Da un’intervista di Altroconsumo a Enrico Paolini, si desume che Italia.it tornerà online. E forte, per altro, di nuovi (ingenti) fondi pubblici, che stavolta non verranno sperperati in schifido codice html, ma consegnati alle Regioni, che li dovrebbero usare (previa regolare gara d’appalto) per produrre i contenuti necessari al rilancio del portale. Al di la del fatto che l’uso della parola “appalto” in Italia viene sempre accompagnato da un forte odore di bruciato, questo sembrerebbe essere un notevole passo avanti: capire che il web sono contenuti e non strutture (per di più di dubbia qualità).
Quello però che ancora non si è capito, è il fatto che non si senta la necessità di un sito in cui una serie di realtà fanno autopromozione. Ci sono migliaia e migliaia di pagine web che sproloquiano a destra ed a sinistra delle italiche bellezze regionali: si sente proprio il bisogno di un’ennesima fonte (con la stessa autorevolezza peraltro)? Dove stà l’innovazione, ministro Nicolais? Non era forse meglio investire in uno strumento a disposizione dei turisti, che potesse semplificare loro la visita nel Bel Paese?
Speriamo di evitarci, almeno questa volta, l’inglese del buon Rutelli…