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Informatica e popoli

europa.pngMi trovo in questo momento in disparte (c’era un cavetto rj45 tutto solo e lo sto consolando) ad un workshop tecnico relativo alla certificazione EUCIP IT Administrator al quale sono supposto intervenire questo pomeriggio.

Il workshop è destinato a rappresentanti di enti di certificazione e “national bords” stranieri che volessero “importare” la certificazione in oggetto nei relativi paesi. Ci si potrebbe aspettare la presenza di nazioni come Francia, Germania o Inghilterra, nazioni “informaticamente avanzate”, con una popolazione numericamente importante. E invece, a fianco allo stupore di non vedere nessuno di questi paesi tra i presenti, stupisce altrettanto la presenza di paesi come la Romania, l’Estonia, la Polonia,  Grecia, Croazia, a fianco di Irlanda, Spagna e Norvegia (rappresentata anche da Renny B. Amudsen, uno dei finalisti del concorso Best European Blog).

L’informatica è sicuramente, per questi paesi la cui economia non è ancora lanciata a livello mondiale come quella delle altre nazioni prima citate, una fonte importante di crescita: ho l’impressione che la formazione informatica che in Italia viene vista come un costo, venga presa molto sul serio in queste nazioni, e che presto ne vedremo i risultati diretti, sulla pelle dei nostri professionisti dell’IT…

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Civilissima Italia…

Proprio ieri scrivevo di razzismo, di immigrazione, di Rumeni, di provvedimenti dello stato dopo la morte della povera Giovanna Reggiani. Ne riparlavo oggi, a pranzo, con Laura (che ha posizioni alquanto differenti dalle mie, su questo aspetto).

La mia paura principale, ieri, oggi, era il linciaggio mediatico/politico che è stato montato nei confronti della comunità rumena in Italia. Scrivevo ieri, relativamente alle affermazioni di Veltroni (ma vale anche per quelle di Prodi e degli altri politici che più o meno indistintamente si sono espressi sulla vicenda) che

poco valgono, nell’orgia mediatica, le precisazioni da lui fatte relativamente ai tanti rumeni che invece vivono e lavorano civilmente nel nostro paese.

Ed evidentemente era una paura giustificata, visto che una decina di ignorantissimi razzisti (italianilidl-torbellamonaca-rom.jpg), per di più vigliacchi (hanno agito a volto coperto), hanno aggredito nel tardo pomeriggio 4 rumeni nel parcheggio di un centro commerciale di Tor Bella Monaca, con pugni, bastoni, spranghe e coltelli, spedendone tre all’ospedale, uno dei quali in fin di vita.

Ora, io questa reazione me l’aspettavo. Conosco i miei connazionali, era nell’aria. Era nell’aria da tempo, non solo dopo le parole dei politici di ieri. E’ nell’aria da anni, con la Destra e la Lega costantemente impegnate a fomentare l’odio razziale, a promuovere fiaccolate “contro l’Islam”, leggi discriminatorie e via dicendo. Ma certo le parole di ieri hanno un peso importante su quanto avvenuto oggi pomeriggio.

E allora mi chiedo: Veltroni, oltre al condannare il gesto di oggi (ci mancherebbe altro), al voler precisare (in ritardo ed inutilmente perchè il messaggio non passa) che si appella “ai valori della convivenza civile e non della vendetta”, non si sente un po’ colpevole di quello che è successo? Non è il caso di pensare più a lungo, a come proporre delle iniziative, prima di mettere in mezzo qualche innocente? Perchè c’era modo di dirlo diversamente… bastava riflettere e non agire d’impulso… qualcosa che mi aspetto che un Politico del Suo calibro sappia fare…

E lo stesso vale per tutti gli altri politici che ieri ed oggi si sono espressi duramente contro una comunità nel suo complesso, relegando le doverose precisazioni ai margini se non addirittura tra le righe delle proprie affermazioni… l’abolizione del meccanismo della “vendetta” è stata una delle più grandi conquiste dell’umanità negli ultimi secoli, eppure oggi stiamo rapidamente regredendo allo stato dei nomadi arabi del deserto che la praticavano come forma di giustizia privata.

A quando il ripristino della pena capitale in Italia? Quanti italiani sarebbero pronti a votarlo?

Questa nostra (xeno)fobia diffusa…

are we so different?Stiamo attraversando un periodo storico difficile; un periodo storico che vede il mescolarsi delle culture, l’apertura delle frontiere (non solo quelle fisiche), un mondo che evidentemente ci spaventa, fa aumentare quella naturale paura del “diverso” che tutti noi abbiamo. Se a questo aggiungiamo l’abitudine della mente umana a trarre conclusioni dal particolare visibile ignorando il generale noto, il pasticcio è fatto.

Il razzismo xenofobico, in Italia, ha raggiunto livelli che non mi sarei mai aspettato, coinvolgendo anche persone sulle quali avrei fatto, un tempo, affidamento.
Avendo vissuto parecchi anni all’esterno, ho ben presente il significato di essere “il diverso”, “lo straniero” e come tale essere giudicato, valutato, considerato. E’ forse un’esperienza che dovrebbero fare molti dei miei connazionali, e che purtroppo viene loro preclusa dalla vita (occasioni perse, ignoranza, povertà…).

Solo di ieri, l’ultimo caso: una donna, a Roma, è stata seviziata e ridotta in fin di vita (apparentemente) da un ragazzo ventiquattrenne di origine rumena. Si tratta senza dubbio di un atto incivile, di qualcosa di illegale, e come tale, nel momento in cui verrà provata la colpevolezza dell’accusato, punito. Ma questo, a prescindere dalla nazionalità dell’accusato!
Invece Walter Veltroni, sindaco di Roma, si è ieri scagliato “contro i rumeni”, visto che a poco valgono, nell’orgia mediatica, le precisazioni da lui fatte relativamente ai tanti rumeni che invece vivono e lavorano civilmente nel nostro paese.

E naturalmente (come poteva non essere cosi) oggi è la Destra a ribadire il concetto, chiedendo (ancora) nella persona del lidear di AN Gianfranco Fini (che ha oggi sfruttato ampiamente, mediaticamente parlando, quanto successo ieri) che vengano espulsi non solo i cittadini rumeni autori di delitti, ma anche coloro che non hanno un reddito e mezzi certi di sostentamento.

E gli italiani senza reddito e mezzi di sostentamento certi? Sono forse meno pericolosi? Fini si illude forse che cacciando dall’Italia tutti gli stranieri avremo un’Italia migliore? Cercare di risolvere i problemi coprendosi gli occhi e accusando la persona più lontana di essere l’artefice di tutti i nostri mali, addossando di riflesso alla sua comunità tutto il peso delle nostre paure, tutto l’odio represso dei nostri concittadini, non aiuterà questo disperato paese…