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Flex ed AIR: il futuro di Flash

dscf1343.jpgCome avevo annunciato, ieri sera sono stato alla presentazione “per blogger” di Adobe AIR e del framework Flex, accompagnato per l’occasione dal buon Fausto che si è sorbito (anche) le “inutili chiacchiere” che spesso circondano la blogosfera.

In ogni caso, il vero protagonista dell’oretta passata presso la sede di Burson Marsteller è stato senza ombra di dubbio AIR (Flex altro non è che un plugin per Eclipse che consente la creazione di applicazioni AIR). Non certo nuovo agli appassionati di tecnologia, il lancio in pompa magna del nuovo prodotto “made in Adobe” sta tenendo occupati una serie di “evangelists” (tra cui Enrique Duvos che abbiamo incontrato ieri) in una tournée che si concluderà proprio a Milano il 13 giugno.

La presentazione di Enrique è stata essenzialmente una carrellata di dimostrazioni pratiche (quello che ci voleva, in effetti) che hanno messo brillantemente in risalto le potenzialità del prodotto. Sotto la luce dei riflettori però, sostanzialmente, non c’è nulla di spaventosamente strabiliante: AIR rappresenta a tutti gli effetti il futuro di Flash, in gran parte per altro integrandolo ereditandone così per altro alcuni (intrinsechi) difetti. Proprio ora che grazie alla spiccata propensione per la multimedialità (YouTube ha aperto la strada in questo senso) Flash ha raggiunto la maturità per anni inseguita, per Adobe si prospetta il duro (ma ben avviato) compito di dargli un degno successore.

La chiave di volta di AIR è quella di “uscire dal browser”, consentento l’esecuzione di applicazioni direttamente dal desktop (grazie anche alla possibilità di gestire gli aggiornamenti delle applicazioni, il download ed il push di immagini e dati, pur mantenendo un forte legame con la multimedialità online e con il web) ed in particolar modo rivelandosi completamente multipiattaforma, visto che la runtime è/sarà disponibile sia per Windows che per Linux che per MacOSX (con l’auguro di vedersi aggiungere anche un porting per gli altri sistemi *nix) e con l’intenzione di Adobe di realizzarne anche una versione “Mobile”.

Il grosso vincolo (intrinseco come dicevo) è e rimane quello dell’accessibilità ai motori di ricerca, che non sono in grado di interagire con questo genere di applicazioni (cosa per altro vera anche per AJAX, in buona parte): esattamente come vale per Flash quindi, AIR si presta molto bene alla realizzazione di piccole/medie applicazioni scaricabili direttamente dal web (penso a cose come il client di Picasa, piuttosto che applicazioni multimediali), ma è decisamente inadatto alla realizzazione di siti web (è il mio modesto parere, naturalmente).

Sulla questione “opensource”, a mia domanda Enrique ha risposto come era ovvio: Adobe non è intenzionata a rilasciare AIR sotto licenza opensource. Il passo di rilasciare il codice di Flex (che per altro non ho trovato sulle pagine dedicate del sito di Adobe) è certamente positivo e molto importante (nonché obbligato, essendo questa IDE basata su Eclipse), ma a tutt’ora installare Flex su una macchina Linux è praticamente impossibile (il plugin alpha 2 non riesce neppure ad installarsi correttamente sul mio sistema) e la prima release di test di AIR è appena arrivata (nonostante Enrique ce l’abbia mostrata funzionare su una Ubuntu in Parallels).

Insomma, in fin dei conti AIR porta una tempestiva ventata di innovazione per l’ormai anzianotto Flash, ampliandone le possibilità senza stravolgerne completamente i fondamenti. Una buona idea da parte di Adobe…

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Adobe spiega Flex ed AIR a Milano

AdobeSono stato invitato a partecipare ad un seminario di Adobe sulle nuove tecnologie di Flex ed AIR, che come molti sapranno stanno lentamente prendendo la via dell’opensource (più marcatamente per Flex, un po’ più lentamente per AIR, ma l’andazzo è quello buono).

Naturalmente (anche perché ho degli interessi professionali in materia) ho accettato l’invito e questa sera (dalle 18:30) sarò presso la sede di Burson-Marsteller, in Via Amedei, 8 a Milano, ad ascoltare Enrique Duvos (Product Specialist ed Evangelist di Adobe Systems).

Se poi troverò il tempo nei prossimi giorni, cercherò di riportare impressioni e considerazioni che dovessero emergere dal seminario.

L’idea di fondo, in ogni caso, è buona ed interessante. Vediamo se almeno in questo caso gli interessi commerciali sapranno lasciare sufficientemente il posto all’interoperabilità necessaria a dare al prodotto in questione il meritato successo… Ormai la lezione impartita da internet dovrebbe essere stata sufficientemente appresa, no?