Questo articolo è stato pubblicato sul numero di Giugno 2007 di PcWorld
Un sistema operativo, tante versioni. Quale scelgo?
Come abbiamo piu volte detto, la libertà che caratterizza il mondo dell’opensource, porta anche al crescere del numero di scelte disponibili, in quando a numero di applicazioni disponibili, ma anche in quanto a versioni dell’insieme di tutti questi software, che costituiscono una “distribuzione”.
Se da un lato questo è un aspetto estremamente positivo, in quanto consente ad ognuno di scegliere tra diverse alternative disponibili secondo le proprie specifiche esigenze, molti utenti meno esperti si trovano spaesati di fronte a tanta possibilità di scelta.
L’obiettivo che si pone questo articolo è quello di fare una breve panoramica sulle principali distribuzioni disponibili sul panorama mondiale del software libero basato su Linux (cercando di metterne in risalto le diverse peculiarità e caratteristiche in base alle quali gli utenti potranno poi scegliere la distribuzione piu adatta alle relative esigenze) e di raccontare un po la storia di queste distribuzioni, che spesso dice molto piu di quello che un elenco degli applicativi inclusi potrebbe fare sugli obiettivi che la distribuzione vuole raggiungere.
Ubuntu Linux [ http://www.ubuntu.com ]
Si tratta della distribuzione attualmente piu utilizzata in ambito “desktop”, ovvero per l’utilizzo comune. Viene particolarmente apprezzata per la semplicità d’uso ed installazione.
Ubuntu Linux nasce ufficialmente nel settembre 2004 ad opera di Mark Shuttleworth, carismatico multimilionario sud africano (e secondo “turista dello spazio”) la cui società, la Canonical Ltd sta attualmente sovvenzionando il progetto.
La grande diffusione di Ubuntu Linux è dovuta essenzialmente a due fattori: il primo è il grande impegno profuso nello sviluppo e nella semplificazione del sistema (sia dell’aspetto di installazione che di quello di configurazione, ampliando ulteriormente anche il riconoscimento dell’hardware). Il secondo, sta nel supporto professionale offerto agli utenti tramite i forum, i wiki di documentazione collaborativa (alla quale cioè ogni utente può contribuire attivamente).
Infine, il fatto di poter richiedere l’invio gratuito di una copia di Ubuntu direttamente dal loro sito web (servizio Ship-It, recentemente riproposto in grande stile con l’uscita della nuova versione, la 7.04, in arte “Festy-Fawn”, uscita poco dopo pasqua) ha certamente contribuito a far conoscere al grande pubblico questa distribuzione (e con lei GNU/Linux) allargando la relativa fascia di utenza.
All’interno dello stesso progetto di Ubuntu, vengono fornite versioni differenti: ad esempio esistono una versione dedicata all’educazione scolastica (Edubuntu) che raccoglie del software utile per la didattica, piuttosto che una versione (Xubuntu) dedicata ai sistemi piu datati che potrebbero faticare a far “girare” correttamente la versione piu recente. Esiste inoltre una versione “Ubuntu Server” dedicata a coloro che devono gestire un server, ed è in lavorazione una versione detta “Ubuntu Studio” che dovrebbe rendere maggiormente semplice e banale l’uso di software dedicati al montaggio audio e video.
Proprio con l’ultima versione 7.04, Ubuntu ha affiancato alle features già disponibili nella distribuzione, che ne hanno garantito il successo, una serie di miglioramenti che la rendono ancora piu facile da provare (grazie al fatto che il cd di installazione è in realtà un Live-CD, che mette quindi in grado l’utente di provare il sistema prima di installarlo realmente), da installare e da configurare. Particolarmente notevoli sono le introduzioni di un nuovo applicativo che consente di migrare facilmente i propri dati e le proprie preferenze dall’eventuale concomitante installazione di Microsoft Windows XP e di un software che semplifica l’installazione semi-automatica dei codecs multimediali necessari per la visualizzazione di alcune tipologie di files. Infine, grazie all’integrazione dell’ambiente grafico Compiz nella distribuzione, si possono ottenere, disponendo di un’adeguata scheda video, di effetti grafici che nulla hanno da invidiare ai piu noti Windows Vista e MacOSX.
