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Mettiamo fine a questa farsa?

Sottili fili di luce Villari si, Villari no, le dimissioni dell’attuale presidente della Commissione di Vigilanza RAI sta diventando una vera barzelletta. La trattativa è andata avanti per mesi e mesi, con una partita a tiro alla fune tra maggioranza e opposizione giocata su campi diversi (su tutti l’elezione di uno dei componenti della Corte Costituzionale, Pecorella, non gradito al PD). Il candidato alla presidenza, che per “correttezza politica” va all’opposizione (e già questo è di per sé una farsa, vista la “correttezza politica media” di questa legislatura e maggioranza), era Orlando, dell’Italia Dei Valori. Alla maggioranza però Orlando non piaceva (forse perché troppo immanicato con lo spaventevolissimo Di Pietro?) e quindi si sono rifiutati di votare, in Commissione (impedendo il raggiungimento del quorum), per mesi.

Poi finalmente, la situazione si è sbloccata, e la maggioranza ha chiesto all’opposizione “un altro nome”; Veltroni e Casini hanno chiesto a Di Pietro di fare il nome, ma questi ha fatto sapere che l’unica scelta era Orlando (quando sarebbe bastato proporre un altro politico dell’Italia dei Valori per mettere in luce la richiesta di una candidatura “comoda per la maggioranza”); così si è passati a “votazione forzata” ed è stato eletto (democraticamente) Villari, che da quel che si capisce nessuno conosceva prima di quel giorno, neppure nel Partito Democratico.

Larga la foglia, stretta la via, pareva che Villari si sarebbe dimesso a ore, consentendo così l’elezione di un terzo nome, questa volta concordato per lo meno tra PD e maggioranza, ed identificato nella persona di Zavoli. Invece no, evidentemente il diavoletto sulla spalla di Villari (secondo il mio modestissimo parare fin troppo ben incarnato da “qualcuno” degli inquilini del Palazzo) gli ha suggerito di tenersi ben saldo alla poltrona (che magari frutta anche qualche soldino?), e la situazione si è nuovamente bloccata.

Ora si spacca l’opposizione, tra Partito Democratico e Italia dei Valori, si spacca il Partito Democratico tra “pro-Villari” e “anti-Villari”, si spacca la Commissione di Vigilanza, visto che il Partito Democratico, espulso Villari dal partito, minaccia di lasciare per cinque anni la Commissione (con ovvie reazioni di Fini e Schifani, che dal loro ruolo istituzionale chiedono a Villari le dimissioni)…
Insomma, spacca di qua, rompi di là, a sentire queste inutili beghe di palazzo, ci spacchiamo principalmente i co****ni noi che ci sorbiamo quintalate di parole al vento: se non è risolto il conflitto di interessi, cosa conta che alla Commissione di Vigilanza RAI ci sia Topo Gigio o Paperino? Anche Paperoga va bene, se proprio. Posso accettare Gastone, via… Ultima offerta: Eta Beta! …

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Legge elettorale: e ora?

Crepa E’ appena terminato il vertice di maggioranza sulla nuova legge elettorale. Come prevedibile, le posizioni sono distanti e rigide: la bozza Bianco è stata voluta e pensata appositamente per i Grandi Partiti Italiani ™ e taglia letteralmente fuori tutti i partiti “minori” (e non mi vengano a dire “ma tanto la sinistra si unisce”, perché non è questo il punto).

Veltroni ha in mente l’intesa con Berlusconi, Berlusconi quella con Veltroni a patto che questi rinunci a governare (sostanzialmente). Il risultato è che avremo una legge elettorale che mette d’accordo il 70% dell’elettorato del 2006, e taglia fuori il 70% delle forze politiche. Quelle che vengono chiamate “larghe intese”.

Ora siamo venuti alla necessità di mettere alla luce i fatti. I piccoli partiti dell’Unione non sono d’accordo con Veltroni. Ora che si fà? Riproponiamo la DC (o meglio il PD-PDL), oppure si cercherà una strada seria verso una legge elettorale condivisa tra tutti?