Quanto siamo lontano da 1984 di Orwell?
Non sto facendo dietrologie, sospettando del tecnocontrollo di Google o di Echelon, ma facendo un chiarissimo riferimento alla notizia, circolata già alcuni giorni fà, che i teenagers inglesi (aventi età superiore a 14 anni) verranno sottoposti a schedatura ed i relativi dati memorizzati in un grande archivio centralizzato consultabile online (e chi ne capisce di informatica non faticherà ad immaginare quanto a lungo quei dati saranno anche solo minimamente protetti da malintenzionati): identificativo personale, dati personali, percorso formativo, tutto a disposizione di università e futuri datori di lavoro, affinché possano scegliersi il proprio precario nel grande bacino degli studenti.
Ovviamente la notizia ha sollevato numerose polemiche, soprattutto dalle organizzazioni per la difesa della privacy e dei diritti umani, dai genitori e dagli insegnanti dei ragazzi in questione, ma anche da parte dei politici dell’opposizione (che in Italia avrebbe invece apprezzato moltissimo una decisione di questo genere, visto che aveva precedentemente dato vita a quell’accrocchio che era il decreto Pisanu), anche se in Italia il risalto dato all’iniziativa è praticamente nullo.
Personalmente trovo l’idea alquanto spaventosa: consegnare nelle mani dei selezionatori tutti quei dati sui giovani, oltre a violare il diritto all’oblio per le “ragazzate” o “debolezze” di gioventù, genera una disparità di conoscenze incredibile. Per parcondicio, non si dovrebbe fornire ai ragazzi un profilo molto dettagliato dell’azienda in questione, compresi i stipendi, orari di lavoro e commenti raccolti da tutti i lavoratori, assunti e licenziati, degli ultimi 25 anni? O forse questo potrebbe risultare un po’ scomodo? Ecco, il concetto è lo stesso…
La tendenza a cui assistiamo da diverso tempo, purtroppo, non fa proprio ben sperare: quanto a lungo riusciremo ancora a difendere la nostra privacy?