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Paolo Sorrentino – Il Divo

Centodieci minuti, poco meno di 2 ore. Tanto è bastato a Paolo Sorrentino per mettere in scena il suo ultimo film. Ed io, dopo centodieci minuti di visione (per una volta senza l’italianissima interruzione a metà film), mi sono alzato in silenzio, ho sceso le scale che portavano all’uscita, composto il seguente messaggio

Regia e fotografia de “Il Divo” valgono il prezzo del biglietto.

e l’ho spedito a mio padre, perché so che questo film gli piacerà. E mi dispiace non averlo potuto vedere con lui, dopo aver condiviso film come “Amen“, “La stanza del figlio“, come “Caos calmo“, come tanti altri film ai quali, con mio grande rammarico, non si sono aggiunti “Gomorra” ed “Il Divo” che certo avrebbero meritato tanto onore.

Accertato ed appurato che non si tratta di un documentario sulla vita di Giulio Andreotti (pur a tratti non andando poi così lontano) e quindi senza la pretesa di raccontare con puntiglio e coerenza ogni aspetto delle vicende a lui collegate, de “Il Divo” rimane il capolavoro premiato con la “Palma della Giuria” al recente festival di Cannes. Un film forse caricaturale, che non va però confuso con il pur riuscito “Il Caimano” (non me ne voglia Moretti): fotografia splendida, regia perfetta, attori credibili e capaci (su tutti spicca un Toni Servillo a dir poco strabiliante).

Paolo Sorrentino dimostra con questo film (e conferma quanto già mostrato da Garrone con “Gomorra”) che il cinema italiano (quello serio, quello vero) non è morto ne tantomeno è rappresentato dal solo, bravissimo, Nanni Moretti.

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Gomorra, il film

Se avete progettato di andare al cinema, questa settimana, indipendentemente da ciò che avete scelto di andare a vedere ripensate la vostra scelta: è uscita la versione cinematografica di Gomorra (tratta dal noto libro di Roberto Saviano) che vale decisamente i 7, 8 o 9 euro che costerà il vostro biglietto.

Sulla scia del successo del libro, Matteo Garrone prova a portare il messaggio “al grande pubblico”. Da questo punto di vista, la prima valutazione da fare è legata alle aspettative che le stesse case distributrici depongono sull’opera: il sabato sera, la proiezione di mezzanotte non c’è, si deve andare a quella delle 22:10. Mi sembra un’aspettativa un po’ misera, soprattutto dopo averlo visto e ancora di più dopo aver visto l’incasso dei botteghini per questo weekend, che vede il film di Garrone al primo posto, con oltre 1.800.000 euro di incassi.

Il paragone tra libro e film, come al solito, è piuttosto ingiusto: il libro ha a sua disposizione tutto lo spazio ed il tempo che vuole, mentre il film richiede rinunce, tagli, adattamenti (nonostante il risultato superi i 130 minuti di durata). Detto e tenuto a mente questo, ci sono un paio di cose, riguardo al film, che voglio dire. In primo luogo, voglio dire che ho trovato davvero molto bella la fotografia. Lungo tutto il film ci si sente partecipi di quello che accade, penetrando in un mondo nuovo e duro che così bene descrive l’autore.

I due problemi principali, invece, del film, sono da un lato la difficoltà di comprensione (ho trovato il libro estremamente più chiaro e shockante che non il film, nonostante la recrudescenza di certe scene proposte in quest’ultimo, che non sopperiscono alla mancanza, a tratti, di sostanza), dall’altro l’errata percezione che allo spettatore rimane, alla fine della proiezione, della circoscrizione del fenomeno camorristico alla sola Campania, punto cruciale tra quelli trattati dal libro di Saviano.

In se quindi, un ottimo film (meritatamente candidato al Festival di Cannes), anche se a coloro che lo vedranno suggerisco comunque una (almeno successiva) lettura del libro.

Brianza Film Corto, serata al Bloom

Sono di ritorno dal Bloom di Mezzago, dove ho assistito/ partecipato/ contribuito alla serata dedicata al Brianza Film Corto, il festival del film corto organizzato da Briganzia.

Il posto è piuttosto carino; ha un po’ l’aria del centro sociale, e pur non essendo gigantesco, è accogliente. Ottimi panini (anche se un po’ lenti nell’arrivare :D), buona birra, tanti eventi, più o meno interessanti. Peccato che sia un po’ “in culo al mondo” per usare un eufemismo.

L’evento era piuttosto interessante, anche perchè si trattava della sola delle 3 serate di “presentazione” durante la quale c’era la possibilità di vedere tutti i corti in concorso. Peccato per la scarsa affluenza di pubblico (il picco sarà stato si e no di 20 persone), perchè c’era anche qualcosa di carino da vedere. Alcuni corti simpatici di ragazzini delle medie/superiori (anche molto amatoriali, semplici ed a volte naif), altri decisamente più curati ed interessanti; mi hanno molto colpito quello relativo all’evaquazione di Seveso del 1976, R-ESISTENZE (non è facile parlare di certe cose, figurarsi farlo davanti ad una telecamera) e “White Wire” che potrebbe essere, secondo me, il vincitore, il 30 novembre a Seregno.

Io ero li per parlare di Creative Commons e cinema, tema sul quale mi sono dovuto documentare (grazie anche al contributo del sempre gentilissimo Simone Aliprandi). Avevo preparato una serie di slides, ma per motivi di tempo mi è stato chiesto di tagliare il più possibile: risultato, un intervento piuttosto spento, poco interessante e forse anche poco chiaro; vedrò di rifarmi il 30, quando avrò un po’ di tempo in più (almeno cosi mi è stato promesso). A scanso di equivoci, ritoccherò le slides per renderle più adattabili.

Nei tempi morti, sono riuscito a scambiare quattro chiacchiere con alcuni degli organizzatori, che mi hanno fatto, sinceramente, un’ottima impressione, e suggerito nuovi punti di vista ad alcune delicate questioni (tra cui la creatività).
Serata quindi tutto sommato positiva, anche se. .. 🙂