Campagna elettorale povera di sorprese e contenuti? Ci pensa la pubblica amministrazione (che in queste cose è sempre una garanzia) a movimentare il tutto riammettendo in corsa, a 15 giorni dalle urne, il partito della “DC” di Giuseppe Pizza, che non era stato ammesso per un problema di simbolo (pare troppo simile a quello dell’UDC di Casini).
Con le procedure pre-elettorali ormai al termine (liste finite, sorteggi effettuati, addirittura gli italiani all’estero che hanno già ricevuto e in alcuni casi compilato le schede elettorali), questa novità è davvero una mina, che rischia di creare non pochi problemi. Primo tra tutti, il rischio di far slittare le elezioni di 15 giorni (almeno) per rispetto alla legge, che parla di 30 giorni di campagna elettorale, non di 15.
La cosa più buffa è che con un Partito Democratico in lento, ma costante, recupero lo slittamento delle elezioni, sebbene dovuto alla riammissione di un partito che ha un “accordo tecnico al Senato con il Pdl”, potrebbe rivelarsi oltremodo dannoso proprio per la destra stessa…
Sarebbe stato bello pensare ad un “pesce d’aprile”, ma oggi ne abbiamo già due. Questa è l’Italia…