Ho scoperto (da qualche tempo per la verità) che in Irlanda esiste una cosa chiamata “Cycle to work scheme”. Ve ne descrivo velocemente il funzionamento perché mi sembra un’idea tanto semplice quanto geniale (tutte le cose che “dopo” sembrano ovvie hanno qualcosa di geniale).
L’obiettivo di fondo è quello di promuovere l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto e commuting urbano nella città di Dublino. Ovviamente i primi interventi da fare sono la creazione di piste ciclabili (che qui non sono separate dal resto della strada con un divisorio in cemento, ne viene generalmente usato il marciapiede, semplicemente gli automobilisti prestano attenzione a chi viaggia in bicicletta), ma poi si pone il problema di incentivare in qualche modo l’acquisto del mezzo (che una volta che uno ce l’ha, perché non usarla, no?).
Ecco che entra in gioco lo schema “Cycle to work”: ci si presenta dal ciclista, si dichiara di voler aderire allo schema in questione, e si sceglie tra una serie di biciclette (non tutte quelle presenti, ma una discreta parte), si selezionano gli accessori (il giubbotto catarifrangente è un must, ma ci sono parecchie altre cose, dai cestini al motore elettrico che vengono spesso selezionate), si prova di essere un dipendente di una delle delle aziende che aderiscono (moltissime, visto che all’azienda non costa nulla di fatto) e ci si porta a casa un bellissimo modulo che, consegnato all’azienda in questione, farà si che quest’ultima paghi al ciclista l’intero importo della bicicletta e degli accessori selezionati (spesso con un tetto massimo di 1000 euro, ma capirai che fatica rientrarci) e scali 1/12 dell’importo dalla vostra busta paga mese dopo mese, per un anno. La parte interessante (altrimenti sarebbe poco diverso da un finanziamento), è che su questo 1/12 non si applicano le tasse, e quindi si ha un risparmio dal 20% al 52% sul prezzo della bicicletta ed accessori, a seconda del regime fiscale a cui è sottoposto lo stipendio stesso.
Ora mi è più chiaro come mai moltissimi colleghi arrivino in ufficio dotati di mantellina catarifrangente e caschetto, ma ancora di più come mai si vedano tantissimi ciclisti in giro anche con i climi più rigidi (che a Dublino non sono così frequenti, per la verità). Io provvederò alla scelta della mia bicicletta nei prossimi giorni (ci vuole qualche tempo perché tutte le procedure vengano messe in pratica, fino anche a due settimane)…
Tanto semplice quanto geniale, no? Ecco perché in Italia non funzionerebbe…