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Dell’infuocata battaglia dei sistemi operativi

Il sempre interessante Luca Annunziata scriveva qualche giorno addietro su Punto Informatico relativamente a Windows Seven (capirò mai se si usa il numero o la versione testuale?), concludendo con un paragrafo dedicato al previsto rilascio quasi parallelo, questo autunno, di Apple MacOSX “Snow Leopard” e Windows Seven, prevendendo una “battaglia infuocata”. Ammetto che per concludere l’articolo, la scelta di Luca sia assolutamente legittima (e condivisibile), ma c’è un breve appunto che vorrei fare sulla questione, facendo un passo indietro e considerando l’evoluzione dei sistemi operativi in senso più generale.

Il flop di Vista è a mio avviso legato a doppio filo alla saturazione del mercato, che incide soprattutto sul concetto di obsolescenza programmata: pare che l’utente medio cominci a domandarsi che senso abbia sostituire il proprio hardware o il proprio software per ottenere in cambio qualche effetto grafico più simpatico (dov’è finita la campagna “Wow” di promozione di Windows Vista?).

Microsoft sembra aver parzialmente compreso la (dura) lezione impartita dal mercato e se da un lato si cautela maggiormente sul fronte “dichiarazioni alla stampa” (per non deludere le mirabolanti promesse), dall’altro lavora sodo affinché il nuovo sistema operativo sia un reale passo avanti rispetto a Windows Vista (prevedendo per altro, pare, un taglio dei prezzi e del numero di versioni rilasciate al pubblico), ma non nell’ottica di uno stravolgimento del sistema (come invece è in parte accaduto tra XP e Vista), bensì rendendolo semplicemente migliore.

Il motivo di questa scelta è presto detto: la funzione di un sistema operativo, tecnicamente parlando, è solo quella di mettere in relazione tra loro l’hardware del computer con le applicazioni che ne vogliono fare uso. Punto. Niente gingilli e ghirigori vari. Comprenderete immagino che questo significhi che in termini “evolutivi”, di passi avanti realmente innovativi se ne possano fare ben pochi, e se ne siano fatti ben pochi dalla notte dei tempi.
Per ovviare al problema e riuscire a vendere nuove versini con frequenze accettabili, Microsoft (ma non solo) ha “infarcito” il concetto di sistema operativo finendo con il fargli appartenere anche tutta una serie di applicazioni (ad esempio Internet Explorer o il Media Player) e funzionalità (ad esempio la capacità di agire da Media Center, o come si prevede con Seven, il poter dialogare con periferiche DLNA), che però ad un certo punto raggiungono anch’esse un “arresto evolutivo”, costringendo le case alla ricerca di nuove strategie di vendita.
Ecco allora che, scartato il “nuovo” (Vista), Microsoft torna sui propri passi, intervenendo solamente a suon di affinamenti progressivi, bugfix e poche nuove funzionalità, esattamente come fa’ Apple ormai da diversi anni con le successive versioni di MacOSX.

Dopo questa necessaria, premessa, torno rapidamente a quanto affermato da Luca ed in particolare all’autunno caldo previsto: già a fine aprile verrà rilasciata la nuova versione di Ubuntu, la più famosa distribuzione GNU/Linux user-oriented, ed entro l’autunno (ad ottobre in realtà) ne verrà rilasciata un’ulteriore versione. Esattamente come per Windows Seven e Apple MacOSX “Snow Leopard”, non possiamo (e non dobbiamo!) attenderci Jaunty Jackalope e dalla release successiva (Killer Komodo?) impressionanti salti avanti o introduzioni di stupefacenti features, ma il pur lento affinamento di GNU/Linux, già oggi impressionante se paragonato solo a qualche anno fà, procede a “velocità doppia” (se non quadrupla) rispetto agli altri sistemi operativi sul mercato e forse, alla fine della fiera, è questa la vera novità…

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E venne Windows 7…

Con la presentazione di ieri al CES 2009 è ufficiale: il successore di Windows Vista, nome in codice “Windows 7”, è in dirittura d’arrivo. La prima beta ufficiale, dedicata agli sviluppatori ed ai tester, sarà scaricabile da questo pomeriggio dal sito ufficiale del progetto (forse previa registrazione ai servizi MSDN o TechNet?), sebbene solo in 2.500.000 copie (ovviamente non si faticherà a trovarne ulteriori dai circuiti peer-to-peer…).

