E’ bello vedere la vita in rosa. E’ bello sentire gli uccellini cinguettare la mattina, quando un tiepido sole scalda il tuo oziare, crema abbronzante sul corpo, nel protetto giardino di casa, senza poveracci a chiedere la carità e altri disturbi di sorta, con un’informazione seria, indipendente e costruttiva, in una società dove la discriminazione (di qualsiasi tipo sia) non esiste. Magari con un fotografo intento ad immortalare le belle curve del proprio corpo a uso e consumo degli italiani che acquisteranno il calendario, facendola ricca e felice.
E’ questo il mondo, verosimilmente, in cui vive il ministro per le pari opportunità Mara Carfagna, che ha scelto, tra le prime iniziative da ministro, di negare il patrocinio al Gay Pride, cogliendo l’occasione per sottolineare che è contraria al riconoscimento di qualsivoglia diritto alle coppie omosessuali e che anzi, i suoi amici omosessuali sono felici e per nulla discriminati.
Ora, evidentemente il ministro Carfagna ha vissuto in un bel mondo colorato e felice fino a qualche giorno fà, ma l’impegno politico deve richiamarla sulla terra ferma e consentirle di prendere contatto con la terribile realtà che quotidianamente coinvolge donne, immigrati, omosessuali e tutte le altre categorie “sensibili” del nostro panorama sociale, affinché possa comprenderne le difficoltà e svolgere al meglio l’incarico affidatole, che consiste proprio nella loro difesa, nella garanzia a tutti di pari opportunità.
Fare affidamento sulle nozioni già acquisite, a quanto pare, si rivela estremamente poco lungimirante, vista la qualità delle nozioni stesse e constatato l’attacco ricevuto da tutto il panorama politico (destra e centrosinistra compattamente) sulle dichiarazioni fatte.
Buon lavoro, signor ministro… buon lavoro…