La quarta ed ultima puntata della serie di test drive sulle moto Ducati non può che vedere come protagonista l’ultima meraviglia tecnologica della casa di Borgo Panigale: la Multistrada 1200, in questa caso nella sua versione “S”, quella dotata di componentistica più ricercata.
Il segmento di mercato in cui si la Multistrada 1200 andrebbe naturalmente a collocarsi è quello delle “enduro stradali”, sul quale domina incontrastata (in quanto a vendite, superiori al 70% del venduto complessivo) la BMW R1200GS. La Multistrada è però una moto maggiormente eclettica, dotata di un’elettronica talmente raffinata da permettere di collocarla in modo “asimmetrico” rispetto alla normale settorizzazione del mercato.
Il look
L’estetica di questa moto è sicuramente dominata dalle importanti prese d’aria anteriori, che spuntano come un “becco” sotto i fari, dandole l’aspetto (a seconda di chi la commenta) di una papera o di un tapiro.
Va detto che vista da vicino appare meglio assortita, al punto da risultare decisamente più gradevole di quanto non possa sembrare ad una prima occhiata. Le linee del posteriore sono più classicheggianti: la sella a due piani poco sfalsati ricorda abbastanza da vicino il modello precedente, mentre il vistoso scarico alto viene abbandonato a favore di un più moderno scarico laterale a due bocche sovrapposte, molto ricercato, il cui ridotto volume consente inoltre di ricavare una capienza maggiore per le eventuali borse laterali, capaci di giungere, nella versione più capiente, a ben 73 litri totali (quelle più piccole sono comunque capaci di 58 litri.
Rispetto alla versione precedente, inoltre, l’adozione di una maggior carenatura laterale e di un generale compattamento delle masse fanno apparire la nuova Multistrada più possente, più “piena” nella sezione centrale.
Oltre al solito rosso ducati (nella foto), la Multistrada 1200 è disponibile anche nelle colorazioni bianca e nera (quest’ultima disponibile solo per l’allestimento “S”).
Il motore
La cilindrata della nuova Ducati Multistrada differisce dal modello precedente di pochi centimetri cubici (1078 contro 1198), ma la differenza in termini prestazionali è davvero notevole: ai 97CV della versione che esce di produzione, la nuova Multistrada ne presenta 150, con una coppia massima che passa da 102,9Nm (a 4750 giri ) a 118,7 (a 7500 giri). La tipologia di motore è sempre quella: si tratta dell’ormai consueto Testastretta, bicilindrico a L raffreddato a liquido dotato di 4 valvole per cilindro, della stessa famiglia di quello montato sulle supersportive di classe superbike, naturalmente rivisto ed addolcito per l’occasione. Interessante notare come la principale differenza tra questa versione e il Testastretta Evoluzione (quello appunto montato sulle supersportive) stia nella variazione l’angolo di incrocio (la porzione di rotazione dell’albero in cui le valvole di aspirazione e scarico restano aperte simultaneamente), che passa da 41 a 11°, rendendolo in questo modo più regolare e parco in termini di consumi (ed emissioni).
L’erogazione del motore è inoltre controllata elettronicamente attraverso un sofisticato sistema ride-by-wire, che grazie alle 4 mappature disponibili e facilmente selezionabili (anche in movimento) attraverso uno comando posto sul manubrio consentono, in varie combinazioni, di variare la potenza massima (scegliendo tra 100 e 150Cv) e regolare l’erogazione, più o meno progressiva; per i piloti più esigenti, è possibile personalizzare le mappature stesse, modificando le combinazioni di parametri.
Alla guida, coppia e potenza non mancano mai, neppure al pilota più esigente (tenendo presente che non si tratta di una bestia da pista, naturalmente), pur mantenendo un’erogazione sostanzialmente dolce e lineare, anche con la più aggressiva mappatura “Sport”. Se si finisse comunque con l’esagerare, il DTC (Ducati Traction Control) darà un’ulteriore aiuto al pilota nel mantenere il pieno controllo della moto anche sotto le bordate del potente bicilindrico.
La ciclistica
Componentistica di lusso per la versione S della Multistrada: forcella anteriore Öhlins a steli rovesciati da 48mm regolabili elettronicamente (niente elettronica e 50mm per la Marzocchi montata sulla versione ordinaria), in grado di digerire escursioni fino a 170mm, come pure per il mono posteriore (anch’esso Öhlins e regolabile elettronicamente). Il comportamento del reparto sospensioni è assolutamente ineccepibile: morbide e dolci durante la guida (a garantire il massimo comfort) ma granitiche nell’impostare le curve, in cui non si rileva l’ombra di un ondeggiamento neppure forzando un po’ il ritmo.
Di tutto rispetto anche l’impianto frenante: due pinze radiali Brembo a 4 pistoncini lavorano una coppia di dischi semiflottanti da 320mm di diametro all’anteriore, disco singolo da 245mm e pinza a singolo pistoncino al posteriore, danno alla Multistrada un ottimo comportamento in frenata, pur mantenendo l’impianto gestibile e lineare. Notevole anche la disponibilità dell’impianto ABS Bosch-Brembo (di serie sulla versione “S”, disinseribile dal manubrio) il cui comportamento è sempre fluido e prevedibile.
Il telaio è il classico traliccio di tubi d’acciaio Ducati, per l’occasione reso ancora più rigido, soprattutto sotto l’aspetto torsionale, a tutto beneficio della pulizia e facilità di guida.
La guida
La prima cosa che stupisce, in sella alla Ducati Multistrada 1200, è il comfort della seduta: il triangolo sella-manubrio-pedane è tale che si ha l’impressione di viaggiare in poltrona (anche il passeggero), pur mantenendo un controllo ottimale sul mezzo. Il cupolino ripara bene dall’aria, anche se l’assenza della regolazione elettronica ne rende meno semplice la variazione di inclinazione (bisogna agire, anche a mano, su una coppia di viti poste ai lati del cupolino).
L’ergonomia del serbatoio (capienza 20 litri) e la sella ben sagomata consentono un discreto appoggio a terra, tenendo ben presente che quest’ultima è posizionata alla non trascurabile “quota” di 850mm da terra. Complice il manubrio largo ed il peso notevolmente ridotto (solo 189kg), anche un pilota di media statura è in grado di muovere facilmente la Multistrada anche da fermo.
Ottima la visuale posteriore, garantita dagli specchietti ampi e ben posizionati, interessati solo da qualche vibrazione agli alti regimi del motore.
Molto completa e visibile la strumentazione, dotata del completissimo computer di bordo, vera ciliegina sulla torta di un’elettronica di bordo studiata fino all’ultimo particolare (tra cui l’avviamento “hands free”).
Conclusioni
La nuova Ducati Multistrada 1200 è un vero gioiello di tecnologia: l’ampio uso dell’elettronica sia nella regolazione che nella sicurezza attiva (ABS e controllo di trazione) la rende veramente innovativa. Mirabile l’impegno di Ducati nella cura dei dettagli, che garantiscono all’acquirente disposto a sborsare quasi 19.000 euro (14.900 per la versione meno ricca) una comodità ed un’esperienza d’uso assolutamente uniche.