Ubuntu non fa della libertà del software una propria bandiera, incudendo infatti all’interno della distribuzione anche una serie di software proprietari (quali i driver proprietari per le schede video Nvidia ed ATI, ma anche alcune applicazioni sviluppate dalla Canonical stessa), cosa che invece non viene in alcun modo tollerata dalla distribuzione da cui Ubuntu nasce, Debian.
Debian GNU/Linux [ http://www.debian.org ]
Nata nell’ormai lontano 1993 per volere di Ian Murdock, Debian GNU/Linux è una delle distribuzioni piu usate ed apprezzate a livello mondiale. E’ stata inoltre utilizzata come punto di partenza stabile per oltre 120 altre distribuzioni, tra le quali anche Ubuntu Linux ed il live-CD Knoppix.
Debian GNU/Linux è forse la distribuzione piu “eticamente pura” tra quelle attualmente in circolazione. In fase di installazione infatti, Debian GNU/Linux contempla solo software libero, e anche in seguito, bisognerà indicare esplicitamente quando includere nel sistema software di tipo proprietario (anche a costo di sacrificare, in certi casi, alcune funzionalità).
Utilizzata moltissimo per i server, grazie alla sua impressionante stabilità, al supporto per numerose piattaforme diverse (sono supportate undici diverse famiglie di processori), ed alla semplicità di amministrazione, garantita dai numerosi strumenti utili per gli amministratori di sistema ed al potentissimo e flessibilissimo gestore di pacchetti “Apt” (ereditato tra l’altro anche da Ubuntu Linux), oggi si ripropone con forza anche per i sistemi “Desktop” (all’utenza meno esperta) con l’uscita della nuova ed aggiornata versione 4.0 (“Debian Etch”), dopo quasi 2 anni di sviluppo.
Per chi si avvicina per la prima volta a Linux però, rimane piuttosto difficoltosa la fase di installazione (nonostante l’installer sia disponibile anche in forma grafica e sia tradotto in 58 lingue), per la quale sarebbe consigliata la supervisione di un utente piu esperto. Una volta installato e configurato il sistema però, sarà semplice e facile da usare come ormai GNU/Linux è in grado di essere.
Il piu grande vantaggio ad oggi della distribuzione Debian GNU/Linux è probabilmente la forza della comunità che ci sta dietro: Debian infatti non ha alle spalle un’azienda, ma un gruppo di oltre 1000 volontari provenienti da tutto il mondo ai quali si affiancano i numerorissimi utenti di questa distribuzione. Questo uso diffuso del sistema consente di trovare un po’ ovunque su internet supporto nell’uso quotidiano del sistema e informazioni riguardo la soluzione dei problemi già noti.
OpenSUSE [ http://www.opensuse.org ]
Nel lontano 1992, un gruppo di entusiasti sostenitori di GNU/Linux tedeschi fondarono una società che offriva supporto professionale. Inizialmente, distribuirono una versione modificata di Slackware Linux, una delle distribuzioni piu anziane e stabili del panorama mondiale. Non ci volle molto però (era il 1996) prima che iniziassero a rilasciare una propria distribuzione, che prese il nome di SuSE Linux. Punto di forza di questa distribuzione era il sistema di amministrazione basato sul software Yast (inizialmente rilasciato sotto licenza proprietaria) che costituiva uno dei primi tentativi di integrazione volti a rendere facilmente installabile ed amministrabile l’intero sistema. Affiancando ad esso dell’ottima documentazione, la piccola azienda tedesca ottenne in breve tempo un successo davvero notevole, soprattutto in Europa e nel Nord America, e soprattutto in quegli ambiti commerciali dove aver a che fare, per quanto riguarda il supporto, con un azienda può fare la differenza.
