Passa la finanziaria (nonostante le feroci critiche piovute un po’ ovunque) e viene il momento di capire, nel merito, cosa cambia. Come al solito, purtroppo, per capire cosa effettivamente cambia “a valle” di un decreto di programmazione finanziaria (e non solo), c’è bisogno di rivolgersi ad un avvocato, o comunque a qualcuno che di “legalese” ne capisca qualcosina. Oppure ci si affida ai mass media, che di tanto in tanto se ne escono con analisi approfondite dei provvedimenti inseriti in un decreto.
Nel caso della finanziaria 2007 però, c’è un qualcosa che salta agli occhi di tutti (e soprattutto ai lavoratori autonomi che fatturano meno di 30.000 euro l’anno, come il sottoscritto), il “forfettone“: pressione fiscale al 20% (imposta sostitutiva), niente IVA (nemmeno da indicare in fattura), gestione semplificata al punto che si può probabilmente fare anche a meno del commercialista, e l’agevolazione sull’IVA che avvantaggia anche i clienti impossibilitati a detrarre l’IVA (o in costante credito, come le case editrici). In più, non vedo limitazioni di tempo (il forfettinoè valido solo tre anni), ne scadenze.
Rispetto alla situazione già rosea del forfettino, la pressione fiscale è praticamente dimezzata, da quello che posso capire (andrò a parlare con il commercialista nei prossimi giorni per fare il punto della situazione).
Ora è il momento di pensare (decisamente) ai lavoratori dipendenti. Una volta tanto, un applauso al governo e, per l’ennesima volta, una applauso al ministro dell’Economia Tommaso Padoa Schioppa.