Si cominciano a vedere gli effetti delle elezioni presidenziali in Francia di qualche mese fa. I provvedimenti che il Presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy (già ministro dell’interno all’epoca degli “scontri delle banlieues” di alcuni mesi fa) comincia a prendere, hanno suscitato negli ultimi giorni dubbi e perplessità in certi casi, violenti scontri in altri. I due provvedimenti più eclatanti sono quelli che coinvolgono la lotta alla pirateria musicale e la riforma delle università.
Il primo dei due provvedimenti prevede, nell’ottica della lotta alla pirateria musicale, che venga monitorata l’attività degli utenti francesi tramite l’aiuto dei provider, e che venga “staccata” (dopo essere stati avvertiti tramite email dissuasive) la connessione ad internet per quegli utenti che si rendono responsabili di download illegali di materiale protetto da copyright. In cambio, le case discografiche si impegnano a non includere drm ai file venduti legalmente.
Se l’idea potrebbe sembrare a primo acchito quasi interessante, i dubbi e le perplessità sollevati da questo provvedimento, fortemente voluto proprio dal Presidente Sarkozy in persona, sono davvero molti: in particolar modo questa decisione mette in crisi la neutralità della rete in Francia e la privacy dei cittadini d’oltralpe, con lo scopo di tutelare (discutibili, secondo il sottoscritto) diritti delle major discografiche e cinematografiche. Ma i dubbi maggiori vengono sollevati a livello tecnologico: come si pensa che sarà possibile discernere i files “illegali” da quelli legali, magari diffusi sotto licenze Creative Commons? Ci saranno delle persone pagate per analizzare brano per brano tutto il contenuto del circuito peer-to-peer, oppure assisteremo alla criminalizzazione selvaggia di tutto quello che passa sui network di questo genere (spesso utilizzati anche per il download legale di distribuzioni Linux e simili)? A poco vale la promessa delle major discografiche di far “saltare i lucchetti digitali” dai brani venduti: si è già ampiamente dimostrato che il drm è fallimentare (e già tecnologicamente sorpassato), quindi non si tratta certo di una merce di scambio…
Il secondo provvedimento, invece, riguarda la riforma delle università, ed ha già causato numerose manifestazioni da parte degli studendi, che hanno provocato la sospensione delle lezioni in numerose università, tra le quali la famosa Sorbonne di Parigi, dove i violenti scontri tra studenti che manifestavano contro il provvedimento in questione e quelli che volevano invece raggiungere le aule, hanno costretto venerdi mattina il rettorato a chiudere l’università fino a lunedi 26.
Il provvedimento in questione, anch’esso fortemente voluto da Sarkozy, aumenterebbe l’autonomia amministrativa degli atenei francesi, con il preciso scopo di far entrare il capitale privato nelle università, trasformandole di fatto in sistemi di produzione di lavoratori anzichè centri di conoscenza e formazione.
Dello stesso pacchetto legislativo fa parte anche il provvedimento di riforma dei “regimi speciali di pensione”, contro i quali era stato indetto un lungo sciopero del settore dei trasporti e del pubblico impiego, che ha paralizzato la Francia per diversi giorni (con ricadute pesanti sia sulla popolazione francese, ma anche con conseguenze sulle linee ferroviarie internazionali dirette o provenienti dalla Francia), e che era stato sospeso proprio venerdì mattina (dove rimaneva comunque un’adesione del 24% dei lavoratori SNCF), alla notizia dell’apertura di un tavolo di trattativa sociale sulla normativa in questione (ma non sull’autonomia amministrativa degli atenei universitari).
Il “metodo Sarkozy” comincia a farsi dunque sentire pesantemente in Francia, e ci si può aspettare che non si tratti solamente di casi isolati. Ne vedremo delle belle…