In questo momento di instabilità politica, il libro di Al Gore era proprio quello che serviva. Pur avendo numerosi difetti, infatti, “L’assalto alla ragione” è un pensiero profondo e ben ragionato sul mondo della politica (americana, ma si adatta molto bene anche a quella italiana), sui cambiamenti che sta subendo la nostra visione della democrazia nell’era dell’informazione verticale, sulle prospettive future, legate anche all’avvento di internet e delle incredibili possibilità partecipative che offre.
Gore affronta argomenti delicati come manipolazione mediatica, potere economico, politico, ecologia, guerra, democrazia, in un vortice di informazioni e citazioni. Non tutte le ciambelle, purtroppo, riescono col buco perfettamente tondo: il libro è decisamente scritto per un pubblico “d’oltreoceano”, e risulta ripetitivo in numerosi passaggi, oltre che particolarmente pesante da leggere.
Unico dettaglio che mi ha lasciato davvero perplesso, sono i riferimenti alla politica estera: Bush è decisamente un uomo di destra, e propugna l’egemonia statunitense. Mi aspettavo che Gore, uomo di sinistra, adottasse un atteggiamento diverso e invece nel libro mi trovo a leggere di “diffusione di valori” e di “democrazia”. Anche nella campagna elettorale attualmente in corso, ne la Clinton ne Obama si sono pronunciati per una distensione delle relazioni di politica estera: che sia un atteggiamento “tipico”?
Commento su Anobii.com:
Gore affronta argomenti delicati come manipolazione mediatica, potere economico, politico, ecologia, guerra, democrazia, in un vortice di informazioni e citazioni. Non tutte le ciambelle, purtroppo, riescono col buco perfettamente tondo: il libro è decisamente scritto per un pubblico “d’oltreoceano”, e risulta ripetitivo in numerosi passaggi, oltre che particolarmente pesante da leggere.