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Smettiamola di scrivere stronzate

gruntzooki via Flickr

gruntzooki via Flickr

Sono giorni che ne leggo, alla fine ho deciso di scrivere due righe per commentare la crescente paura riguardo l’impossibilità di effettuare intercettazioni con Skype, venuta alla luce in concomitanza con la scoperta che strumenti analoghi sarebbero usato da terroristi e mafiosi di tutto il mondo per comunicare segretamente tra di loro.

Tralasciando l’imbarazzante livello tecnico dell’articolo appena uscito su BlogVoip (che consideravo attendibile, con ovvio mio errore di valutazione: mi sarei aspettato un articolo simile da una testata generalistica come Repubblica, non da un blog tecnico come questo), la notizia è già stata ripresa da più parti e se ne è discusso abbondantemente.
Troppe le opinioni che sembrano puntare decise verso il trovare una valida possibilità per applicare il meccanismo delle intercettazioni telefoniche anche al VoIP e non escludo (visto l’andazzo degli ultimi anni) che venga avanzata una proposta di legge che rende illegare l’uso della crittografia su internet (-.-).

Anche stavolta (curiosamente dirà qualcuno) mi trovo a fare la voce fuori dal coro: ma perché, i cellulari criptati non esistono? O vogliamo impedire ai mafiosi di usare parole in codice nelle loro frasi? Facciamogli impostare l’evil bit (per i nerd che capiscono la battuta)!

Si parla di privacy su internet, di necessità di essere padroni delle nostre informazioni e ci si spaventa di fronte alle prime conseguenze dirette di tutto ciò? In ogni caso i malintenzionati troveranno una strada per aggirare qualsiasi normativa di legge in questo senso: la crittografia esiste ed è inviolabile, non ci sono santi che tengano. Urlare contro “babau” e “uomo nero” non aiuterà a renderla meno efficace e (soprattutto) non impedirà ai malintenzionati di utilizzarla.

Cerchiamo di usare il cervello e di evitare che questa storia finisca come il Decreto Pisanu, che tutt’ora ci impedisce di usare wifi libero nelle nostre città perché “potrebbe essere usato dai terroristi per comunicare”…

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Stop intercettazioni: ma perchè!

Tape and Light, 2nd Effort Sulle intenzioni che spingono Berlusconi all’approvazione dello stop alle intercettazioni, nutrivo pochi dubbi. Sui motivi che spingono il resto del parlamento a sostenere ed appoggiare questa iniziativa, pure. Quando però mi sono trovato a leggere un appello del Presidente Napolitano, al quale non posso non riconoscere una posizione super partes, che chiedendo che si trattasse di un’iniziativa bi-partisan, affermava che “il problema è reale”, ho cominciato a nutrire dubbi sulla mia comprensione del fenomeno.
Ci ho riflettuto, ci ho ripensato, ho provato a cambiare punto di vista, ma continuo a non capire. Non capisco essenzialmente le motivazioni che spingano ad una scelta simile!

