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La doppia faccia di Mars Inc.

Quella sulla violenza sugli animali è una di quelle tematiche che tendo a non affrontare su questo blog. Il motivo, fondamentalmente, è che avendo tre gatti “a carico” sono piuttosto suscettibile, e mi rendo conto che faticherei a reggere il confronto dei commenti in modo civile e controllato come mi sono sempre ripromesso di fare. Quello che però vorrei portare alla vostra attenzione oggi però è un soggetto leggermente diverso (anche se contiguo).

Mi segnalava la mia dolce metà questa mattina un articolo che riportava a questa campagna della PETA. Sintetizzando, la Mars Incorporated (che controlla una serie di marchi piuttosto famosi nel nostro paese, tra cui M&M, Mars, Snikers e via dicendo, ma anche linee di prodotti per animali, quali Pedigree e Royal Canin) è ritenuta responsabile di finanziare esperimenti mortali sugli animali (la dove la legge non li prevede, tra l’altro) per verifiche sugli effetti di alcune sostanze poi usate nel confezionamento dei loro prodotti (per maggiori informazioni sul tema specifico, leggete la pagina della campagna, piuttosto chiarificatrice).

La cosa di cui volevo parlare però (al di la dell’invitarvi a scrivere a Mars Inc. la vostra indignazione utilizzando l’apposito form della campagna), è relativa alla doppia faccia che una simile multinazionale è in grado di reggere nel più largo silenzio (i primi video datano dell’Agosto 2008, non proprio l’altro ieri). In particolare, scorrendo le pagine “etiche” dell’azienda, scopriamo che tra gli esempi di applicazione dei 5 Principi dell’azienda c’è la campagna “Pedigree Adoption Drive“, attraverso la quale l’azienda si impegna a trovare casa alle migliaia di cani che vengono ogni anno finiscono nei rifugi. Cito testualmente e traduco a braccio dal sito precedentemente linkato:

In Mars Petcare crediamo nel nostro ruolo di rappresentare gli animali da compagnia. Lo facciamo di tutti i giorni con il nostro lavoro, consegnando cibo salutare agli animali di tutto il mondo. Lo facciamo anche attraverso iniziative come The PEDIGREE® Adoption Drive®.

Il PEDIGREE® Adoption Drive®, iniziato nel 2005, aiuta a trovare casa ai milioni di cani che finiscono nei rifugi ogni anno. Il programma raccoglie fondi per i rifugi e fornisce informazioni alle persone che vogliono adottare un cane, aiutando a connettere queste persone con i rifugi locali, sia per adottare un cane che per aiutare il rifugio stesso.

Se non fosse già abbastanza lampante, concludo il ragionamento: una multinazionale da 30 miliardi di dollari di fatturato annuo, riesce a reggere una campagna a favore degli animali (come quella citata qui sopra) proprio mentre finanzia esperimenti mortali (ed inutili) sugli animali, nel totale silenzio dei mass media, anche dopo che la faccenda (ovviamente tenuta segreta fin dove possibile) è stata messa in luce da un’ente comunque visibile come la Peta.

E’ proprio vero che i soldi guidano il mondo… vogliamo cambiarlo, una buona volta?

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China is getting ready…

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La Cina è un grande paese. Ma in quanto a rispetto dei diritti umani, proprio non ci siamo

  • In questi giorni in Tibet è in corso l’ultimo drammatico episodio di una storia che va avanti, nel silenzio generale (rotto solo dalle visite del Dalai Lama in giro per il mondo), da anni.
  • La libertà d’espressione ed informazione è un’utopia al punto che, insieme all’Italia, la Cina è una delle poche nazioni al mondo a censurare internet.
  • La pena di morte (e qui sono in buona compagnia) è una realtà pesante, in Cina, in compagnia di tortura, violenze sui difensori dei diritti umani stessi, e via dicendo.

Le Olimpiadi che si svolgeranno quest’anno in Cina, sono un’occasione irripetibile per la Cina per dimostrare di essere un paese maturo, ed un’altrettanto irripetibile occasione per la comunità internazionale per far fare alla Cina un passo avanti sotto questo profilo.

Invece, ignorando completamente gli appelli delle numerose organizzazioni internazionali che si stanno battendo per la causa, proprio la comunità internazionale sta arrivando al fatidico appuntamento con il sorriso sulle labbra, al punto che la Cina è stata, per l’occasione, depennata dalla lista nera USA degli stati che non rispettano i diritti umani (nella quale, c’è da dire, non compaiono nemmeno gli USA e la Russia).

Mi unisco allora ai già numerosi blogger (e non) che si stanno mobilitando per sensibilizzare sulla questione “diritti umani” in Cina, sperando che si riesca a fare quel minimo di rumore necessario affinché la Cina sia in grado di cogliere la sua grande occasione…

Bimbi drogati a Milano

so real so good!!!! Il problema dei minorenni dediti all’uso di sostanse stupefacenti a Milano è davvero serio. Al punto da costringere il Comune ad acquistare 5.000 test anti-droga (per una spesa totale di oltre 15.000 euro) e distribuirli alle famiglie con figli tra i 13 ed i 16 anni, che possono già da ieri (con due giorni di ritardo sul “piano di battaglia”) ritirarli nelle farmacie, presentando il coupon che gli sarà arrivato per posta (e che è stato ovviamente spedito prima che i kit fossero disponibili nelle 360 farmacie abilitate). Purtroppo in Comune hanno affrontato il problema dal lato sbagliato (come era prevedibile), puntando come al solito a dare un segno tangibile, a prescindere dalla bontà del “segno” in sè: praticamente “una bastonata sui denti è meglio che nulla”.