Nel frattempo, le prime recensioni ed impressioni cominciano ad essere disponibili qua e la, basate sulla presentazione fatta ieri al CES 2009, su quanto promette Microsoft sul sito ufficiale, o su più concrete prove in vivo, poco importa. A differenza di quanto accadde con Vista, questa volta Microsoft parte sin da buon principio con un approccio maggiormente orientato alla community (addirittura promettendo che “7” sarà “costruito sulla base delle richieste degli utenti“) che potrebbe garantire non solo un software di maggior qualità (cosa che tutti speriamo ma che dipenderà esclusivamente dall’abilità dei programmatori di casa Microsoft e dal tempo che sarà stato dedicato allo sviluppo del nuovo sistema operativo) ma anche una molto maggior visibilità e pubblicità (più o meno positiva lo vedremo).
L’esperienza Vista, nel frattempo, ci insegna che anche investendo in pubblicità non sempre i conti tornano: negli Stati Uniti il battage pubblicitario del successore di Windows XP è stato implacabile, eppure le vendite di Vista continuano a non raggiungere le aspettative (costringendo per altro ad un anticipo piuttosto marcato nei tempi di rilascio di “Windows 7” che potrebbe arrivare nei negozi già entro quest’estate, anche se Microsoft lo annuncia per novembre 2009) e risulta quindi importante (se non fondamentale) accompagnarlo da un prodotto poi serio e di buona qualità.

Certo in Microsoft non avranno mancato di notare che per la prima volta nella storia recente, la leadership dei sistemi operativi “Made in Redmond” non è più totale come lo era fino a poco tempo fà: la quota di mercato dei Windows Like infatti è scesa sotto il 90% (comunque non irrisoria, converrete), essenzialmente a favore di Mac OS X ma anche di tutta una serie di distribuzioni Linux, Ubuntu in testa, che non mancano di fare una concorrenza spietata, sul campo tecnologico ma anche pubblicitario, al leader di mercato.

Per valutare l’aspetto tecnologico e le innovazioni del nuovo venuto in casa “Gates & friends” dovremo attendere di poterlo provare in vivo (e ho come l’impressione che quei 2.500.000 download disponibili ce li fumeremo in qualche ora). Nel frattempo qualche considerazione la possiamo fare, al di là della “fuffa” che il marketing ci propina:

  1. In primis, và notato che tra il rilascio di Vista e il completamento dello sviluppo di “7” saranno passati tra i due ed i tre anni, un tempo assolutamente insufficiente non solo per realizzare un nuovo sistema operativo, ma anche solo per lavorare in modo incisivo alle parti più importanti del sistema. Se le differenze che abbiamo potuto apprezzare tra XP e Vista (e non sono moltissime, in fin dei conti) hanno necessitato di oltre 5 anni di lavoro, non possiamo che attenderci differenze ben inferiori tra Vista e “7”.
    E se le novità “promosse da Microsoft” sono solo quelle della pagina What’s new del sito ufficiale… beh, siamo a cavallo…
  2. Viene poi l’annosa questione dei requisiti hardware e dell’obsolescenza programmata: quanti saranno disposti a cambiare pc dopo soli (al più!) 3 anni dall’acquisto di quello Vista Capable?
    Per far girare il nuovo “Windows 7” Microsoft chiede un sistema con processore da 1 Ghz , 1 Gb di RAM e 16 Gb di disco fisso, oltre ad almeno 128 Mb di memoria video ed il supporto per le librerie grafiche avanzate DirectX 9. Niente di eccezionale, di per sé (stavolta non hanno commesso l’errore di annunciare requisiti hardware da infarto per poi dimezzarli prima dell’uscita, come invece era accaduto con Vista), ma dobbiamo tener presente che si tratta dei requisiti minimi; per far girare Windows 7 in modo minimamente decente, avremo bisogno probabilmente di almeno il doppio delle caratteristiche, il che comincia a non essere necessariamente ovvio…
  3. Fattore importante da considerare è che il lancio di “Windows 7” manderà automaticamente in pensione Windows XP, ad oggi da molti consumatori considerato come una “piattaforma di salvezza” di Windows Vista, al punto che ancora oggi sono molto richiesti di “downgrade” di versione. Se la “piattaforma di salvezza” di “Windows 7” sarà Vista, c’è da sperare (per Microsoft) che il nuovo sistema sia davvero “semplice, affidabile e veloce” come promesso da Ballmer al CES 2009… Il fatto comunque che di “Windows 7” ne esista una versione a 32bit (ancora??) fa venire i brividi freddi…
  4. Come per Vista, le modifiche all’interfaccia grafica sono quelle che indubbiamente appaiono come maggiormente visibili di primo acchito, ma nel “day-by-day” sarà solo e soltanto ciò che sta “sotto il cofano” a fare la differenza. La percezione attuale di Vista è che “sotto il cofano” si nascondano più “magagne” che miglioramenti (al punto che in poco meno di 2 anni sono praticamente usciti ben 2 Service Pack…)