  • Si è parlato di “necessità di garantire il rispetto della privacy”. E qui ci sono due considerazioni da fare: in primis, la privacy dei cittadini è già tutelata da apposite leggi, che consentono la violazione della stessa proprio nel solo caso di “indagini giudiziarie”; se questo meccanismo protettivo non funziona, è da modificare la legge a tutela, non “eliminare la fonte del problema”! E’ come se dicessimo che visto che nella sanità lombarda sembrano esserci problemi di controlli, chiudiamo gli ospedali!
    Secondariamente, come sottolineato non troppo tempo fà dal prof. Rodotà (che in materia di privacy è dal sottoscritto considerato persona degna di indubbio valore), questa attenzione “selettiva” per la propria privacy da parte dei cittadini (sempre che ne abbiano) appare quantomeno sospetta. Quando si firmano contratti allucinanti con banche e finanziarie, nessuno dice nulla, quando si parla di intercettazioni telefoniche invece, guarda un po’ secondo i politici sono “tutti molto sensibili”. Non so’ voi, ma io non ho mai avuto problemi legati alle intercettazioni (sarà che cerco sempre di comportarmi onestamente?), mentre continuo ad essere importunato da call center che prendono i miei dati da “non so dove”…
  • Si è poi parlato del problema legato ai costi, che rappresenterebbero quasi un terzo dell’intera spesa della Giustizia. Dovrei far notare forse che gli esponenti delle forze dell’ordine e della magistratura non pagano i caselli autostradali, quando sono in servizio? Esattamente come “Autostrade per l’Italia”, anche Tim, Telecom, Vodafone e compagnia cantante sono “concessionari” dello Stato Italiano, e come tali devono sottostare ad un contratto stipulato con il cortello dalla parte della lama (è lo Stato a decidere, e ci mancherebbe altro). Quindi le intercettazioni si pagano perché lo Stato vuole pagarle. Perché lo Stato non acquista le apparecchiature ma le noleggia. Perché lo Stato decide di dare un rimborso ad aziende private che già si arricchiscono grazie alla concessione ottenuta e in più guadagnano anche nel fornire un servizio al concessore…
    Se il problema sono i costi, si intervenga sui contratti di concessione, non si limitino le intercettazioni.
  • Si è detto che alcuni magistrati hanno “esagerato” nell’usare questo strumento. Onestamente fatico ad immaginare i magistrati che intercettano cittadini per il gusto di sentire le loro conversazioni (anche perché penso che l’interesse medio delle stesse rasenti lo storico interesse di Fantozzi per La corazzata Potëmkin). Trovo più plausibile pensare che se in Italia si fanno un certo numero di intercettazioni telefoniche, è forse perché si delinque in egual misura. Si delinquesse meno (e qui proprio la classe politica avrebbe da fare una profonda analisi di coscienza), ci sarebbero meno intercettazioni.

Le intercettazioni servono alla magistratura. Su questo si, non c’è alcun dubbio. Senza le intercettazioni, numerosissimi reati e scandali che oggi fanno parte della nostra recente storia legale non sarebbero mai emersi. Non sapremmo di Fazio, non sapremmo dei furbetti del quartierino, non sapremmo di calciopoli e di vallettopoli, non sapremmo degli scandali politici legati ai servizi segreti. Non starò a fare il lungo elenco che ho avuto modo di ascoltare nell’ultimo “Passaparola” di Marco Travaglio (che invito tutti a sentire, perché ne vale la pena indipendentemente dalla simpatia che si possa provare per il giornalista), spero che il concetto sia passato ugualmente.

Limitare le intercettazioni ai soli reati indicati dal Presidente del Consiglio equivale a mettere un bastone tra le ruote alla Giustizia Italiana: siamo giunti alla prima legge vergogna del “nuovo corso”? E magari verrà approvata “bi-partisan”?

Presidente Napolitano, non capisco…

La Forleo rinviata a giudizio

gsm attitudeMi viene da ridere. Ho appena letto sul sito del Corriere che il gip Valentina Forleo è stata rinviata a giudizio e dovrà presentarsi il 27 giugno davanti alla commissione disciplinare del Csm, il Consiglio Superiore della Magistratura. Il fatto divertente sta nelle motivazioni che portano al rinvio a giudizio: la Forleo infatti avrebbe emesso un provedimento “abnorme” chiedendo alle Camere l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni di alcuni parlamentari, in quanto “avrebbe anticipato una sorta di valutazioni di responsabilità di parlamentari che non erano iscritti nel re gistro degli indagati”.

In pratica: se sospettate un parlamentare di aver commesso un reato, e volete servirvi di intercettazioni telefoniche ed ambientali per verificarlo (ed eventualmente scagiornali, naturalmente), dovete chiedere autorizzazione alle Camera. Non potete però emettere la richiesta in quanto questa anticiperebbe valutazioni di responsabilità su parlamentari che non sono ancora iscritti nel registro degli indagati.

