Rifondazione: due parole veloci

Della scrittura - quando le lettere non sono più solo d'amore Trovo finalmente un attimo di tempo (guardate l’orario) in un periodo d’inferno per postare quattro righe. L’occasione, indubbiamente, è quella dell’appena concluso congresso di Rifondazione Comunista, che con la sua posizione di “storico partito della Sinistra italiana” ha catalizzato molte attenzioni.
Il risultato purtroppo è disarmante tanto quanto importante era l’attenzione dedicata all’evento, deludente quasi quanto lo fù la sconfitta alle ultime elezioni. Se qualcuno sperava, si era illuso, credeva che la batosta presa ad aprile avrebbe cambiato le cose, svegliato gli attivisti, ridato vita e vigore, risollevato una Sinistra in piena crisi d’identità, si sbagliava. Abbiamo toccato il fondo, ed ora stiamo attivamente scavandoci la fossa.

Dal congresso esce l’immagine di una Sinistra ancor più frammentata rispetto alle ultime tornate elettorali, per di più scottata e spaventata dal progetto della Sinistra Arcobaleno (che con tutti i suoi limiti, a me piaceva) e sebbene Ferrero (nuovo segretario di un partito spezzato in due) esprimesse oggi la volontà di contattare e stringere rapporti con gli altri partiti della sinistra, i dubbi sul futuro del movimento politico a breve-medio termine sono davvero tanti. Le nuvole nere che si prospettavano all’orizzonte di qualche tempo fà, sono ormai sulle nostre teste e una fitta grandine sta mietendo le prime vittime: uno su tutti Nichi Vendola che se ieri sera uno dei “grandi candidati” della nuova Sinistra, oggi è uno sconfitto alla guida di una corrente maggioritaria di un partito di profonda minoranza, incapace di (ri)trovare quelle sinergie indispensabili per ricostruire (o almeno per iniziare a farlo) un movimento che di Sinistra non abbia soltanto il nome.

Sarà una battaglia lunga e dura; la si dovrà cominciare dal conteggio di morti, feriti e sopravvissuti alla bell’e meglio, soprattutto lottando contro questa stanchezza, demoralizzazione e delusione che oggi pervade (quantomeno) il sottoscritto.

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5 pensieri su “Rifondazione: due parole veloci

  1. Giovanni

    PRC non è uno storico partito, essendo nato per scissione dal PCI.
    Come tutti i partti di oggi è un partito di quadri (e non il partito di massa che era il PCI), e quindi prono alle sbandate dei suoi quadri.
    Ergo: una prece ed un fiore e tiremm innanz …
    Ste cose non sono rifondabili, purtroppo.
    Così come c’è bisogno di un partito che sia
    unitario (ciè contrario di settario)
    di sinistra (ovvero dalla parte dei poveri)
    progressista (nel senso proprio di progresso, conoscenza, innovazione)
    di azione (ovvero che non si limiti ad essere parolaio)
    Purtroppo penso che continueremo a parlarci addosso, non vedo nulla di buono emergere.

    Ciao

    Giovanni

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  2. Osoloco

    Vedila cosi’,
    l’ambiente O.S. di una certa città a fatto scuola 😛

    Come ha detto Giovanni non c’era nulla di storico in rifondazione, se non certe facce di ex ex (la doppia ex non è errore di battitura).

    Scusa se rigiro il coltello nella piaga, ma Ti aspettavi veramente lo spuntare
    di una sinistra (?nuova?) in un paese dove se non mettessero le didascalie col partito di appartenenza è impossibile capirne l’appartenenza politica deaal dichiarazioni elettorali ?

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  3. Leonardo Vaghaye

    dimentichi di dire due cose veloci pure sul doping di Riccò….

    oppure anche tu come me sei stufo di quel circo che è diventato il ciclismo?

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  4. alt-os Autore articolo

    Hai ragione Leo… il problema è trovare il tempo per mettersi a scrivere, la voglia di farlo (proprio perché ormai stufo di certe cose) e le motivazioni… vedrò cosa posso fare, considerando che parto sabato per la mia settimana di ferie 🙂

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