In campagna elettorale c’era stato il momento dell’abolizione delle province, considerati per l’occasione “enti inutili” e come tali, degni di essere soppressi. Parlandone con “qualcuno”, il giorno dopo le elezioni, si considerava quanto importanti fossero le strutture politice territoriali (comuni e provincie su tutte) per la Lega Nord, giungendo alla conclusione che si sarebbe andati dritti verso il “nulla di fatto”.
Tra rifiuti, straordinari, leggi vergogna ed Alitalia, dell’abolizione delle province non si è più parlato (forse riservandosi l’argomento per momenti più propizi) finché qualche giorno fà la Lega se n’è uscita negando spudoratamente quanto affermato in campagna elettorale da buona parte degli attuali membri di governo e facendo segnare un bello stop netto all’ipotesi di snellire la macchina statale (sentite l’eco “semplificazioni”?).
Interessante sottolineare la frase seguente (dall’articolo di Mariolina Sesto, Il Sole 24 Ore, citato da PolisBlog):
Bossi e Calderoli, davanti all’insurrezione in massa degli ottanta parlamentari, hanno spiegato che il taglio delle nuove province «dev’essere un’ipotesi puramente accademica di qualche funzionario ministeriale»
A questo punto dubito fortemente che Berlusconi e gregari abbiano intenzione di proseguire su questa strada ed affrontare il dissenso interno alla maggioranza, dovendosi scontrare con un elemento pericoloso (politicamente parlando) come la Lega… molto più semplice tirare dritto e parlare d’altro…
Chi vivrà, vedrà…