Candidati PD: non mancano i teodem

teodem-pd.jpgSono state presentate ufficialmente candidature a Camera e Senato (seppure i documenti presentati dal Corriere sembrerebbero ancora incompleti in alcuni punti) del Partito Democratico.

Come si può facilmente immaginare, ho immediatamente scorso l’elenco dei candidati (cominciando dal Senato), e dopo un primo spunto di stupore, ho scovato il nome: la Binetti c’è ed è candidata alla Camera dei Deputati, in Lombardia II.
Naturalmente questo significa banalmente costringermi a votare a sinistra del Partito Democratico (niente contro i cattolici, ci tengo a precisare, ma non posso condividere nemmeno turandomi il naso le posizioni omofobe della dott. Binetti), ma mi coglie alla sprovvista su un aspetto a cui non avevo pensato: la camera cruciale per la sopravvivenza del prossimo governo sarà molto probabilmente (ancora una volta) il Senato. Veltroni ha quindi pensato di tenersi “margini di manovra” con i teodem (di cui la Binetti è degna esponente).

Mossa sagace ed interessante in prospettiva di governo, ma non sufficiente a fare la chiarezza necessaria per il mio voto. Pazienza.

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2 pensieri su “Candidati PD: non mancano i teodem

  1. marco

    Ti copio un mio post su un altro sito.

    ______________________________________________________
    Io voto pd. Lo farò senza turarmi il naso.

    Mi spiace che in questo momento a molti (nell’orig. “ad Andrea”) manchi la fiducia nelle capacità delle forze riformiste italiane.
    Non riuscire a scorgere questà possibilità immagino sia quantomeno sconfortante in questi giorni di campagna elettorale.

    Lo schema attuale della sinistra italiana tutta è al momento abbastanza decifrabile.
    Due grandi partiti. Uno di massa e uno di opinione.

    Il partito di massa deve necessariamente comporre idee e bisogni; i più vari.
    Si propone di governare il paese con un progetto condiviso da larghi strati della popolazione in un disegno organico e contemporaneamente capace di promuovere nella società, in maniera adeguata, la propria cultura politica.
    Nel caso del PD la cultura della giustizia (ad ogni livello) prima di tutto, e poi della legalità, della laicità, della carità, del civismo, per creare i presupposti di una nuova Italia, un’Italia in cui le corporazioni (tutte) non avranno vita facile e saranno finalmente possibili mobilità e permeabilità sociale: la giustizia come mezzo e fine del progresso sociale del paese.

    Il partito di opinione invece punta tutto sulla forte carica identitaria, di cui al momento non metto in discussione ideali e risposte politiche.
    Questo secondo tipo di partito non sarà mai in grado di coinvolgere più del 10%-15% della popolazione, a prescindere dai valori che difende e dagli scopi che si prefigge.
    Non lo sarà mai perché ontologicamente portato all’autolimitazione.
    La coerenza della propria identità sembra essere il fine ultimo della loro stessa esistenza.
    Abbiamo visto che anche all’interno dell’ultima coalizione, tanto variegata e quindi bisognosa di maggior impegno, la spinta alla distinzione è stata forte, seppur nell’alveo di un sostanziale appoggio. L’afflato comune sembrava rimanere sempre in secondo piano.

    Il Partito Democratico non si può permettere di puntare sulla fusione identitaria fra elettore e candidati, fra elettori e programma.
    Non lo si può ragionevolmente chiedere a un partito che si prefigge di vincere le elezioni nel paese del biscione.
    E’ qui che entra in gioco la maturità della classe politica e del suo elettorato.
    Le attuali regole elettorali possono comportare anche scelte mediate dal cinismo.
    E più si è giovani, meno si è disposti alla mediazione.
    Chiedo un atto di maturità.
    Chiedo ad Andrea con quali voti pensa di dare all’Italia il governo dei suoi sogni.
    Stando così le cose: con quale tipo di programma pensa di ottenerli?

    Personalmente, la mia scelta non sarà mediata. Trovo il programma del pd estremamente attuabile, foriero di crescita (sostenibile) del sistema paese e anche coerente.
    Mi corrisponde. Un saluto affettuoso.

    “Anche se voi vi credete assolti, siete lo stesso coinvolti”.

    PS:Non ho parlato di ambientalismo più sopra, anche se sono sicuro che sarà un’istanza presa in grande considerazione dal pd, perché sono ignorante in materia.
    Non so quanto i rigassificatori siano incompatibili con l’ambientalismo.
    Non so quanto sia fondamentale per un paese la sicurezza delle scorte energetiche.
    Meglio tacere.
    Dei profeti che non entrano in politica e criticano la politica non mi occupo.
    La mia condanna in questi casi è pesante.
    __________________________________________________________

    Giacomo, vota chi vuoi, resta con la tua identità. Però, poniti dei dubbi in cabina.
    Io ci ho pensato mille volte.
    Qual è la scelta migliore e più giusta per la povera gente?
    La mia identità è rispettata all’interno del pd.
    E’ la stessa di Furio Colombo e dell’ateo Odifreddi. Io sono ateo e anticlericale.
    Rispetto la religiosità dell’altro se non influenza i diritti di tutti.
    I teodem sono in due-tre.
    Nel pd c’è lo spazio per conquistare voti al centro.
    E per sostenere le proprie idee senza problemi, cercando di convincere gli altri con la parola.
    E’ uno spazio enorme di discussione e di proposte per cambiare la mentalità della classe dominante. Il Partito Democratico non è esclusivo.
    Ci sono dei punti fermi
    Gli anziani mi dicono che nel 1948 erano sicuri di vincere, ma poi ha vinto la propaganda della DC.
    Sarebbe stato sempre così!
    Ci siamo perfino alleati con Mastella pur di vincere l’altra volta!
    Mai più!!!
    Un saluto affettuoso.
    Dubitiamo sempre.

    Rispondi
  2. alt-os Autore articolo

    Ciao Marco e grazie per il contributo (e scusa per il ritardo nell’approvare, sono stato “un po’ sommerso”, come al solito). Io sono un diessino, del correntone. E’ una posizione che ho maturato proprio grazie a questa scissione del correntone rispetto al Partito Democratico, del quale non voglio dire peste e corna (sono convinto della bontà di tutta una serie di posizioni) ma alcune delle sue mosse mi lasciano profondamente perplesso.

    Sono perplesso sullo spostamento al centro (che io vedo palese, ma altri no), sono perplesso su alcune uscite di Veltroni (sin da molto prima della campagna elettorale), sono molto perplesso sulla possibilità di amalgamare realmente tante teste come quelle che si ritrovano oggi all’interno del PD.

    Se l’operazione riuscirà, sarà solo il tempo a potercelo dire (e mi auguro di si, naturlmente!) e non escludo che alla fine voti il Partito Democratico (sebbene, oggi come oggi, sarebbe ancora una volta un turarmi il naso per una serie di questioni). Per far si che questo accada però, Veltroni ed il Partito Democratico devono (con i fatti!) dimostrare a me ed a una folta schiera di elettorato che si trova nella mia posizione di avere una posizione precisa su una serie di questioni.
    Che poi questa incontri o meno il mio favore, sarà una mia questione personale, ma continuare ad evitare certi argomenti per paura di “spaccature” e “rimandare all’infinito” abbiamo già sperimentato essere un atteggiamento fallimentare…

    Rispondi

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