Qualcuno mi spieghi, perché deve esserci qualcosa che mi sfugge…

Bravo, compra compra…

gsm & umts mobile base station Pare che la recente campagna acquisti di Berlusconi in Parlamento non sia piaciuta molto. Dopo il misero fallimento della tanto agognata “spallata” (che ha poi dato il via ad una serie di avvenimenti che tutti abbiam0 ben presente), tutti avevamo pensato ad un bluff, ad uno “scherzo”, una provocazione.
Poi si scopre che in realtà il tentativo di corruzione ci sarebbe stato veramente da parte del Silvione nazionale! Semplicemente gli è andata male: anche stavolta? Comincia a diventare un’abitudine!

Ora naturalmente non bisogna saltare a conclusioni, ci mancherebbe altro. La presunzione di innocenza vale anche per un pluricondannato come Berlusconi, quindi attenderemo la prescrizione il processo anche in questo caso.

La notizia, secondo la quale le indagini prendono spunto dalle intercettazioni di un telefono di un body-guard di Berlusconi (ma come, non era proibito? Bisognerà includere nel provvedimento anche tutti i parenti prossimi e dipendenti dei politici, perché si sa mai che il loro cellulare termina il credito!), sarebbe quasi comica se non si trattasse di un tentativo di corruzione nell’ambito delle istituzioni.

Non mi stupisce…

televisione spazzatura In questi ultimi due giorni sono stato parecchio occupato (non che ora lo sia meno, in effetti) e trovo solo ora il tempo di leggere alcuni articoli che avevo salvato in attesa di lettura, e di scrivere qualche riga a commento, su queste pagine.

La notizia ormai è nota, ed è stata commentata in lungo ed in largo: da alcune intercettazioni allegate all’inchiesta sul fallimento di “HDC”, la holding di Luigi Crespi che si occupava di effettuare sondaggi per conto di Silvio Berlusconi, sarebbero emerse cose piuttosto interessanti relative ai rapporti tra Rai e Mediaset, quantomeno con riferimento al periodo tra il 2004 ed il 2005 (al quale si riferiscono le intercettazioni citate).

Rai e Mediaset, i due “colossi” dell’informazione televisiva italiana, che dovrebbero combattere aspramente “sul mercato” per conquistare fette di quel fantomatico “share” che tutto giustifica, proponendo contenuti innovativi, innalanzo la qualità dei programmi, facendo inchieste giornalistiche, si sarebbero invece scambiati informazioni cruciali e riservate, oltre che accordarsi su resoconti politici, reazioni ai grandi eventi di cronaca, il tutto sotto la precisa e coscente guida del Cavaliere. Ora questo non dovrebbe stupire chi, come me, aveva parlato ampiamente dei problemi di “conflitto d’interessi” che un Berlusconi a capo del Governo poteva avere, soprattutto in materia di mass media (e la Mediaset non è l’unica delle sue “controllate” a finire nel mirino, viste l’ampiezza e la portata dell’Impero Berlusconi, che comprende aziende pubblicitarie, case editrici, banche e via dicendo).

Il dubbio era allora stato confermato al momento della nomina a dirigente RAI di Debora Bergamini, ex assistente personale di Berlusconi, oggi coinvolta in pieno dalle indagini della Guardia di Finanza. I dettagli che emergono oggi dalle intercettazioni (trapelate pare illegalmente, visto che l’indagine sarebbe ancora in corso, come giustamente fa notare il Presidente Napolitano), rendono però più chiara idea della portata della “manipolazione: servizi spinosi di politica interna volutamente relegati in momenti meno “scottanti”, Del Noce che rassicura in Mediaset del fatto che Vespa avrebbe accennato “al Dottore in ogni occasione opportuna”, le reazioni legate alla morte del Papa e dei (tanto discussi) risultati delle elezioni amministrative dell’aprile 2005, durante le quali si cerca di “ammorbidire” i resoconti dei risultati elettorali. Una situazione imbarazzante, certo, ma che(ribadisco) non stupisce tutti coloro che come il sottoscritto criticano da anni l’operato e la qualità (nonchè l’indipendenza, a questo punto) delle emittenti televisive italiane.

