da FriendFeed presenta alcune sensibili pecche, su tutte (almeno personalmente) la mancanza del supporto per Anobii.com.
Ho naturalmente già inviato un suggerimento allo staff in questo senso e mi hanno prontamente (e diplomaticamente) risposto che “terranno conto del suggerimento”. Almeno hanno risposto, ulteriore segno di interesse, apertura e serietà 🙂

aNobii

Dopo averlo scoperto ed essermi iscritto, ho passato 3 ore ad inserire la prima scaffalatura di libri della mia camera.

I libri sono tanti, e rivedendo alcune copertine mi sono tornati in mente momenti della mia vita a cui non pensavo più, volti che quasi non ricordo, sprazzi di vissuto che avevo riposto in un cassetto sperando di non rivedere mai più ed altri che avevo ingiustamente dimenticato.

Un libro è un viaggio, e non solo nel mondo della fantasia. Questo viaggio lo si può condividere con altre persone, ma in Italia si legge sempre meno, purtroppo…