Le implicazioni infatti della distribuzione del kit ant-droga non sono da sottovalutare:

  • Innanzi tutto è statisticamente dimostrata l’inefficacia di una misura come questa. Kit anti-droga infatti vengono distribuiti da anni nelle scuole statunitensi, con il modesto risultato di un incremento (incremento!) dell’uso di sostanze stupefacenti dal 36 al 37%.
  • I 15.000 euro spesi per l’acquisto dei kit avrebbero consentito una campagna informativa di discreta qualità, che secondo esponenti di molte associazioni attive nel campo, avrebbero sortito effetti decisamente migliori
  • Esistono modelli del kit anti-droga che utilizzano la saliva per effettuare il test di positività da sostanze stupefacenti. Il modello distribuito dal Comune invece, è di quelli che necessitano l’uso dell’urina, decisamente più difficile da raccogliere “all’insaputa” del minore oggetto del controllo…
  • Il problema principale però è indubbiamente quello del rapporto tra genitori e figli, che viene messo a rischio dalla drasticità di un test come questo: il dialogo, sul quale si fonda il più semplice ed efficace deterrente nei confronti dei rischi della vita, viene compromesso da un risultato come quello che un test simile da, che non conosce valori intermedi (ne potrebbe naturalmente) tra “positivo” e “negativo” e pone il drammatico problema del “dopo positività”. Il problema non è risolto, il dialogo è interrotto, i genitori non sono seguiti in questa difficile fase.

Ancora una volta, purtroppo, un’iniziativa demagogica e populista rischia di portare più danni che benefici nel campo su cui va ad agire. Purtroppo il metodo che la destra cerca di portare avanti per la lotta al consumo di droga (battaglia in sé assolutamente corretta ed importante) è quello della “tolleranza zero”, dell’aumento delle sanzioni, della “radicalizzazione del conflitto” (tutti metodi che hanno già ampiamente dimostrato il loro insuccesso) anziché affidarsi a metodologie che hanno già sperimentalmente dato i loro frutti (pensiamo semplicemente all’Olanda…).

Telefonini usati? Vodafone propone la raccolta…

campagna-vodafone-riciclo.pngHo appena ricevuto un invito a partecipare ad una campagna di ZZUB (non è il primo), e per la prima volta ho deciso di accettare, perché mi sembra una buona occasione, ed una bella iniziativa.

Vodafone segnala, affidandosi al passaparola del social networking, che è da diversi anni impegnata con un progetto di riciclo dei telefonini usati, che comprende anche le batterie esaurite ed eventuali altri accessori non utilizzati, progettato e seguito nell’ambito di un protocollo siglato con Legambiente.
Come tutte le apparecchiature elettroniche, infatti, i telefonini sono altamente inquinanti, qualora non vengano smaltiti nel modo corretto (o naturalmente, finchè possibile, riutilizzati).
Quello del riciclo di materiale tecnologico, è un problema decisamente serio, che riguarda da molto vicino anche il mondo dell’informatica e sul quale numerose associazioni e enti non governativi si stanno battendo da tempo (la campagna Green My Apple di Greenpeace ne è un esempio lampante).

Da questo punto di vista, la disponibilità di Vodafone è davvero lodevole: da 7 anni, riporta la brochure della campagna, è possibile consegnare il proprio cellulare usato, la batteria esaurita o altri prodotti correlati presso i negozi Vodafone One o i punti di assistenza plurimarca. Nonostante a mio avviso la campagnia sia stata fino ad oggi piuttosto nell’ombra (io non ne avevo mai sentito parlare, molto onestamente), sono state raccolte oltre 25 tonnellate di materiale, che non sono esattamente poche.

Il destino di questo materiale è presto chiarito: dopo essere stato controllato da un’azienda specializzata (dai volantini si evince sia Fonebak), il materiale funzionante ed in buono stato, viene destinato ai paesi “emergenti” (Europa orientale, Africa ed Asia, essenzialmente), dopo essere stato adeguatamente rigenerato (ci sarebbe che dati interessanti rimangano in ogni caso nelle memorie flash dei cellulari, ma questo è un altro discorso). Per quel che invece riguarda gli apparecchi che sono ormai andati a farsi un giro per “verdi campi elettromagnetici”, diventano fonte di vari materiali (soprattutto metalli, quali oro, rame, palladio, argento e platino, ma anche la plastica non và persa, ne il Nikel o il Cadmio presenti in abbondanza nelle batterie).

Per incentivare ulteriormente i cittadini italiani, notoriamente piuttosto pigri, Vodafone ha pensato anche ad una soluzione “a premi”: per ogni cellulare consegnato durante la campagna “Vodafone Recycling Tour” (che si sta svolgendo, durante tutto il mese di novembre, nelle piazze di alcune grandi città, tra cui Bologna, Bari, Salerno e Firenze)  verrà regalata una ricarica di 4 euro di traffico telefonico (la campagna è aperta agli utilizzatori di tutti gli operatori telefonici, anche se non è chiaro come funzioni per la ricarica, in questo caso). A fronte della consegna di 3 cellulari, inoltre, si può concorrere all’assegnazione di una Smart Forwto CDI, la versione ecologica della nota piccolissima cittadina. Milano è naturalmente esclusa dalla gara a premi, ma consegnando durante il weekend il proprio cellulare inutilizzato, si potrà almeno concorrere alla vincita della Smart.

Se avete un telefonino vecchio ed inutilizzato a casa (ed in Italia ne vengono sostituiti oltre 16 milioni l’anno, il che la dice lunga sull’economia degli italiani), mi sembra una buona occasione da sfruttare, per smettere di parlare di ecologia e di inquinamento, e cominciare a fare qualcosa di propositivo.