Che in Italia non si legga, non è certo una novità. A darcene una ulteriore conferma ci pensa la AIE (Associazione Italiana Editori) che pubblica i dati relativi alla percentuale dei nostri connazionali che hanno letto almeno un libro negli ultimi 12 mesi: il 43%, un buon 1,6% meno del 2006.
Di questo passo, presto sarà talmente poco diffusa l’abitudine di leggere libri, che risulteranno decisive le linee guida espresse da “1984” e “Fahrenheit 451”: i libri sono pericolosi perché fanno pensare, riflettere, comprendere. E viste le recenti conferme in tema di “pensiero” da parte degli italiani, direi che all’orizzonte non ci sono che nuvoloni neri…
Io, in ogni caso, oggi sarò alla Fiera del Libro, a Torino. Una giornata dedicata a me stesso (finalmente), un’occasione per vedere, ascoltare, capire (forse). L’idea è quella di passare la mattinata in giro per l’esposizione, e poi partecipare, nel pomeriggio, agli incontri con Lucarelli, Stella e Rizzo. Magari anche Faletti, più tardi, giusto per capire cosa ne penso di lui…
Sarà una fiera a cui Grillo è stato prima invitato poi “invitato a non inveire”, sarà una Fiera oggetti di contestazioni e manifestazioni, una Fiera dedicata ad Israele, sul quale andrebbe fatta una profonda riflessione. Sarà una Fiera, alla fine, comunque dedicata al Libro. Io vado per questo.
Ti invidio un po’, anzi parecchio. Io che di tempo per me proprio non ne ho, avrei voluto essere lì oggi, e invece sono in pigiama davanti al pc e inizierò a studiare entro mezz’ora.
Comunque, da una che spende più soldi in libri che in vestiti, hai tutta la mia solidarietà. Io spero che mr. Bradbury sia stato un po’ troppo lungimirante, forse c’è da temere più per i nostri figli che per noi. Che comunque.
L’italia legge poco !
La cosa che mi stupisce di più di questa affermazione ?
Che poche settimane fa mi è stato detto che il numero di libri stampati sono in aumento !
Ora:
o il numero di italiania cui balla il tavolo da pranzo ed in attesa dell’introvabile falegname usano il libro,
o c’e’ un qualche oscuro complotto per controllare il prezzo della carta,
o qualcuno li userà correttamente i libri.
Un’altra curiosa domanda che mi sorge ogni volta che trovo il tempo di farmi un giro in libreria e pendo in mano alcuni libri è: ma se uno scrive e lo pubblicano è uno scrittore ???
>ma se uno scrive e lo pubblicano è uno scrittore ???
Mi permetto di risponderti io: no.
Basta vedere il fenomeno Melissa P.
Ne parlavo giusto oggi: il problema è che si pubblica troppo, e senza davvero badare alla qualità di ciò che si stampa. Voglio dire, ormai pubblicano pure i calciatori! Quasi quasi mi offendo perché non pubblicano anche me: almeno io so ancora usare il congiuntivo.
@ Ancestral Moon: hai giusto citato (che strano vero ?) uno degli autori che generano in me il dubbio.
Il problema della scarsa lettura è in realtà una conseguenza di molti problemi che affliggono il nosto paese (per gli altri non so, per cui non generalizzo), quello che viene insegnato a scuola e il come, la convinzione che il tempo libero significhi non far niente, il costo dei libri, etc. etc.