I ricercatori italiani sono precari. Su questo non c’è molto da discutere: la maggior parte di loro ha un contratto a termine, rinnovato con molta difficoltà di anno in anno, e di questo ho già parlato. Eppure la produzione scientifica e tecnica di questi ricercatori è talmente importante, che a volte finiscono sulla scena mediatica, magari trovando con questa via la tanto sospirata regolarizzazione.
E’ la storia, in qualche modo, di Federico Calzolari, un ricercatore trentasettenne della Scuola Normale di Pisa (simpatico l’aneddoto del conferenziere che, trovandosi di fronte alla domanda “Chi è Federico Calzolari”, avrebbe risposto “Uno dei ragazzi di Maria De Filippi”). Esperto di Grid Computing, Calzolari ha fatto reverse engineering sugli algoritmi di ranking di Google fino a riuscire ad ottenere il primo posto nella classifica mensile italiana delle ricerche, Google Zeitgeist (nel momento in cui scrivo, è ancora visibile). Naturalmente questo non è garanzia di un posto di lavoro, anche se sia Google sia una certa quantità di SEO in giro per il mondo non si faranno certo sfuggire l’occasione di offrire un lavoro a questo brillante ricercatore, un altro cervello prossimamente in fuga dall’Italia (?).
Purtroppo la macchina della ricerca in Italia non è in grado di far risaltare queste menti brillanti, annegandole letteralmente nel mare di mediocrità che in ogni settore è piuttosto normale trovare. Naturalmente a Calzolari vanno i miei più sentiti complimenti, perché quello che ha fatto ha una valenza informatica che va ben oltre le parole che verranno spese commentando il “simpatico risultato”. Rimane la (vana) speranza che questo porti qualche politico a riflettere maggiormente sulla situazione della ricerca in Italia ed a tentare di trovare una via per migliorarla…