Ciò detto, possiamo solo augurarci (ed augurare a Microsoft, naturalmente) che Windows 7 sia, finalmente, un sistema operativo degno di questa classificazione, anche perché di “innovazioni”, nel panorama dei sistemi operativi, ne vedo davvero poche all’orizzonte…
Cosi non fosse, saranno guai per gli utenti e gioie per chi come il sottoscritto (lavorando con Linux) agli utenti fornisce assistenza

Ancora di numeri e sistemi operativi

Secondo post in due giorni dedicati alle statistiche che periodicamente la società francese XiTi Monitor pubblica sul proprio sito web: dopo aver parlato, ieri, di browser web, oggi è il turno dei sistemi operativi.

Avevo già affrontato il discorso delle quote di mercato relative ai sistemi operativi qualche tempo fa, e concludendo proprio chiedendomi quali fossero le percentuali “assolute” del mercato. XiTi Monitor sopperisce a questa mia domanda con dati particolareggiati e molto interessanti. Una doverosa precisazione da fare sotto questo punto di vista, è legata alla natura stessa dei dati pubblicati: le statistiche vengono condotte sulla base di visite a siti web e quindi (soprattutto per i sistemi operativi) vanno presi con le pinze.

I dati, in ogni caso, non lasciano spazio a particolari interpretazioni: i sistemi operativi della Microsoft raccolgono un totale del 95% del mercato, come preventivabile. Relegati al ruolo di comparse Apple MacOS X (3,7%, più o meno equamente distribuiti tra piattaforma PPC ed Intel) e Linux (0,9%).

Dato però importante è quello delle variazioni su base annua, che vedono i sistemi operativi “alternativi” rosicchiare quote di mercato al colosso Microsoft (che d’altra parte non può far altro che, da buon monopolista, seguire l’andamento di un mercato dal proprio punto di vista completamente saturo): mentre i sistemi operativi Windows passano da 95,49% a 94,96% (stabilizzatosi poi sugli ultimi due mesi dell’anno), sia MacOS X che Linux guadagnano punti percentuale durante il 2007, rispettivamente 0,49% e 0,11%.

Sicuramente più interessante l’analisi delle variazioni all’interno della piattaforma Windows, con il (prevedibile) “balzo” di Windows Vista (rilasciato a fine gennaio al mass-market, ottiene un poco convincente 11,57% a dicembre) che però non va ad intaccare solamente le quote di Windows XP (che perde solamente l’8% delle quote di mercato, assestandosi a quota 83,7%) ma soprattutto i sistemi più vecchi (Windows 2000 perde più del 2%, Windows 98 l’1%, Windows ME lo 0,5% circa): che uno dei meriti di Windows Vista sia stato (perlomeno) quello di dare spunto per un rinnovo del parco macchine più datato?