23 maggio 1992 – Strage di Capaci
Per non dimenticare Giovanni Falcone.
Il 23 maggio 1992, a Capaci, lungo l’autostrada A29, che dall’aeroporto di Punta Raisi porta alla città di Palermo, trovano la morte Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della sua scorta, Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro.
Saltarono su 500kg di tritolo: tanti, tantissimi. L’esplosione squarciò il manto stradale proprio mentre la prima auto della scorta giungeva sopra il tunnel appositamente scavato sotto la sede stradale.
Degli esecutori, dei cinque mafiosi che organizzarono e gestirono l’attacco, si sanno nomi e cognomi, ma degli intrecci politici che portano ai mandanti, nessuna traccia, solo insabbiamenti.
A pochi giorni di distanza, troverà la morte anche Paolo Borsellino, collega e amico di Giovanni Falcone. Una vittoria della Mafia che da 16 anni continua a vincere, ogni anno, la sua partita.
Cento, Mille, Diecimila, infiniti uomini e donne
sconosciuti ai tutti fino a quando i media
non si occupano della loro morte,
combattono e vincono le mafie,
anche quando muoiono non sono le mafie
che vincono, non questi “eroi” !
Le mafie non vicono, è sempre lo “Stato”
che si ritira, che scappe, che abbandona.
Vile, sempre vile perchè si è vile quando
si abbandona chi devi proteggere per paura
ma si è vili quando lo si fà per “interesi”
“Minchia Signor Tenente” (Giorgio Faletti)
Dimenticavo l’ultima categoria dei vili:
a gridare li stato che fà e poi via a scrivere su muri ” 1, 100, 1000 Nassiria”.