Nel 2003, SuSE fu acquistata da Novell Inc. che faceva a quel tempo i primi passi nel mondo dell’opensource. La prima mossa di Novell fu quella di rilasciare come software libero Yast, rendere le immagini dei dischi di installazione liberamente scaricabili da internet ed aprire il processo di sviluppo al contributo della comunità. A partire da questi cambiamenti, vide la luce, nel 2005, il primo rilascio di openSUSE (quella che sarebbe dovuta essere SuSE 10.0) e la nascita di un progetto commerciale parallelo, chiamato SUSE Linux Enterprise Desktop e SUSE Linux Enterprise Server tramite i quali Novell aggredisce il mercato Enterprise rivaleggiando con l’americana Red Hat Linux, fornendovi supporto professionale.
L’apertura del processo di sviluppo e il rilascio libero e gratuito dell’intero sistema ha portato openSUSE a detenere nel giro di meno di due anni il secondo posto tra le distribuzioni piu usate in ambito desktop, seconda solo a Ubuntu Linux.
OpenSUSE si caratterizza per un sistema estremamente curato, integrato in ogni dettaglio, pulito e facile da installare, aggiornare ed amministrare, proprio grazie al software Yast.
Recentemente però Novell ha stretto con Microsoft un accordo secondo il quale la casa di Redmond concederebbe ai soli clienti di Novell l’uso di una fantomatica proprietà intellettuale detenuta da Microsoft sul codice di GNU/Linux. Il risultato di questo accordo è stato un coro unanime di condanne da parte di molti degli esponenti di spicco della comunità di GNU/Linux che hanno invitato gli utenti a cambiare distribuzione. Proprio l’accordo tra Novell e Microsoft inoltre, ha portato all’inserimento di alcune voci all’interno della nuova licenza GPLv3, che escluderebbero la fattibilità di questo genere di accordi commerciali e potrebbero porre a Novell diversi problemi nella distribuzione di software libero caso in cui questa licenza dovesse prendere realmente piede.
Fedora [ http://www.fedoraproject.org ]
La storia di Fedora richiama da vicino quella di openSUSE, anche se fortunatamente non ne condivide il “finale drammatico”. Quando infatti la distribuzione Red Hat Linux decise di non proseguire nello sviluppo di piattaforme desktop, dedicandosi al solo ambito enterprise, Fedora ereditò da questa la maggior parte del codice, lasciando che fosse la comunità degli utenti desktop di Red Hat Linux a proseguire lo sviluppo della piattaforma.
Red Hat Linux, che ancora oggi agisce come sponsor alle spalle di Fedora, naque nel 1995, quando Bob Young e Marc Ewing ne rilasciarono la prima versione. La vera svolta del cammino di Red Hat però fu il 1997, quando introdusse il sistema di pacchettizzazione “RPM”, il primo in grado di gestire le dipendenze tra i diversi software, che portò la distribuzione statunitense a strappare a Slackware Linux il titolo di distribuzione piu usata al mondo.
Fedora non tardò a recuperare il terreno perso nel travagliato passaggio allo sviluppo condiviso ed oggi è una delle distribuzioni piu usate, grazie alla semplicità di installazione, gestione e configurazione.
Ancora oggi, ad ogni modo, Red Hat Linux mantiene una forte pressione sugli sviluppatori di Fedora, indirizzandone molte scelte. Questo fa si che il progetto Fedora funga, in alcune occasioni, da piattaforma di test di nuove funzionalità che Red Hat Linux vorrebbe inserire all’interno della sua distribuzione commerciale, la “Red Hat Enterprise Linux”, a discapito di una strategia maggiormente orientata al desktop che ne migliorerebbe ulteriormente l’usabilità e ne favorirebbe la diffusione anche tra coloro che muovono i primi passi nel mondo di GNU/Linux.
Fedora ha comunque sempre avuto un occhio attento all’innovazione. Dopo essere stata una delle prime distribuzioni ad includere le estensioni di sicurezza avanzate note come SELinux e progettate niente meno che dalla National Securoty Agency statunitense (NSA), ha recentemente introdotto anche il sistema di virtualizzazione XEN.
