Ma guarda un po’: dopo tanti incontri, dopo aver proclamato e fatto appello ai più nobili valori della classe politica italiana, dopo essersi fatto desiderare e dopo aver riguadagnato parte del terreno perso nei mesi precedenti, ecco che Berlusconi, quasi fosse una bella donna, si nega all’ultimo momento, facendo saltare il mitico accordo elettorale.
Non che la cosa mi dispiaccia (senza l’accordo con “Forza Italia”, Veltroni difficilmente riuscirà a portare avanti una legge elettorale che toglie voce ai piccoli partiti), ma posso dire “me l’aspettavo” senza essere accusato di parzialità?
Non era forse prevedibile che Berlusconi, in veste di leader di uno dei due principali partiti in Italia, avrebbe cercato di barattare il suo accordo su una legge elettorale (che senza di lui non si può fare) con tutta una serie di emendamenti a proprio favore? Ora parla della Gentiloni, ma una volta ottenuta quella pensate forse che il Cavaliere mollerà la gallina dalle uova d’oro? La mossa di smettere di chiedere la caduta del Governo un cambio dell’accordo sul Mattarellum è servita a portare avanti il machiavellico piano, ma ora la richiesta potrebbe scattare di nuovo, magari con il pretesto di una delle tante incrinature che quotidianamente percorrono la maggioranza (ultimamente s’è proposto insistentemente Dini, soprattutto da quando Berlusconi ha cominciato a parlare di “campagna acquisti”).
Ora che il “grande accordo a destra” di Veltroni è saltato, pensa forse il leader del Partito Democratico che troverà conforto nella “sinistra alternativa”, o cercherà aiuto direttamente in Vaticano, nella speranza che un appello del santo padre dia forza e vigore al suo nuovo progetto per la legge elettorale?
A volte mi viene il dubbio che a sinistra siamo tutti imbecilli. Quando fu il momento di fare la legge elettorale, lo scorso governo la portò avanti a colpi di fiducia (nonostante l’avesse presentata quella cima di Calderoli); noi ci ostiniamo a voler essere onesti, e puntualmente la prendiamo in saccoccia.
Mi pongo delle domande…