Meno di 2 mesi sono bastati alla “Milano dotata di ecopass” per esaurire i 35 giorni “bonus” di sforamenti dei livelli massimi di pm10 nell’aria concessi dall’Unione Europea. Sebbene la prima città italiana a passare le soglie sia stata Torino già alcuni giorni fa, Milano è da considerarsi, a partire da questa settimana, ufficialmente fuori legge.
Il bilancio dell’introduzione dell’ecopass, tanto criticato dal sottoscritto sin dai primi giorni, a due mesi di distanza dalla sua entrata in “produzione”, non può che prendere atto dei fatti: non serve a nulla.
Anzi, un’indagine dell’Osservatorio di Milano, che di inquinamento si occupa scientificamente, mette in luce come proprio l’iniziativa promossa dalla giunta Moratti si sia rivelata controproducente: a fronte di una riduzione del circolante all’interno della zona ecopass infatti, l’Osservatorio ha registrato un ancora maggiore aumento del traffico (sia nel numero di auto, sia nella lunghezza del percorso effettuato) nelle zone periferiche. Oltre al danno, i cittadini milanesi si beccano così pure la beffa: l’inquinamento aumenta, il parcheggio a ridosso dei capolinea della metropolitana e della zona ecopass si riduce, paghiamo l’iniqua tassa voluta dal sindaco e ci becchiamo pure l’aumento dell’inquinamento, visto che è tutto qui in periferia dove notoriamente vivono le classi meno abbienti.
Le proposte non mancano sin da buon principio: se si vuole incidere seriamente sul livello di inquinamento a Milano è necessario prima di tutto ridurre le fonti di inquinamento: caldaie a carbonella, impianti obsoleti, camion, e via dicendo: dopodiché è necessario agire con incisività in tutta la zona interessata dal problema, vale a dire la Regione intera (visto che la brianza ed il bresciano sono anche loro prossime allo sforamento dei limiti UE).
Purtroppo a volte il potere impone decisioni scomode per la propria notorietà. La Moratti pensava evidentemente, introducendo l’ecopass, di prendersi i demagogici meriti di aver “salvato Milano dalla morsa dell’inquinamento” con un provvedimento che non facesse infuriare i cittadini. Purtroppo, come ben insegna la questione tasse del governo Prodi, far del bene al Paese non aumenta la popolarità, e per aumentare la popolarità senza intaccare gli stili di vita scellerati non porta giovamento apprezzabile ai fini perseguiti.
Riflettano i milanesi su che schieramento politico votare alle prossime politiche anche alla luce di questi fatti…