La cordata della salvezza

Hangman's noose Berlusconi ha vinto la sua campagna elettorale marciando sulle questioni “sicurezza” (quella che riguarda gli immigrati, beninteso, non quella sul lavoro) ed Alitalia: si era gridato, cinque mesi fà, allo scandalo del voler svendere la compagnia alla Francia (AirFrance), allarmati dalla volontà di chiudere Malpensa (ma quando mai!), di “questo governo che non ha neppure analizzato le altre proposte” (soprattutto quelle che non c’erano). Era stato detto sin dalla campagna elettorale (poi smentito, poi ridetto, poi rismentito) che una “cordata italiana” era pronta e si sarebbe palesata a ore, poi a giorni, poi quattro settimane.

Finalmente, pare che la mitica (ne parlavano già gli antichi Greci, pensate un po’) “cordata italiana” sia in effetti venuta fuori e trasformerà il buco nero chiamato Alitalia (alla quale nel frattempo abbiamo donato 300 milioni di euro rubati, pare, alla Ricerca ed alle forze dell’ordine) in una nuova compagnia, la “Compagnia Aerea Italiana” (un’altro CAI?), che vedrà come presidente il buon Roberto Colaninno e tra i sedici investitori (per un totale di un miliardo di euro, che la vecchia Alitalia avrebbe macinato in alcuni mesi) niente popò di meno che Banca Intesa (ma sono gli stessi dell’affaire AirFrance? Ma dai! Guarda tu il caso…), Benetton, Ligresti (come il prezzemolo), Caltagirone (prezzemolo è poco), AirOne (nella persona di Toto, ma non erano “gli altri”?), Tronchetti Provera (non contento di aver affondato Telecom) ed il Gruppo Macegaglia (guarda guarda, un’altra novità!).

I grandi nodi cruciali dell’operazione saranno la fusione della flotta di Alitalia ed AirOne (che pare non navigasse in ottime acque, o sbaglio?), il mantenimento del nome della compagnia (vorrei anche vedere, con quello che hanno speso per lasciare immutati i loghi, non molto tempo fà…), un taglio del personale con almeno cinque o seimila esuberi (AirFrance, alcuni mesi fà, parlava di duemila…), la “donazione” dei debiti ad un’altra società (alla quale presto donerò anche io i miei debiti) della quale non si conosce ancora il nome, ma potrebbe essere un’entità da destinare al fallimento, curata da un commissario (tanto chi se ne frega se c’è della gente che ci rimetterà migliaia di euro, no?) oppure verranno sbolognati al Ministero del Tesoro (tramite la controllata Fintecna, proprietà interamente statale), ricaricandoli praticamente sui cittadini. Naturalmente nessuna delle due opzioni piacerà ne all’Unione Europea (ma chi se ne frega alla fine, viviamo benissimo anche fuori dall’Europa no?) ne tantomeno alle altre compagnie aeree, che verranno in qualche modo messe a tacere (magari semplicemente minacciando un “controllo di compatibilità con gli aeroporti italiani” come capitato a RyanAir non troppo tempo fà?).
Tutto questo, tra l’altro, subordinato alla modifica della legge Marzano, perché tecnicamente Alitalia è già fallita.

Inutile dire che trattative per avere AirFrance come partner non sono ufficialmente neppure state valutate, ma i giornali già riferiscono di un cda speciale della compagnia aerea franco-olandese per giovedi, e domani alcuni esponenti della cordata dovrebbero essere a Parigi. Sarà un caso, dovranno discutere dei nuovi menu sui voli intercontinentali…

Insomma, in cinque mesi hanno ribaltato l’opinione sulla proposta di AirFrance (non era stata definita addirittura una mossa di “insider trading” dall’attuale Presidente del Consiglio?), “regalano” alle spalle dei cittadini italiani i debiti della compagnia e mandano a casa il triplo delle persone che avrebbero perso il posto di lavoro se il Governo Prodi avesse portato a termine il suo lavoro, infischiandosene delle leggi per la concorrenza e del parere dell’Unione Europea.

A “salvare” Alitalia in questo modo, ero capace anche io…

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2 pensieri su “La cordata della salvezza

  1. Hendrix

    A mio avviso questo non è il salvataggio di Alitalia che di fatto fallisce ma solo la costruzione di una nuova compagnia nazionale che ne prenderà il posto.

    La stessa cosa è avvenuta qualche tempo fa in Svizzera dove una cordata di imprenditori, una volta fallita la compagnia aerea della loro nazione, ne hanno costituita un’altra che alla fine della fiera ha seguito la stessa sorte della precedente.

    Sono abbastanza scettico su questa cordata non mi sembra ci sia qualcuno del settore dentro il progetto non vorrei finisse come la swiss air. Certo che con 300 milioni di euro si poteva realizzare un ottimo trattamento per quei 2000 licenziati (100000 euro cadauno).

    Mi fa piacere vedere che poi questi imprenditoroni italiani non hanno tirato fuori un euro per salvare Alitalia cercardo di ripianarne il debito e proponendo un serio progetto di rilancio industriale. Meglio lasciale fallire l’azienda (e i lavoratori verranno tutti assorbiti??? mah ho dubbi) e fondare una nuova compagnia nazionale senza debiti e fare la bella figura della confindustria che salva il paese.

    Povera Italia

    Hendrix

    Rispondi
  2. Osoloco

    > A “salvare” Alitalia in questo modo, ero capace anche io…

    Mica vero,
    ci vuole il filo spinato sullo stomaco,
    il proverbiale pelo non basterebbe.

    Non mi risulta che il Tuo addome faccia suonare i metal detector 😛

    Rispondi

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