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La Forleo rinviata a giudizio

gsm attitudeMi viene da ridere. Ho appena letto sul sito del Corriere che il gip Valentina Forleo è stata rinviata a giudizio e dovrà presentarsi il 27 giugno davanti alla commissione disciplinare del Csm, il Consiglio Superiore della Magistratura. Il fatto divertente sta nelle motivazioni che portano al rinvio a giudizio: la Forleo infatti avrebbe emesso un provedimento “abnorme” chiedendo alle Camere l’autorizzazione all’uso delle intercettazioni di alcuni parlamentari, in quanto “avrebbe anticipato una sorta di valutazioni di responsabilità di parlamentari che non erano iscritti nel re gistro degli indagati”.

In pratica: se sospettate un parlamentare di aver commesso un reato, e volete servirvi di intercettazioni telefoniche ed ambientali per verificarlo (ed eventualmente scagiornali, naturalmente), dovete chiedere autorizzazione alle Camera. Non potete però emettere la richiesta in quanto questa anticiperebbe valutazioni di responsabilità su parlamentari che non sono ancora iscritti nel registro degli indagati.

Qualcuno mi spieghi, perché deve esserci qualcosa che mi sfugge…

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Un altro colpo di LK

Lastknight playing.... Matteo Flora, aka LastKnight, non è certo ignoto a chi bazzica nel mondo della sicurezza informatica italiana. Non è nuovo neppure allo scoprire falle (di vario genere), anche in siti web piuttosto noti, o delicati.
L’ultimo colpo, di cui si è avuta notizia da Punto-Informatico questa notte, è di quelle che mettono i brividi: “cross site scripting” con accesso ai dati di Comune di Milano, Rosso Alice e (nientepopodimenoche) Camera dei Deputati.

Interessante la replica di Alessandro Musumeci (direttore dei Servizi Informativi del Comune di Milano), che si trova coinvolto nell’ennesima rogna (dopo quelle dei sistemi ballerini dei primi giorni dell’Ecopass, ad esempio), che parla di “più fondi” e di “riprogettazioni in corso”. Tutto sicuramente vero, ma (aggiungo io nella mia ignoranza), un passo fondamentale è progettare da buon principio i servizi in modo che tengano in mente il problema della sicurezza, e farlo per il dovere di farlo, non per far bella figura all’Expo 2015.

Tornando a Matteo, però, una piccola anticipazione la voglio lanciare (visto che mi ha dato il permesso di farlo, ieri sera :P): da lunedì, proprio Matteo terrà una rubrica su Punto Informatico dedicata alla (in)sicurezza informatica, andando ad aggiungere ulteriore prestigio alla squadra di “stelle” che scrivono per il noto portale di informazione diretto da Paolo De Andreis, tra i quali troviamo già gente del calibro di Marco Calamari.

E le novità, da quel poco che posso capire, non sono finite. Stay tuned… 😛

Ma chi se ne frega!

Dalai_Lama_press_conf1_01 Parlavo ieri dei rimorsi del Dalai Lama relativamente alla sua visita in Italia, dicendo, testuali parole, di vergognarmi dell’atteggiamento del governo nei suoi confronti, poiché non avevano accettato di incontrarlo. Oggi, scopro che il Dalai Lama è stato in visita a Montecitorio, invitato dal Presidente della Camera dei Deputati Fausto Bertinotti, il 14 dicembre, due giorni prima del mio post.
Naturalmente devo fare pubblica ammenda della mia mancanza di informazione e porgere le mie scuse al presidente Bertinotti (rimangono in parte quelle al governo, che avrebbe potuto promuovere un incontro ufficiale, visto il personaggio). Mi ero tra l’altro dimenticato di citare il fatto che il Dalai Lama è stato accolto a Torino, che lo ha persino fatto cittadino onorario, come fatto notare in un commento del post precedente.

La notizia del giorno però, sono le proteste ufficiali della Cina, che tramite il proprio ambasciatore in Italia, facendo riferimento all’accorato appello lanciato dal Dalai Lama (che chiedeva un sostegno morale, pratico e concreto agli italiani affinché vengano rispettati i diritti che spettano ai tibetano, pur garantiti dalla Costituzione cinese), ha fatto presente quanto segue:

A Bertinotti é stato manifestato l’auspicio che il Parlamento Italiano, la massima istituzione di questo Paese, non offra facilitazioni nè luogo al Dalai Lama, che fa una forte attività separatista

La mia personale risposta al governo cinese, non mediata dai delicati rapporti internazionali di cui invece devono tenere conto i nostri politici, è questa: se voi rispettaste i diritti dei tibetani (e dei vostri cittadini in generale), probabilmente i monaci buddisti non avrebbero così tanto bisogno di separarsi dalla Grande Cina. Quindi, di fatto, chi se ne frega se vi picca che il Dalai Lama venga accolto alla Camera; in quanto uomo religioso e politico di calibro internazionale, è normale che questo venga fatto. Se sarà in grado di “attirarsi le simpatie del governo italiano” relativamente alla questione tibetana, significa che la sensibilità italiana sull’argomento sarà più propensa ad accogliere le posizioni del Dalai Lama che quelle della Cina. Sono cose che succedono.

Più pacata, ma nei fatti molto simile, la risposta dell’ufficio stampa di Montecitorio:

il presidente della Camera ha ribadito all’ambasciatore cinese il significato e il valore dell’iniziativa della Camera dei deputati che ha ospitato il Dalai Lama, offrendogli la possibilità di esprimersi in un luogo così rilevante sia dal punto di vista istituzionale che politico. L’incontro è stato realizzato per la rilevanza internazionale del Dalai Lama, premio Nobel per la pace, e per dare voce all’istanza di autonomia culturale e religiosa del popolo tibetano. Istanza che il Dalai Lama ha rappresentato riconoscendo contemporaneamente l’integrità geografica della Repubblica popolare cinese.

I miei complimenti.