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Corsi e ricorsi storici

Assedio al parlamento

ateneinrivolta via Flickr

Traggo da “Quotidiano Nazionale” del 23/10/2008, intervista (fonte qui e qui) di Andrea Cangini (D) a Francesco Cossiga (R).

D – Presidente Cossiga, pensa che minacciando l’uso della forza pubblica contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato?
R – Dipende, se ritiene d’essere il Presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto benissimo. Ma poiché l’Italia è uno Stato debole, e all’opposizione non c’è il granitico PCI ma l’evanescente PD, temo che alle parole non seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia.
D – Quali fatti dovrebbero seguire?
R – Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand’ero Ministro dell’interno.
D – Ossia?
R – In primo luogo, lasciar perdere gli studenti dei licei, perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito…
D – Gli universitari, invece?
R – Lasciarli fare. Ritirare le forze di polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città.
D – Dopo di che?
R – Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e carabinieri.
D – Nel senso che…
R – Nel senso che le forze dell’ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano.
D – Anche i docenti?
R – Soprattutto i docenti.
D – Presidente, il suo è un paradosso, no?
R – Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!
D – E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del genere? In Italia torna il fascismo, direbbero.
R – Balle, questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l’incendio.
D – Quale incendio?
R – Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro il Movimento studentesco e la sinistra sindacale.
D – E’ dunque possibile che la storia si ripeta?
R – Non è possibile, è probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché il fuoco non fu spento per tempo.
D – Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti.
R – Mah, guardi, francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad applaudire Obama…
D – Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente…
R – Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all’inizio della contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di controllarlo, ma quando, com’era logico, nel mirino finirono anche loro cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a volerla… Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente.

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Ma allora ci prendete per il culo!

Wifi Cioè, allora ci state davvero prendendo per il culo! Da quando fu emanato il Decreto Pisanu, quell’incredibilmente inutile ed idiota (lasciatemelo dire una buona volta) insieme di fandonie che cercava di imporre controlli agli accessi alla rete (contro il terrorismo, naturalmente, come se i terroristi andassero negli internet-café) divenne il terrore di tutti gli amministratori di reti, in particolare di coloro che avevano a che fare con le reti wireless (dove è molto più difficile effettuare un controllo reale degli accessi).
Un decreto legge impossibile da rispettare, per vari motivi: non si capisce a chi è indirizzato, non si capisce cosa vuole ottenere, richiede cose tecnicamente impossibili (o le esprime in modo cosi chiaro da generare più confusione di un PRNG), con il quale i politici italiani hanno cercato di completare la loro personale collezione di cazzate.

Ora, il ministero dell’interno dice ufficialmente che “basta un sms per autenticarsi”, o una carta di credito? Al di la di quanto affidabili metodi di autenticazione siano (quanti degli informatici che seguono questo blog non sanno come falsificare il mittente di un sms?), quello che viene voglia di urlare a squarciagola è: “Ma siete scemi?? Adesso che mancano pochi mesi al termine di legge??”

Mi viene voglia di chiedere i danni, di emettere fattura, addebitando al ministero (ed a Pisanu) tutto il tempo-uomo perso alla ricerca di una soluzione legale a quella merda di decreto…