Mandriva Linux [ http://www.mandrivalinux.com ]
La storia di Mandriva Linux (precedentemente nota come Mandrake Linux) è una delle piu difficili e travagliate tra quelle delle distribuzioni GNU/Linux. Nata nel 1998 come copia di Red Hat Linux con l’unica differenza di integrare il desktop manager “KDE” al posto di Gnome (al punto che per oltre un anno le due distribuzioni sono rimaste compatibili tra di loro), Mandrake Linux ha avuto per diversi anni grande successo, proponendosi come principale distribuzione per i nuovi utenti di GNU/Linux grazie alla sua semplicità di installazione e configurazione (in particolare l’applicativo DrakeConf tutt’ora incluso nella distribuzione). Mandrake Linux fu una delle prime distribuzioni a presentare un installer grafico che includesse un gestore del partizionamento dei dischi.
Nel 2003 però, una grave crisi finanziaria si abbattè sulla Mandrakesoft, azienda francese che portava avanti lo sviluppo della distribuzione. L’azienda restò per oltre un anno al limite della bancarotta, per poi tornare a fiorire. Al termine del 2005, Mandrakesoft perse una causa legale contro i detentori del copyright sul nome “Mandrake”, e dovette cambiarlo. Questo fu fatto contemporaneamente all’acquisizione della distribuzione brasiliana “Conectiva” e dell’americana Lycoris, danto origine all’attuale nome.
Pensata sin da subito per essere una distribuzione orientata al desktop ed alla semplicità d’uso, Mandriva si è da sempre distinta per la scelta di includere l’ultimissima release dei diversi software (anche a costo, a volte, di rischiare di compromettere la stabilità del sistema) e per il forte impegno nell’ambito dell’internazionalizzazione (il supporto di numerose linghe diverse).
Nonostante il processo di sviluppo sia stato uno tra i primi ad aprirsi ai contributi della comunità, Mandriva Linux ha negli ultimi anni perso parte della propria utenza a causa dell’emergere di nuove distribuzioni “user friendly”, ma anche di discutibili scelte del management che anno alienato parte della base d’utenza (non ultima la decisione di licenziare uno dei co-fondatori della distribuzione, Gael Duval, nell’ambito di un progetto di riduzione dei costi, nel marzo 2006).
L’ultima versione di Mandriva disponibile, la 2007.1, è stata la prima a veder rilasciare la versione “Free” (gratuita e liberamente scaricabile) contemporaneamente a quella “Enterprise” (a pagamento). Questa versione si caratterizza tra l’altro per una particolare attenzione all’aspetto grafico, con l’inclusione del supporto per l’accelerazione grafica openGL (anche legata all’inclusione di driver proprietari per le diverse schede video) e del software di gestione del desktop tridimensionale “Metisse”.
A partire da Mandriva, negli ultimi anni, hanno preso vita una serie di progetti diversi, tra i quali vale la pena segnalare PCLinuxOS, progetto che punta a fornire un sistema completo e dedicato ai nuovi utenti di GNU/Linux che include al proprio interno anche driver e codecs proprietari, in modo tale da fornire agli utenti tutto il necessario per sfruttare appieno il proprio computer senza doversi preoccupare di successive installazioni. Col tempo, PCLinuxOS si è lentamente allontanato da Mandriva, arrivando oggi a sostituire il famoso gestore di pacchetti “urpmi” di Mandriva con l’accoppiata APT-Synaptic di Debian e di Ubuntu Linux.
ArchLinux [ http://www.archlinux.org ]
Distribuzione giovane e dinamica, nata nel 2002 ad opera del canadese Judd Vinet, ArchLinux si caratterizza per la scelta di proporre software compilato per la piattaforma 686, che elimina quindi la retrocompatibilità con 486 e 586 (i processori precedenti il Pentium II), fornendo per contro un notevole incremento delle prestazioni: l’avvio di questa distribuzione, che si completa in una trentina di secondi, ne è la prova piu eloquente.
