Il nostro paese, l’Italia, sta andando a rotoli, trascinato da una dittatura mediatica dalle proporzioni indefinibili verso un egoismo profondo ed una xenofobia schizofrenica tramite una malainformazione (e vi prego di riflettere sulla differenza rispetto alla parola “disinformazione”) diffusa, efficace e penetrante.
Difficile anche dire se il “punto di non ritorno” sia stato passato: troppo pochi i precedenti (soprattutto nei paesi del così detto “primo mondo”), troppo difficile fare quel passo indietro che regali un minimo di obiettività.
Tutti però ci rendiamo conto che il momento è cruciale, del numero di cambiamenti che hanno spinto l’Italia su questa nuova strada, negli ultimi 10 anni. L'”esperta guida” di Silvio Berlusconi e dei suoi accoliti e l’incapacità cronica di offrire una vera alternativa da parte dell’opposizione (sia essa di centro o di sinistra) hanno drammaticamente modificato questo paese, forse lasciando emergere con più chiarezza certe sue caratteristiche.
Sul panorama politico internazionale l’Italia è ormai emarginata, su quello interno malata cronica.
Scrivo per prendermi le mie responsabilità, ma soprattutto per rinfacciarle ad ognuno di voi, ognuno di coloro che ora stanno davanti a queste parole a leggere e riflettere: non abbiamo fatto abbastanza per salvare il nostro paese, a prescindere da quella che sarà la fine ultima di questa rovinosa caduta. Potevamo fare di più, si, potevamo. Avremmo potuto parlare meno ed agire di più, avremmo potuto scendere a compromessi in certe situazioni ed essere più fermi in altre. Abbiamo accumulato, nel corso degli anni, responsabilità che ora gravano su di noi come montagne e saremo ricordati dalla Storia come “coloro che hanno fallito”. O più semplicemente saremo dimenticati, accomunati a coloro che hanno accettato il regime, l’ideologia dominante, che si sono accodati e sono saltati sul carro del “vincitore”, prima che questo precipitasse oltre il ciglio dello strapiombo.
E chi tra voi dirà “io no, non ho responsabilità!”… beh, lui sarà il principale accusato. Lasciatemi concludere citando le parole di un noto cantautore, che ben si prestano allo scopo:
Anche se il nostro maggio
ha fatto a meno del vostro coraggio
Se la paura di guardare
vi ha fatto chinare il mento
Se il fuoco ha risparmiato
le vostre millecento
Anche se voi vi credete assolti
Siete lo stesso, coinvolti.