Che l’Ecopass di Milano sia un flop clamoroso dal punto di vista ambientalistico è sotto gli occhi di tutti. Ho avuto modo più volte di discutere la mia posizione sull’argomento e non ci tornerò in questa sede.
Vorrei invece proporre qualcosa di più costruttivo (sebbene solo a parole, visto che non credo che qualcuno valuterà seriamente questa proposta), ovvero una rivisitazione dell’Ecopass in chiave ecologica.
Il primo problema dell’attuale Ecopass è che coinvolge un’area limitatissima (pochi chilometri quadrati). Se si vuole davvero intervenire sull’inquinamento dell’aria a Milano si deve prevedere un’estensione dell’area Ecopass perlomeno all’intera area comunale di Milano, con l’invito ai comuni limitrofi ad unirsi per un ulteriore ampliamento dell’area coperta.
Secondo grosso problema dell’Ecopass è che il prezzo che si paga per l’ingresso all’interno dell’area è basato sulla tipologia dell’alimentazione anziché sul’emissione effettiva. Capita così che un Cayenne S che emette 358 g/km di CO2 paga lo stesso costo d’ingresso di una Opel Corsa, che emette solamente 98 g/km di CO2, con buona pace dell’intento iniziale. E’ allora necessario stabilire un prezzo proporzionale alle reali emissioni dei veicoli: per esempio si potrebbe concepire un prezzo giornaliero di 0,10 € (dimezzato per le auto ibride) ogni grammo di CO2 per chilometro oltre i 80 g/km (che potrebbe essere un target da raggiungere, eventualmente da modificare negli anni), ai quali andrebbero aggiunti (anche nel caso in cui si tratti di un’auto elettrica) il costo di due biglietti dell’autobus (2 euro), abbuonati solamente nel caso in cui nell’automezzo ci siano almeno 3 persone (che per altro si potrebbero anche dividere il costo dell’Ecopass, incentivando intrinsecamente il car-sharing). Ecco allora che la nostra Opel Corsa entrerebbe in Ecopass al prezzo di 3,80 euro al giorno mentre il più grosso ed inquinante SUV si troverebbe a dover pagare 29,80 euro a giornata.
Si potrebbe anche ipotizzare una seconda fascia di prezzi, per coloro che non entrano all’interno dell’area circoscritta dalla seconda circolare (quella della 90/91 per intenderci), con prezzi ridotti di un 30-40% (per via della maggior area in grado di smaltire la CO2 e gli inquinanti prodotti).
Terzo enorme problema dell’Ecopass è l’assoluta mancanza di alternative per tutta una serie di utenti: non ci sono parcheggi. La soluzione che propongo a questo problema sta nella costruzione di capienti parcheggi di interscambio, collocati in prossimità di svincoli autostradali (in modo da ridurre al massimo la congestione che il loro utilizzo andrebbe a generare) ed adeguatamente serviti dai mezzi pubblici. Il prezzo del parcheggio potrebbe essere sostanzialmente azzerato nel caso in cui l’automobilista sia in possesso dei due biglietti ATM (1 euro l’uno) che ne comprovano l’uso dei mezzi pubblici per lo spostamento all’interno della città. Per le auto elettriche si potrebbero prevedere colonnine di ricarica (e magari piani interi loro unicamente dedicati) con corrente a prezzi scontati. Questi parcheggi di interscambio potrebbero anche costituire il luogo ideale dove collocare le bici-stazioni (con officina di riparazione).
Naturalmente una larghissima parte (80%?) dei proventi derivanti dall’Ecopass dovrebbero andare a potenziare la rete di trasporti pubblici: metropolitane dove possibile, ma anche tram e autobus, con l’introduzione di nuove linee, fermate ed incremento della frequenza sulle linee già esistenti, grazie all’adozione di un piano strategico di potenziamento della mobilità pubblica e verde (per esempio utilizzando autobus più piccoli nelle fasce di minor traffico passeggeri, magari completamente elettrici).
E magari si potrebbe per una buona volta dare a Google Maps l’elenco degli orari aggiornati dell’ATM, in modo da consentire la pianificazione degli itinerari anche con l’uso di mezzi pubblici?
Mi rendo conto che tutto questo può avere il sentore del sogno, ma se si vuole davvero intervenire sulla qualità dell’aria e sul decongestionamento di Milano, ritengo sia l’unica strada perseguibile…
"E’ allora necessario stabilire un prezzo proporzionale alle reali emissioni dei veicoli"visto che stiamo sognando, non si otterrebbe lo stesso risultato in maniera molto più semplice portando a 10Euro/lt il prezzo ai privati di tutti i carburanti per autotrazione?
A chi ha risposto (non capisco perchè mi sono ritrovato la comunicazione via email ma non la vedo in questa pagina)"certo, cosi',visto che lavoro di notte,e i mezzi pubblici nn ci sono, il costo del carburante lo paghi tu x me, ma siamo seri,la proposta di giacomo è interessante ,maqll che hai scritto tu …"dico:(in generale) io mi sforzo sempre di scrivere in italiano per essere più comprensibile, se tu NN lo fai XKE ti fa fatica o ti sembra più figo non sperare che io perda tempo a leggere QLL ke scriverai in futurotornando all'argomento di questa pagina, so benissimo di che parli perché ho parecchi amici e parenti nella tua stessa situazione ma confermo quello che scrivo.I mezzi pubblici di notte non ci sono oggi perchè a chi vende auto e benzina conviene che non ci siano e tutte le altre aziende, dal piccolo studio legale privato al ministero, non pagano i costi di tasca loro, quindi non hanno nessun incentivo nè a votare chi (usando i soldi ottenuti con ecopass, prezzo della benzina eccetera) quei mezzi pubblici li farebbe nè a mettere in piedi sistemi alternativi (tipo quei pullman aziendali che una volta erano comuni).Ci sono certo persone che anche così avrebbero bisogno di un mezzo personale (inclusi alcuni di quei parenti e amici che dicevo, quindi anche qui parlo per esperienza quasi personale). L'esempio più facile sono medici, vigili del fuoco, tecnici delle fognature, insomma chiunque per lavoro debba poter arrivare subito da qualsiasi parte senza preavviso e a orari imprevedibili. Ma anche quei casi, se lo si volesse, sarebbero gestibili (auto aziendale, sconti fiscali, tesserini per acquistare carburante a prezzo ridotto (alcuni medici già hanno tessere per circolare anche durante i blocchi del traffico, perchè non per il carburante)) perché saranno si e no il 5% della gente che oggi intasa le strade suo malgrado.Potrei continuare discutendo anche come gestire chi vive in piccoli centri montani eccetera, ma ora devo lavorare.