Qualche settimana fà, durante una delle puntate di “Che tempo che fà”, venne intervistato Mauro Paissan (giornalista e deputato per tre legislature, ha fatto parte della commissione di vigilanza Rai ed è componente, dal 2001, del Garante per la Privacy), che presentava il suo ultimo libro, “Il mondo di Sergio”. Il semplice fatto che fosse introdotto da Stefano Rodotà mi spinse a comprarlo, ed oggi, finito di leggere in un paio di settimane, sono qui a commentarlo.
“Il mondo di Sergio” è un libro al contempo “soffice” e angosciante. E’ soffice nei toni, nella pacatezza con cui Paissan racconta le vicende di Salvatore, Elvira e Sergio Piscitello: niente urla, niente strepiti, solo impressioni, fatti, vita comune, dolore. E’ angosciante, invece, nei contenuti: una famiglia lasciata sola di fronte ad un problema più grande dell’immaginabile, lasciata sola per 39 anni dalle istituzioni, dalla medicina, dalla scienza, dallo Stato, a combattere quotidianamente con il dolore.
Sergio è un ragazzo autistico. Nasce quando l’autismo non è ancora conosciuto approfonditamente, e la diagnosi tardiva porterà non pochi problemi, nel seguito della sua storia. Sergio è un ragazzo autistico e violento, le sue aggressioni ai genitori diventano piuttosto presto un fatto quotidiano, quasi ineluttabile. Sergio è un ragazzo capace di amore ed affetto, al contempo amato e seguito dai genitori, che alternano persino il lavoro (una la mattina, uno il pomeriggio) per poter accudire un figlio tanto sfortunato. Alla soglia dei 40 anni, Sergio viene ucciso dal padre, in un estremo atto d’amore, quando diviene chiaro e lampante il problema del “dopo di noi”, che affligge senza soluzioni le famiglie dei portarori di handicap così gravi. Il libro ci narra la vita quotidiana della famiglia Piscitello, i tentativi di trovare aiuto, soluzioni, cure, la solitudine in cui vengono costantemente rigettati da chi dovrebbe dare loro assistenza. Una storia che non è unica nel suo genere, ma coinvolge tante famiglie che, nel silenzio, trascinano il loro profondo ed angosciante dolore.
Questo libro vuole aprirci gli occhi sul mondo dell’handicap (prima ancora che su quello dell’autismo) e ci mostra come la nostra società sia ancora profondamente inadeguata, come la Giustizia non sia pronta a comprendere, come la medicina non sia pronta ad aiutare. Il dibattito politico su questi argomenti (che sfociano poi anche nell’eutanasia, se vogliamo) è spesso sterile, visto e gestito da “non coinvolti”, che spendono parole e tempo mentre dall’altra parte della barricata c’è gente che soffre.
Lo fa con toni pacati, senza dare giudizi e senza pretesa di convincere; è un modo di raccontare a cui non siamo più abituati, e che dovremmo forse ritrovare anche nel quotidiano.
Commento su Anobii.com:
Questo libro vuole aprirci gli occhi sul mondo dell’handicap (prima ancora che su quello dell’autismo) e ci mostra come la nostra società sia ancora profondamente inadeguata, come la Giustizia non sia pronta a comprendere, come la medicina non sia pronta ad aiutare. Il dibattito politico su questi argomenti (che sfociano poi anche nell’eutanasia, se vogliamo) è spesso sterile, visto e gestito da “non coinvolti”, che spendono parole e tempo mentre dall’altra parte della barricata c’è gente che soffre.