Il secondo libro delle mie vacanze estive (dopo quello di Michal Zalewski) è anche il secondo libro segnalatomi da un professore del Politecnico di Milano (il primo fù Segmenti e Bastoncini, di Lucio Russo): si tratta di un libro a metà tra la psicologia ed il design, un libro che cerca di esplorare l’interazione della mente umana (e dei suoi limiti) con gli oggetti di tutti i giorni, dalle porte, alle autoradio, ai videoregistratori.
Quante volte vi è capitato di sentirvi stupidi perché incapaci di usare un oggetto apparentemente banale da usare? O perché continuate ostinatamente a non capire se una porta vada tirata o spinta? Beh, probabilmente ad essere stupidi non siete voi, ma il designer che ha realizzato quell’oggetto.
A tratti un po’ pesante per via del linguaggio che si fà un pochino più tecnico, o di qualche concetto un po’ meno immediato da capire, nel suo insieme questo libro è decisamente semplice ed abbordabile anche a coloro che sono a digiuno di psicologia. Va dato merito a Norman di trattare l’argomento con una semplicità e una schiettezza davvero impagabili.
Commento su Anobii.com:
Un libro che cambierà il vostro modo di guardare gli oggetti che vi stanno davanti, rivalutando quelli semplicemente pensati, progettati e disegnati male, a volte anche peggio.