Si tratta di una distribuzione dedicata agli utenti piu avanzati di GNU/Linux che desiderano un sistema pulito e coerente. Questo è reso possibile grazie ad una filosofia di sviluppo basata sul principio “KISS” (Keep It Simple, Stupid) e anche all’ottimo gestore di pacchetti “pacman” che, nato in seno alla distribuzione stessa, si è rivelato uno dei suoi punti di forza, consentendo di scaricare direttamente da internet, con frequenza quasi quotidiana, gli aggiornamenti necessari. L’assenza di strumenti di configurazione automatizzata e centralizzata rendono questa distribuzione poco adatta a coloro che si approcciano per la prima volta a Linux, ma particolarmente appetibile per gli utenti piu esperti, tra i quali si sta diffondendo piuttosto rapidamente.
Oltre alla disponibilità di pacchetti binari precompilati scaricabili tramite pacman, ArchLinux mette a disposizione degli utenti un sistema di “ports” in stile BSD, chiamato ABS. Un semplice file di configurazione (PKGBUILD) consente di creare un nuovo pacchetto che includa l’applicativo desiderato dall’utente e non incluso nella distribuzione stessa. I files di configurazione dei pacchetti ufficiali sono disponibili sul sito web della distribuzione e scaricabili sul sistema (tramite un sistema basato su CVS) e quindi facilmente customizzabili da parte dell’utente. Tramite il sistema AUR infine, ogni utente potrà inviare e mettere in condivisione con gli altri utenti della distribuzione i propri PKGBUILD, che verranno eventualmente validati ed a volte inclusi all’interno della distribuzione stessa (tramite un meccanismo di votazione aperto alla comunità).
Anche per quel che riguarda la filosofia di rilascio delle versioni, ArchLinux è una voce fuori dal coro. Divisa in piu rami paralleli a seconda del livello di stabilità richiesto al sistema (un po come funziona con Debian Linux), a partire dalla versione 0.8 (rilasciata ad aprile 2007) il team di sviluppatori di ArchLinux ha infatti deciso di rilasciare una nuova versione del cd di installazione in concomitanza con l’inclusione di una nuova versione del kernel Linux, nell’intento di garantire releases stabili e frequenti, con software sempre aggiornato.
Knoppix [ http://www.knopper.net ]
Nata quasi per gioco nel 2003 dalle esperte mani del tedesco Klaus Knopper, Knoppix è stato uno dei primissimi LiveCD mai creati (tra i precedenti si può certamente citare un LiveCD derivato dalla distribuzione Slackware) ed ha letteralmente “aperto la via” a questo genere di tecnologie, grazie al suo innvativo sistema di riconoscimento avanzato dell’hardware ad alla sua collezione di script di autoconfigurazione.
Un LiveCD è un sistema operativo completo interamente contenuto in un normale cd, che si avvia direttamente a partire da questo senza la necessità di installare nulla sui dischi: grazie ad un particolare tipo di filesystem compresso infatti, questo genere di distribuzioni possono fornire oltre 2Gb di software e consentirne l’utilizzo sfruttando la sola memoria RAM del sistema, addirittura consentendo di scegliere la lingua nella quale utilizzare il sistema in fase di avvio. Knoppix include inoltre poi un apposito applicativo che ne consente l’installazione su disco.
