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Altri soldi per SCO…

[ oneOpenSource: SCO riceve un finanziamento da 100 milioni di dollari, nuove guerre legali? ]

Recentemente, come riportato dal blog Pettinix, SCO ha ricevuto un finanziamento dalla Stephen Norris Capital Partners (SNCP) di ben 100 milioni di dollari. La donazione farà uscire dalla bancarotta la società americana.Jeff Hunsake, presidente di SCO Group, dichiara che il finanziamento ricevuto farà tornare in vita la propria società. Ma SNCP ha già dei piani anche per quanto riguarda le cause legali intentate da SCO…

Sembrano i bambini con le automobiline a gettone… un altro gettone da 100 milioni di dollari, un altro giro di fud

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Surriscaldamento globale: ancora dubbi!?

Global Warming La comunità scientifica suona campanelli d’allarme ormai da parecchi anni. Abbiamo persino potuto sentire con mano gli effetti del surriscaldamento globale: oggi stesso, 14 febbraio, fuori c’è un sole che solo 20 anni fa avremmo visto (forse) ad aprile inoltrato… Assistiamo periodicamente all’aumentare in numeri e forza dei tifoni atlantici, che dopo New Orleans continuano a spazzare e distruggere le coste americane (e non solo quelle), le immagini scattate a pochi anni di distanza dei ghiacciai di casa nostra, mostrano con una chiarezza ed una nitidezza incredibili gli effetti devastanti dell’opera dell’uomo.

Eppure, c’è ancora chi nutre dubbi (e a volte nemmeno quelli) sul riscaldamento globale. Verrebbe da chiedersi perché, se non fosse che la strategia è di una chiarezza, di una nitidezza cristallina e la sua messa in opera potrebbe essere ricondotta ai peggiori nemici dei supereroi dei fumetti, se non fosse tutto drammaticamente reale.

Senza voler andare a mettere in mezzo complotti internazionali, appare piuttosto chiaro come una serie di aziende (e governi di importanti superpotenze militari) abbiano negli ultimi anni promosso, e pagato profumatamente, studi scientifici che avevano come unico scopo quello di mettere in discussione le allarmanti conclusioni a cui giungevano, un po’ alla volta, gli scienziati, con il preciso scopo di confondere se non l’opinione scientifica, quantomeno quella pubblica.
Questa strategia di inquinamento è talmente palese che un’autorevole rivista scientifica (di cui, perdonate, non ricordo il nome) scrisse non molto tempo fà una lettera aperta alle compagnie petrolifere e al governo statunitense chiedendone la fine.

Ci troviamo di fronte alla stessa strategia messa in campo per negare i danni prodotti dal fumo: negli ultimi 50 anni, le aziende del tabacco hanno sventolato numerosi studi “scientifici” dimostranti come non ci fosse alcuna correlazione tra il fumo delle sigarette da loro vendute e l’insorgere dei tumori, nonostante l’incidenza di questi ultimi sulla popolazione fumatrice fosse alquanto preoccupante. Oggi, a 50 anni di distanza, sappiamo bene che fumare fa male.

Ma il nostro pianeta può permettersi altri 50 anni di scellerato inquinamento come quello che abbiamo riversato nell’atmosfera negli ultimi 10? Il grido d’allarme della nostra comunità scientifica si leva alto, ma nelle nostre orecchie risuona poderoso il rumore di disturbo di coloro che sull’inquinamento basano le proprie ricchezze…

L’autogoal di Microsoft

Negli ultimi giorni, Microsoft ha cominciato a muoversi pesantemente contro Linux. Sin dai primi accordi stipulati con Novell, lo scorso novembre, l’evidente intento della software-house di Redmond era quello di far passare il messaggio che Linux violi un pugno di brevetti di proprietà di Microsoft, al punto da richiedere un accordo commerciale di protezione per i clienti di Novell.

Recentemente poi, forte anche dell’adesione di Dell al patto già stipulato tra i due colossi, Microsoft ha rincarato la dose, comunicando la supposta violazione di oltre 200 brevetti (nessuno dei quali tra l’altro convalidato da un tribunale), all’interno di una classica distribuzione GNU/Linux.

Naturalmente si sono immediatamente alzate le voci della comunità degli sviluppatori e degli attivisti del software libero, che hanno messo in discussione (con un intervento dello stesso Linus Torvalds) la validità stessa dei brevetti che Microsoft vorrebbe contestare. Si tratta naturalmente di una serie di schermaglie, dalle quali trapela l’intenzione di Microsoft di seminare il cosi detto FUD (Fear, uncertainty and doubt) tra gli utenti Linux, spingendo le aziende a dubitare della sicurezza legale offerta dal sistema del ‘pinguino’.

E’ notizia di oggi però, che proprio gli accordi stipulati con Novell possano essere stati un grave errore di valutazione da parte dei dirigenti di stanza a Seattle: Groklaw infatti rende noto che i tagliandi di licenza che Microsoft sta distribuendo non hanno scadenza. Potrebbe apparentemente sembrare un dato privo di significato, ma proprio questo dettaglio potrebbe fugare ogni dubbio residuo sulla questione dei brevetti che Linux infrangerebbe secondo l’azienda di Bill Gates.

Con l’entrata in vigore della nuova versione della licenza GPL (la numero 3), che introduce delle misure atte a contrastare proprio il genere di accordi simili a quelli stipulati tra Microsoft e Novell (la licenza infatti estenderebbe automaticamente la protezione garantita agli utenti di Novell a tutti gli utenti di Linux), e quindi con l’applicazione di questa licenza al codice distribuito da Novell, i voucher rilasciati senza data da parte di Microsoft potrebbero essere utilizzati per far valere la protezione brevettuale su codice protetto da GPLv3, e quindi, automaticamente, proteggere tutti gli utenti di GNU/Linux.

Ora si attende la prossima mossa di Microsoft…