Surriscaldamento globale: ancora dubbi!?

Global Warming La comunità scientifica suona campanelli d’allarme ormai da parecchi anni. Abbiamo persino potuto sentire con mano gli effetti del surriscaldamento globale: oggi stesso, 14 febbraio, fuori c’è un sole che solo 20 anni fa avremmo visto (forse) ad aprile inoltrato… Assistiamo periodicamente all’aumentare in numeri e forza dei tifoni atlantici, che dopo New Orleans continuano a spazzare e distruggere le coste americane (e non solo quelle), le immagini scattate a pochi anni di distanza dei ghiacciai di casa nostra, mostrano con una chiarezza ed una nitidezza incredibili gli effetti devastanti dell’opera dell’uomo.

Eppure, c’è ancora chi nutre dubbi (e a volte nemmeno quelli) sul riscaldamento globale. Verrebbe da chiedersi perché, se non fosse che la strategia è di una chiarezza, di una nitidezza cristallina e la sua messa in opera potrebbe essere ricondotta ai peggiori nemici dei supereroi dei fumetti, se non fosse tutto drammaticamente reale.

Senza voler andare a mettere in mezzo complotti internazionali, appare piuttosto chiaro come una serie di aziende (e governi di importanti superpotenze militari) abbiano negli ultimi anni promosso, e pagato profumatamente, studi scientifici che avevano come unico scopo quello di mettere in discussione le allarmanti conclusioni a cui giungevano, un po’ alla volta, gli scienziati, con il preciso scopo di confondere se non l’opinione scientifica, quantomeno quella pubblica.
Questa strategia di inquinamento è talmente palese che un’autorevole rivista scientifica (di cui, perdonate, non ricordo il nome) scrisse non molto tempo fà una lettera aperta alle compagnie petrolifere e al governo statunitense chiedendone la fine.

Ci troviamo di fronte alla stessa strategia messa in campo per negare i danni prodotti dal fumo: negli ultimi 50 anni, le aziende del tabacco hanno sventolato numerosi studi “scientifici” dimostranti come non ci fosse alcuna correlazione tra il fumo delle sigarette da loro vendute e l’insorgere dei tumori, nonostante l’incidenza di questi ultimi sulla popolazione fumatrice fosse alquanto preoccupante. Oggi, a 50 anni di distanza, sappiamo bene che fumare fa male.

Ma il nostro pianeta può permettersi altri 50 anni di scellerato inquinamento come quello che abbiamo riversato nell’atmosfera negli ultimi 10? Il grido d’allarme della nostra comunità scientifica si leva alto, ma nelle nostre orecchie risuona poderoso il rumore di disturbo di coloro che sull’inquinamento basano le proprie ricchezze…

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