Molti LiveCD oggi disponibili sono in realtà dei derivati di Knoppix (a sua volta un derivato di Debian GNU/Linux), sfruttando il notevole sistema avanzato di gestione dell’hardware che ne consente l’avvio senza bisogno di interazione da parte dell’utente su quasi tutti i computer sul mercato. Proprio il notevole supporto hardware e l’ottimo sistema di configurazione automatica, Knoppix è stato in molti utilizzato come punto di partenza per l’installazione di Debian (è infatti possibile trasformare un’installazione di Knoppix in una Debian GNU/Linux), come sistema di “resque” (un coltellino svizzero nelle mani degli amministratori di sistema nel far fronte a sistemi che si rifiutano di avviarsi nuovamente per risolvere il problema) o come “demo” di GNU/Linux da distribuire ai nuovi utenti, proprio grazie al fatto di consentire una completa valutazione del sistema senza dover installare alcunchè. Il suo sistema avanzato di riconoscimento dell’hardware può rivelarsi molto utile, inoltre, per verificare la compatibilità di un determinato computer con GNU/Linux, magari anche prima dell’acquisto stesso del sistema.
Negli ultimi tempi, molte distribuzioni hanno cominciato a basare il proprio sistema di installazione su tecnologie LiveCD (è il caso di Ubuntu) consentendo in questo modo all’utente di testare per intero il funzionamento del sistema prima di procedere all’installazione dello stesso.
Tra le moltissime customizzazioni di Knoppix, una in particolare ci preme segnalarla: si tratta di eduKnoppix, distribuzione realizzata in collaborazione tra il Linux User Group di Brescia ed il Dipartimento di matematica e fisica Università Cattolica di Brescia, pensata per la didattica (sia per gli studenti di tutte le età che per gli insegnanti) e che per questo motivo comprende numerosi software didattici. Trattandosi di una distribuzione pensata e realizzata in Italia, viene configurata in modo che si avvii automaticamente in lingua italiana.
Gentoo Linux [ http://www.gentoo.org ]
Nata nel 2000 grazie a Daniel Robbins, la distribuzione Gentoo Linux è stata per lungo tempo considerata la distribuzione ideale per gli utenti Linux piu esperti, anche per via della sua fama di distribuzione “difficile da installare”. Il sistema di installazione basato sul gestore di pacchetti “Portage”, che si caratterizza per la scelta di compilare ogni singolo pacchetto direttamente sul computer dell’utente (ottimizzandone cosi le prestazioni), potrebbe lasciare un po spaesati gli utenti meno esperti, oltre che richiedere diverse ore affinchè il processo abbia termine. Con il passare del tempo però, la distribuzione è andata man mano semplificando questi passaggi, consentendo ad esempio di effettuare l’installazione a partire da pacchetti precompilati, per poi procedere alla compilazione dei singoli pacchetti al momento di aggiornarli, consentendo nel frattempo all’utente di cominciare ad utilizzare il sistema.
Gentoo resta comunque una distribuzione dedicata agli utenti piu esperti, nonostante la documentazione fornita dalla propria community sia presa d’esempio ancora oggi per moltissime altre distribuzioni in quanto a completezza e precisione. Proprio la community di Gentoo è stata per diversi anni il grande punto di forza di questa distribuzione, contribuendo a fornire supporto e ad includere nuovi applicativi tra quelli disponibili in “Portage”.
Negli ultimi anni però, Gentoo ha cominciato a perdere in quanto a diffusione, a discapito di altre distribuzioni dedicate agli utenti esperti già pre-ottimizzate per le piattaforme 686 che rendono poco vantaggioso il lungo processo di compilazine del software direttamente sul proprio computer. Inoltre da quando nell’aprile 2004 Robbins lasciò la guida “dittatoriale” della distribuzione per passare a lavorare per Microsoft, lasciando quindi nelle mani della Gentoo Foundation la direzione del progetto, la distribuzione ha risentito della mancanza di una guida univoca, subendo i numerosi conflitti incorsi tra i diversi esponenti della comunità, contribuendo cosi al suo declino.
Ancora oggi, in ogni caso, Gentoo è utilizzata da numerosissimi utenti, e la comunità intera del software libero attende di vedere se la distribuzione sarà in grado di risorgere dalle proprie ceneri, ponendo fine alla brutta situazione venutasi a creare negli ultimi anni, o semplicemente subirà il proprio declino fino a diventare un mero insieme di progetti a se stanti derivanti da una radice comune.
La distro perfetta è Topolinux!