Facebook è sulla bocca di tutti da parecchio tempo e lo è sempre di più, visto il successo che sta avendo anche nel nostro paese: a facebook va dato atto di essere riuscito ad avvicinare al concetto dei social network persone che a malapena sono in grado di padroneggiare lo strumento dell’email.
Ciò detto, negli ultimi giorni, “faccialibro” ha trovato un motivo in più per far parlare di se. Anzi due.
Da un lato, c’è la questione dei gruppi di “dubbio gusto”. Ce ne sono moltissimi, dai temi più disparati (una buona analisi sull’argomento la trovate in questo post di Alessandro Gilioli), tra cui naturalmente se ne possono trovare anche di poco gradevoli, sotto vari profili: sicuramente etici o politici, ma anche inopportuni come il gruppo “pro-Riina” che ha scatenato la polemica. La scelta di Facebook, in questo caso, è stata quella di garantire libertà d’espressione. Scelta più o meno condivisibile (al contrario poi dell’uso che di questa “libertà” viene fatto), ma dopotutto legittima.
Dall’altro lato, c’è la questione delle foto di donne che allattano, le quali sono invece state sistematicamente cancellate dalle pagine del social network, scatenando (anche in questo caso) la polemica: ma come, da un lato libertà massima, portata all’estremo limite di consentire gruppi “inopportuni” come quello citato e poi una censura tanto bigotta per le donne che allattano?
La mia (personalissima) impressione, è che in Facebook abbiano trovato il modo per far parlare di se, incrementando immensamente la propria visibilità sui media tradizionali (costretti per altro a spiegare cosa sia Facebook, la cui diffusa percezione positiva impedisce facili strumentalizzazioni da parte loro). Una forma di pubblicità che, anche se non necessariamente strettamente positiva, a me riporta alla mente una polemica che era nata in seguito alla BlogFest 2008 a Riva del Garda, anche se allora era stata espressa in modo davvero terribile…
Insomma: il fatto stesso che io (e non solo io) mi trovi qui a scrivere non del primo caso (di cui si è già detto), ne del secondo (idem) ma della concomitanza dei due, è la riprova che in Facebook, volontariamente o meno, hanno trovato un’altro modo di farsi pubblicità gratuita e noi tutti dovremmo fare un’attenta riflessione (ancora una volta) sulle nuove problematiche legate al mondo del web e dell’informazione, che continuiamo a vivere basandoci su idee e principi ereditati direttamente dall’era precedente…
alcuni miei post su face book sono stati bannati e non ho capito forse perchè esprimevo un mio pensiero su di un politico..
fb è controlla. ognuno è libero, o no?
Spero che fb2 non sia uguale!