La ciliegina sulla torta però, è di stamattina: Berlusconi che dice di sentirsi sotto attacco (in quanto non possono essere intercettati i cittadini, argomento sul quale non si era trovato d’accordo nel momento delle intercettazioni agli esponenti dei partiti del centro-sinistra, non molto tempo fa) e parla di “iene e sciacalli” in azione (simpatico inoltre che Fini dichiari di non pensarla allo stesso modo). Concordo con il Cavaliere, paradossalmente, nel dire che è intollerabile che i cittadini possano essere intercettati senza che si trovino sotto inchiesta (peccato che per telefonare si sia sempre in due, e quando si conosce “troppa gente” si finisce con il ricadere “nel mucchio”), e vorrei ricordagli quante volte la comunità di internet si è ferocemente battuta per cercare di evitare proprio manovre atte all’inserimento o al mantenimento di una qualche forma di tecnocontrollo che il Suo Governo cercava di far passare come assolutamente essenziali per il mantenimento della sicurezza nel nostro Paese. Sono altrettanto d’accordo che sia scorretto lasciar trapelare queste stesse intercettazioni (non la pensava forse cosi anche nei casi sopra citati?). Soprattutto sono d’accordo con la Guardia di Finanza che il comportamento tenuto dai suoi scagnozzi sia profondamente illegale e meriti un’approfondimento, un supplemento d’indagine, indipendentemente dall’origine delle informazioni ricevute, una volta che queste vengono confermate alla prova dei fatti. Mi sorge spontanea una domanda, vista la carriera legislativa del Cavaliere: quanto si deve aspettare perché ogni reato configurato in questa indagine sia prescritto?

Che sia finalmente la campana giusta per svegliare l’attuale Governo sul conflitto di interessi? E’ vero che mancano ancora alcuni anni di legislatura, ma non server rimandare proprio tutto tutto all’ultimo momento… Diceva un vecchio adagio: fretta e bene…

Dov’è la Polizia pulita?

Dov’è la Polizia pulita? Quella che non ha spaccato teste alla Diaz? C’è qualche poliziotto che, per dio, non condivide quelle azioni?
Mi ponevo queste domande, qualche ora fa.

Me le ponevo ascoltando le intercettazioni telefoniche fatte durante quelle ore.

Me le ponevo perchè sembra che questa Polizia non esista, se non nelle esposizioni di qualche dirigente, di tanto in tanto.

Io credo che se fossi un poliziotto, dopo quanto è accaduto alla Diaz (ma a Genova in generale), mi sarei sentito talmente fuori posto che avrei posto un ultimatum: o io, o loro. E probabilmente avrebbero scelto “loro”. E io me ne sarei andato sbattendo la porta.

Mi chiedo: nessuno l’ha fatto? E’ stato messo a tacere? Non se ne è parlato? Possibile. Tutto è possibile. Ma alla Diaz c’erano (esagerando) 300 uomini. A Genova potevano essere 10.000 (bum)? La Polizia in Italia non ha 10.000 uomini. Perchè gli altri non hanno fatto sentire la propria voce, preso le distanze da quei fatti, da quei colleghi? Perchè condividono?

Perchè si cerca di nascondere e proteggere, anzichè denunciare, quei poliziotti che, infiltrati e travestiti tra i BlackBlock, partecipavano ai disordini anzichè prevenirli (o quanto meno, chiarire il perchè di tanta oggettiva inefficenza nella loro prevenzione)?

Perchè ancora oggi, ai processi sui fatti di Genova, alcuni dirigenti della Polizia non si presentano in aula (notizia data ieri da un giornalista presente alla Diaz, durante un’intervista rilasciata a Radio Popolare)? Non è forse una mancanza di rispetto verso uno Stato che loro dovrebbero proteggere?
Manganelli, di recente posto a capo della Polizia e vice-capo all’epoca dei fatti del G8 ci è stato passato come “completamente estraneo” alla vicenda. Ma durante la riunione tenutasi all’interno della Diaz, quella delle molotov, era o non era al telefono con le persone presenti?

Perchè nessuno parla, perchè nessuno spiega. Come si può mantenere una fiducia nelle istituzioni e nelle forze dell’ordine, quando queste non prendono in maniera netta le distanze dai responsabili di quegli atti criminali?