Sullo skypephone é nata, in questi giorni, una vera e propria tempesta; a partire dal blog di Francesco Minciotti, la notizia è stata ripresa in tutte le salse, con opinioni anche drasticamente differenti. Anche io ho contribuito, nel mio piccolo, cercando di essere il più chiaro possibile, sia su queste pagine, sia tra i commenti fatti agli altri post. Mi sono persino trovato “invischiato” nel critico post di Roberto Dadda il quale, dopo aver riportato l’elenco dei blog segnalati da BlogBabel per questo argomento, ha esposto una interessante (e condivisibile, con qualche necessaria precisazione) opinione relativa alla potenza del mezzo del blog, che non è probabilmente ancora oggi capita fino in fondo.
In ogni caso, la discussione ha seguito il suo corso, andando un po’ alla volta delineando una “verità” condivisa. L’offerta di Tre non è una truffa. Su questo dobbiamo (tutti) essere estremamente precisi; è incompleta, probabilmente, potrebbe essere espressa meglio, ha avuto problemi di comunicazione a diversi livelli, ma non è una truffa. Lo stesso Francesco Minciotti, in un secondo post sull’argomento, fa il punto della situazione anche alla luce di ulteriori dati emersi in questi due giorni: chiede inoltre che si dia la massima visibilità a questo secondo intervento, in quanto completa ed integra le informazioni riportate nel primo post. Condivido ed apprezzo questo gesto, perché l’integrazione e la correzione delle notizie sbagliate (o incomplete, naturalmente) è un qualcosa che anche i mass media tradizionali a volte dimenticano.
In sostanza, comunque, molti dei punti sollevati da Francesco (e che io avevo qui riportato), sono stati chiariti.
- Soprattutto la questione dei prezzi è andata definendosi: esistono diverse modalità di acquisto dello Skypephone, che però non erano state rese note contemporaneamente, portando i negozianti ad offrire il prodotto ad un prezzo (dal valore assoluto) sensibilmente più elevato di quanto non apparisse invece sui banner pubblicitari. Non mi dilungherò oltre sulla questione dei costi, perché molti ne stanno già parlando più che sufficientemente e non è quindi necessario un ulteriore copia dell’offerta (che in ogni caso trovate riportata e spiegata sui post precedentemente linkati).
- E’ stato apparentemente chiarito anche il dubbio delle 10 ore di chiamate, le quali sarebbero chiamate effettive e non quindi ore di traffico UMTS. Skype sarebbe quindi sempre raggiungibile ed “online”, e le 10 ore verrebbero conteggiate sulle chiamate realmente effettuate. Sarà importante che Tre chiarisca con molta efficacia come queste ore non siano comulabili (o almeno cosi mi è parso di capire) per non dare adito ad ulteriori (inutili) rimostranze.
- Anche la questione delle spese di disattivazione sembrerebbe essere chiarita, o quasi: i costi sono infatti riportati sui contratti (di cui Francesco Minciotti ha reperito una copia online, ed è in attesa di verificare che sia uguale a quella che viene allegata alla vendita dello Skypephone) e sono assolutamente ragionevoli. Ha un senso che un telefonino in comodato d’uso gratuito venga ripagato dall’utente nel caso di disdetta anticipata del contratto proporzionalmente ai mesi di contratto rimanenti.
A mio parere rimane da verificare la compatibilità con il decreto Bersani precedentemente citato, per capire se questi costi sono assimilabili alle penali di cui la legge parla (ma immagino di no). - Quello che rimane ancora da verificare (almeno per quel che sono riuscito a capire io) è l’evolversi dei contratti nel tempo, o per lo meno di quelli che prevedono il comodato d’uso, che specificano l’offerta valida da febbraio 2008 a dicembre 2008, ma non danno informazioni sui costi contrattuali (quelli relativi alla parte di Skype, perchè per quel che riguarda la fonia si rimane all’interno dei piani tariffari sottoscritti) precedenti il febbraio 2008 (gli skypefonini sono già in vendita) e da gennaio 2009. Su questo punto, non si può che attendere una conferma ed un chiarimento da parte di Tre.
A Francesco Minciotti rimane il disgusto per la telefonata (da lui fatta e da più fonti ripresa in seguito) con la “responsabile gestione punti vendita 3 “, a me la considerazione negativa di un mondo (non solo quello della telefonia) in cui i contratti si fanno senza troppe riflessioni, senza cercare di essere chiari nei confronti dei clienti. Questo è forse dettato dalla strenua concorrenza, dal dover abbassare (o fingere di farlo) i costi all’osso e vale certamente per tutti gli operatori; quello che però secondo me non viene valutato, è la ricaduta a livello di immagine che un’azienda seria potrebbe avere cominciando a proporre contratti trasparenti. Tre avrebbe questa ottima possibilità offertagli dalla blogsfera: vedremo se sarà in grado di cogliere la palla al balzo, o se rimarrà trincerata dietro il rumoroso silenzio ufficiale che ha caratterizzato questi giorni di dibattito.