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Cara sinistra ti scrivo

Cara Sinistra, ti scrivo.

E non perché “così mi distraggo un po”, come cantava tanti anni fà Lucio Dalla, ma tentare di svegliarti dal torpore in cui ormai da anni sei caduta. Un torpore che ti ha impedito di renderti conto che il mondo sta cambiando, che ti ha portato a perdere il contatto con i cittadini, con il popolo, con la piazza. Un torpore che ti ha portato a perdere di vista ideali e battaglie, fossilizzando il lavoro su argomenti forse obsoleti, forse di poco conto, sicuramente inefficaci. Un torpore che ha rosicchiato la tua base elettorale, migrata in massicce dosi non al centro, o ai progressisti, ma alla Lega Nord.

E’ giunta l’ora della sveglia, cara Sinistra. E deve essere una sveglia forte, tanto forte da far saltare le teste di coloro che ti hanno guidata verso il buio di questo tunnel (per inettitudine, per incompetenza o per interesse poco importa) del quale oggi non vediamo l’uscita. E’ giunta l’ora della sveglia, cara Sinistra: è giunta l’ora di alzarsi nuovamente, di tornare in piazza, tra la gente, di ristabilire il contatto con il popolo, di riprendere la lotta di tutti i giorni.

In questi ultimi anni, nella tua colpevole e silenziosa assenza, il Paese è cambiato: si è impoverito, si è umiliato, si è fermato. E’ diventato razzista, omofobo, vendicativo, individualista.
Cogliamo l’occasione di questa batosta elettorale, di questa assenza dal Parlamento per riprendere coscienza di noi stessi, come quando i muscoli ti fanno talmente male che potresti contarli uno per uno. Prendiamo coscienza e torniamo tra la gente, torniamo a parlarci, a discutere, a comprendere ed a far comprendere ragioni, ideali, idee.

E’ giunto il momento, cara Sinistra, di tornare a lottare per le strade. Io sono pronto, tu?

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