Se le elezioni politiche fossero domani, e fidandosi di quello che riporta l’ultimo sondaggio di Sky24 pubblicato su Sondaggi Politico Elettorali, governerebbe in fin dei conti, Casini.
Con da un lato Veltroni che crede nella rimonta, conscio del suo (misero) 38%, e Berlusconi certo della sua “schiacciante vittoria”, altrettanto conscio (dichiarazioni a parte) di essere ben lontano dal tanto agognato 50% anche aprendo le porte a Fini, Bossi ed Mpa l’ago della bilancia sarebbe l’Unione Di Centro guidata da Casini, che con il suo 6-10% finirebbe con il poter fare davvero il bello ed il cattivo tempo (e in quell’area politica non sono nuovi ai “salti di coalizione”, come ben sappiamo), non diversamente da quello che fecero i “partitini” di centro nel recente passato del governo Prodi.
Berlusconi si è oltretutto reso rapidamente conto che potrebbe costargli molto caro lo strappo con Casini, quantomeno in termini di scotto da pagare affinchè, ad elezioni terminate, questi consegni nelle sue mani il governo, e non invece a Veltroni.
Un’alleanza, quella con Casini, che si è tentato di ricucire su più fronti e che ha visto la mobilitazione di numerosi esponenti politici della destra, ma proprio le parole del ormai anziano Cavaliere ne hanno sancito la definitiva rottura. Ora che i numeri danno a sette i senatori di vantaggio della destra al senato, Berlusconi tornerebbe, ancora una volta, volentieri sui suoi passi ma non può.
Portando il fardello di colpe differenti, Veltroni sta al contrario conducendo una invidiabile campagna elettorale. Ha afferrato rapidamente il concetto, Walter, che sfugge da molti anni al centro sinistra: ignorare Berlusconi. Il Cavaliere alza i toni, attacca frontalmente ed indirettamente, gioca le sue carte nella più totale indifferenza di Veltroni, che prosegue imperterrito il suo viaggio per l’Italia alla ricerca di consensi per la rimonta, e impedisce così al leader del Partito del Popolo Delle Libertà di sfruttare a proprio vantaggio anche le uscite mediatiche della sua opposizione.
La campagna elettorale di Casini invece è sorprendentemente sottotono: in televisione non lo si vede, non rilascia dichiarazioni roboanti, non ha tappezzato di manifesti elettorali le città, eppure le sue quotazioni sono in costante crescita, in un lento travaso che le allontana dai due principali schieramenti.
Sottotono è anche la campagna elettorale della Sinistra Arcobaleno che nonostante le quotazioni “in ribasso” degli ultimi giorni non riesce a trovare spazio ed efficacia comunicativa, complice anche un programma non esattamente incisivo ed innovatore (me ne occuperò approfonditamente nei prossimi giorni, tempo permettendo). Manca ancora un mese alle elezioni, spero in cuor mio che Bertinotti ed i suoi si diano una svegliata…
Stupisce finine la campagna elettorale condotta dall’ormai settantunenne Silvio Berlusconi. Sempre più anziano nell’immagine (nonostante i lifting cominciano a vedersi i primi segni dell’età), si trova a competere contro un leader “giovane” come Veltroni, ed agisce di conseguenza: rilascia le solite dichiarazioni alla stampa, ma ha deciso di non mostrare la sua faccia sui cartelloni elettorali del suo partito.
Nel frattempo, mentre Veltroni è sbatacchiato di qua e di la come una barchetta nella tempesta dalle polemiche seguite alla pubblicazione delle liste elettorali (con gli esclusi che tentano, come al solito, di accasarsi nei restanti partiti), Berlusconi tentenna e ritarda, facendo annunci e proclami (a volte malamente smentiti come successo con la Yespica) ma senza ufficializzare pubblicamente le liste elettorali. Il probabile obiettivo di Berlusconi è quello di arrivare alla chiusura delle liste all’ultimo momento utile (mentre il Pd faceva un’infantile corsa a “chi arriva primo”), in modo da impedire agli esclusi di andare a rafforzare proprio quegli avversari, come “La Destra” di Storace, che potrebbero portargli via importanti quote di elettorato.
Jack va che con questa legge alla Camera chi prende 1 voto in rispetto agli altri ha il 55% di quel ramo del Parlamento. Per il Senato invece la questione è diversa ma anche lì il Silvione è in testa forte dell’alleanza Sicilia con l’Udc.
Ciao
Hendrix
La Binetti non è il Pd è una piccola parte del Pd (alla Camera non nuocerà). Ricordati che ci sono i radicali che in tema di laicità daranno battaglia