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Wikipedia in crisi? Ma no…

Unique Group! Pare (all’Economist) che Wikipedia sia in “crisi d’identità”, incapace di trovare un punto di incontro tra le correnti interne, tra chi vorrebbe includere tutto lo scibile umano nell’enciclopedia online più visitata del mondo e coloro che invece vorrebbero un controllo sui contenuti più rigido e selettivo, a costo di ridurne la quantità. La notizia è stata ripresa da diverse testate, che come spesso accade hanno banalmente ripreso i concetti riportati dall’articolo del settimanale inglese, senza fermarsi a riflettere un momento sul suo significato.

Sinceramente non sono per niente allarmato dall’esistenza di un simile conflitto (sempre che di conflitto si tratti), che anzi era a mio avviso ampiamente prevedibile: è anzi probabilmente proprio nell’equilibrio tra queste due “correnti” che nasce la straordinaria qualità dei contenuti di Wikipedia.

Nel merito della discussione, comprendo entrambe le correnti e non saprei decisamente con quale delle due schierarmi (anche se propendo leggermente per gli “inclusionisti”): da un lato c’è il problema della semplicità di fruizione dei contenuti (voglio vedervi voi a cercare un’informazione in pagine che contano milioni di righe di testo), della pertinenza serietà ed affidabilità delle informazioni, della necessità di gestire questa impressionante mole di dati, dall’altro c’è il desiderio di includere tutto, di approfondire, di migliorare.
L’esempio riportato dall’Economist, è illuminante: per quel che riguardano i Pokémon, ci sono oltre 500 voci, con dettagliate descrizioni della storia e delle capacità dei mostriciattoli colorati protagonisti del noto cartone animato giapponese in voga fino a qualche tempo fà, mentre sui principali esponenti politici del socialismo polacco ci sono cento volte meno pagine. Verrebbe da dire che evidentemente ai wikipediani frega più dei Pokémon che dei politici polacchi, o che le informazioni sui mostriciattoli colorati sono più facilmente reperibili (e quindi questa disparità andrebbe sparendo con l’evolvere dei contenuti), ma d’altra parte è vero che con dati simili alla mano è facile finire con l’essere tacciati di scarsa serietà. Non credo esistano soluzioni pronte ed a meno di idee geniali da parte di qualche luminare, direi che solo il tempo saprà dirci qual’è la strada migliore verso “la luce”.

L’anima di Wikipedia, ad ogni buon conto, è quella della collaborazione, della mediazione, della cooperazione. Sono assolutamente convinto che si riuscirà, come in ogni altra occasione, a trovare il giusto compromesso, consentendo a tutti di contribuire, mantenendo allo stesso tempo l’elevatissima qualità dei contenuti che l’ha resa così popolare.

Si tratta solo di un altro passo sul lungo cammino. Forza Wikipedia.

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L’umanità dimenticata: quanta informazione?

La qualità dell’informazione dei nostri mass media è al limite della decenza: non lo dico io, è stato più volte ribadito da fonti autorevoli. Per di più, è in “peggioramento”, almeno secondo un’indagine di Medici Senza Frontiere che denuncia una copertura mediatica inferiore all’8% del totale per quanto riguarda le crisi umanitarie, spazio che si è ridotto rispetto allo scorso anno (era il 10%).
La qualità del rapporto di Medici Senza Frontiere è resa ancora più attendibile (almeno per quanto mi riguarda) dalle conferma di alcuni dati sui quali nutrivo già qualche sospetto:

Nell’affrontare le notizie relative alle crisi umanitarie, la pubblica Rai mostra interesse maggiore (9,96% sul totale delle notizie trasmesse), mentre la privata Mediaset registra uno score del 5,65%.

All’interno delle varie reti, l’attenzione maggiore a questi temi viene da Rai3, con il 13,49%, mentre Italia Uno (il canale giovanilista Mediaset) è al palo col 3,56%.

A questo punto, voglio provare a tirare insieme due dati anche io: naturalmente vi chiedo di rispondere al sondaggio prima di andarvi a documentare 😛

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