La libertà d’espressione è un problema. Lo è sempre stato (ed infatti si è sempre cercato di limitarla) è probabilmente sempre lo sarà, soprattutto per coloro che si trovano a pagare le conseguenze di proprie azioni più o meno giustificate, più o meno lecite. “Libertà d’espressione” significa tante cose: significa potersi esprimere liberamente, significa non mentire; significa avere i mezzi per parlare, significa non essere fazioni o agire con secondi fini; significa documentarsi e documentare. Alle volte significa anche semplicemente esporsi ad un rischio, più o meno evidente: pensiamo a Roberto Saviano, alla libertà di parola (scritta nel suo caso, prima ancora che parlata) pagata con l’assegnazione della scorta, a soli 27 anni.
Da quando i blog hanno messo a disposizione di tutti un mezzo “efficace” per dar luogo alla propria libertà d’espressione, stiamo assistendo a un vero e proprio riemergere del “problema” della libertà d’espressione, con ricorrenti critiche ed azioni da parte di enti di vario genere (avvocati, magistratura, semplici cittadini) più o meno titolati ad emettere sentenze ed eseguire condanne. Lo strumento è potentissimo, ma bisogna ammettere che nella stragrande maggioranza dei casi viene usato (stranamente) con coscienza e senso di responsabilità, cosa che rende ancora più evidenti ed eclatanti le azioni eventualmente prese contro questo genere di media in seguito a denunce per “diffamazione” et simili.
Negli ultimi giorni, i casi sono stati non uno ma due.
- Nel primo caso (ora censurato dallo stesso autore con motivazioni che spiega decisamente meglio di quanto non possa farlo io), forse meno eclatante, Sergio Sarnari raccontava una poco piacevole storia personale (e piuttosto ben documentata) che tirava in causa la Mosaico Arredamenti, colpevole (se così si può dire) di aver fornito un’assistenza quantomeno scarsa. Tra i commenti del post, si poteva leggere quello di un sedicente amministratore dell’azienda stessa che dichiarava di aver sporto querela per calunnie nei confronti del blogger in questione. La rivolta da parte della blogopalla è stata piuttosto interessante (con una cinquantina di post in poche ore) ed ha dato una discreta visibilità alla faccenda.
- Il secondo caso invece, certamente più significativo, riguarda un blogger che, dopo aver criticato le capacità politiche di un consigliere comunale, si è trovata questi denunciato per diffamazione e il blog posto sotto sequestro dalle autorità inquirenti di Reggio Calabria. Personalmente non ho avuto modo di leggere questo secondo post, ma porre sotto sequestro l’intero sito web a causa di un post diffamatorio (anche ammettendo che lo sia stato) è come sparare alle mosche col cannone, come chiudere una testata giornalistica per colpa di un pezzo che viene contestato. E’ forse sufficiente che io citi un articolo per testata giornalistica e sporga querela per diffamazione affinché la testata venga chiusa? No. E allora perché questo è possibile con i blog?
L’ipotesi di mettere un bavaglio ad internet (prima ancora che ai blogger) è certamente stata ventilata più volte, pur arenandosi contro barriere tecnologiche e morali, ma con una sensibilità in materia di libertà che và sempre più a rotoli, per quanto tempo ancora potremo continuare a scrivere (con serietà e senso di responsabilità, ovviamente) le nostre idee ed opinioni senza dover temere di incorrere in ingiustificate violeze di questo tipo?
Colgo poi l’occasione per segnalare che il Parlamento Europeo sarebbe in procinto di discutere una mozione che riguarda da vicino proprio il futuro dei blog e dei contenuti generati dagli utenti. A segnalare la notizia è Luca Conti dalle pagine di Nòva100. Il problema che si vuole affrontare è dato dal fatto che i contenuti “non professionali” prodotti dagli utenti e dai blogger farebbero una illecita concorrenza ai professionisti del settore: insomma, possono scrivere ed esprimersi solo loro. Come al solito al Parlamento Europeo le cose funzionano in modo “leggermente” diverso che in Italia e a tutti è data la possibilità di scrivere e proporre soluzioni e considerazioni direttamente al Parlamento Europeo.
Teniamo comunque sott’occhio la questione, perché potrebbe avere risvolti interessanti…
Ancora una volta sono contento di essere andato in Svizzera: l’idea dei blogger che fanno concorrenza ai poveri giornalisti è veramente spisciosa.
Per evitare rischi di chiusura del mio blog preferito evito di elencare i motivi …
Ciao da una Massagno post diluvio
Giovanni